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I mercati finanziari sono ciclici? Seconda parte

I mercati finanziari, catalizzatori di emozioni umane come la paura, la rabbia, l’ avidità, costituiscono un esempio della ciclicità dei prezzi degli asset azionari

di Marco Delugan 30 ott 2008 ore 15:50

Infatti  quando la domanda  per un determinato  titolo prevale sull’offerta, allora il prezzo di quell’ asset   intraprende  un trend  costantemente al rialzo (mercato bull); mentre in  altri momenti in cui la pressione delle vendite si impone sugli acquisti, allora  i  prezzi delle attività finanziarie sono destinati a seguire un andamento decrescente (mercato bear). Esistono, poi situazioni estreme, che sfuggono al controllo della razionalità umana. L’euforia e il  panico in borsa sono espressioni di  un’ eccessiva irrazionalità  da parte dell’intero  sistema finanziario.

Ma si sa, gli eccessi sono destinati  in qualche modo a terminare e l’irrazionalità presente sul mercato in un determinato momento  può venire  in qualche modo interrotta in maniera brusca e repentina. I mercati finanziari sono come elastici, più li tiri, più accumulano energia al loro interno, che verrà  prima o poi  dispersa violentemente all’intero sistema, con la conseguenza che milioni  di investitori, nei momenti di forti cadute dei mercati, come sta avvenendo in questi giorni di ottobre del 2008,  perdono la testa e allo stesso tempo anche tantissimi soldi.

Mentre quegli operatori che hanno imparato dalla storia dei mercati finanziari e usano la razionalità, lasciando da parte l’emotività, possono ottenere guadagni mentre il mercato è in panne.

Può sembrare una banalità, ma molte volte, si è portati a pensare, che una  determinata tendenza al rialzo oppure al ribasso possa perdurare per un tempo relativamente lungo, anzi quasi all’infinito. Certo la psiche umana tende ,comunque, ad abituarsi alla persistenza di un determinato movimento, e fa, comunque fatica, quasi si impigrisce,  a pensare al contrario di quello, che sta invece succedendo in quel momento in un determinato contesto. Basta pensare a quei momenti  di grande euforia, che talune volte serpeggia sui mercati azionari e  la maggior parte di noi, pensa che ad ogni rialzo, seguirà un rialzo ancora  più grande, quasi senza fine. E comunque sappiamo sempre a posteriori,  come è andata a finire. Ma il mercato non è fatto solo di rialzi, infatti quando il panico prende il sopravvento sulla razionalità degli operatori, allora in maniera irrazionale si pensa,  che tutto il mercato continuerà a crollare per mesi se non per anni.

La storia è piena di insegnamenti, dai bulbi di tulipani, alla bolla del Mississippi, ai titoli tecnologici della new economy. Ma  i mercati finanziari  piegano l’ignoranza e l’avidità.  Nei mercati, come nella vita , tutto ha un  inizio, ha una sua persistenza nel tempo, più o meno regolare,  e tutto ha un fine e questa alternarsi di fasi di espansione e di contrazione, ci dimostra , che nessuna forza  è destinata a perdurare nel tempo.

I mercati sono ciclici ed è proprio nella loro ciclicità temporale, che si può capire il loro comportamento e allo stesso tempo nella loro dinamicità  storica, si possono avanzare ipotesi sulle loro dinamiche future. Intendiamoci di sicuro non c’è niente, le previsioni  certe vengono fatte dai maghi, mentre noi ci basiamo sulla storia e soprattutto sulla statistica. E comunque non si possono fare previsioni attendibili, valutando una sola serie di dati, ma delle valutazioni serie e attendibili si possono costruire solo dopo aver verificato una molteplicità di fattori e di dati. Solo dall’interpolazione di questi fattori, è possibile formulare , in termini probabilistici, una serie di scenari futuri.

Giunti a questo punto della trattazione, qualcuno potrebbe chiedersi, se i mercati finanziari hanno una rappresentatività ciclica, allora i prezzi che si manifestano nei mercati non seguono un andamento casuale, come invece sostiene la Random Walk Theory?

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