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Money management a chi?

Sempre più spesso mi capita di colloquiare con alcuni miei colleghi trader e, ahimè, sempre più sovente mi capita di cogliere quanto alcuni siano avventati e precipitosi nell'impostare le proprie operazioni

di La redazione di Soldionline 10 apr 2008 ore 15:48

Per la verità frequentemente mi pare di percepire che il mio interlocutore di pianificazione proprio non ne voglia sentir parlare.

L'errore concettuale alla base di tutto è a mio modo di vedere la presunzione nel pensare che tutto possa ridursi a pochi ed elementari "ingredienti" e spesso si lasciano nel cassetto beni di primaria necessità, perché tanto non necessari: "non vorrai mica che uno scivolone dell'indice azionario avvenga proprio oggi che sono entrato io, giusto?"

Sarebbe bene non favorire la semplicità assoluta a dispetto della necessità inderogabile.

A volte per alcuni di noi, me compreso fino a pochissimo tempo fa, la difficoltà nel concepire i propri investimenti di medio-breve termine secondo alcuni parametri che sono necessari tanto ad un'azienda qualsiasi, quanto al trader di ogni "forma e misura", costituisce una forma mentis ostacolante.

Provate dunque a pensare se voi, titolari di un'azienda qualsiasi, intenzionati a  lanciarvi nella produzione di un nuovo articolo vi buttaste a capofitto nell'acquisto di macchinari di produzione, assumeste nuova manovalanza, compraste persino un nuovo stabilimento, non conoscendo la concorrenza, i costi, i rischi e i benefici di quanto vi apprestate a fare.

Ci mettereste soldi? Scommetto di no.

Ed è difficile comprendere come mai per molti trader alle prime armi, invece, sia così facile premere "il grilletto del mouse".

Il mercato deve essere rispettato, che non significa averne paura.

La prima grande necessità di chi vuole fare tanta strada è quella di avere sempre il serbatoio bello pieno.

Sto parlando chiaramente della quantità di denaro che abbiamo deciso di stanziare per la nostra "attività".

Poco importano le dimensioni del serbatoio anche se risulteranno ragionevolmente mediocri.

Se così sarà, vorrà dire che si andranno a scegliere quelle circostanze per cui il nostro capitale sarà adeguato, in base anche al time frame che decideremo di andare a lavorare.

Avere il serbatoio sempre pieno significa cercare di avere sempre come obbiettivo imprescindibile la necessità di preservare il proprio capitale prima ancora di pensare ad accrescerlo, perchè parafrasando una celebre frase di un celebre spot...."no capitale, no party"!
Rende molto l'idea.

Detto questo la scorsa volta vi ho aniticipato che avrei accennato ad alcune metodologie che hanno come scopo principale la gestione della posizione, a mio modo di vedere indispensabile per porci nella condizione di rispettare il contenuto delle nostre tasche, compreso il capitale psicologico, sovente fin troppo sottovalutato.

Indubbiamente studi minuziosi volti alla ricerca di configurazioni statisticamente apprezzabili per ricercare  ingressi in posizione può sicuramente agevolare il risultato finale, o quantomeno alzare le possibilità di una buona riuscita.

Nel libro di Van tharp "Diventare finanziariamente indipendenti" edito da Trading Library e che mi sento di consigliarvi vivamente per l'ennesima volta, l'autore, a tal proposito, oltre a esporre un'interessante pensiero sulle aspettative, spiega quanto sia indispensabile ai fini del nostro scopo considerare gli R multipli.

Con R viene indicato il rischio iniziale.

Per ottenere dunque l'R multiplo, dovremo dunque andare a ritroso analizzando i trade passati, dividendo i punti ottenuti all'uscita da ogni singolo trade per il rischio iniziale.

Ad esempio quindi, considerando il Dax, pianificato un rischio iniziale di 500 euro, qualora il nostro trade risultasse profittevole con un gain di 1500 euro, potremmo dunque parlare di un R multiplo pari a 3.

Ovviamente in caso di trade negativo anche l'R multiplo sarà preceduto dal segno meno.

Quando andremo a discutere dell'aspettativa di cui parla Van tharp sarà tutto sicuramente più limpido.

Il breve cenno agli R multipli è necessario per poter concludere che portando le probabilità di entrate proficue a nostro favore ad un livello del 20-25% potremo avere operazioni con R multipli molto elevati.

Studiare buoni metodi di ingresso ci facilita nel ridurre gli stop e conseguentemente ci permette di incrementare gli R multipli.

Un'analisi di questo genere sulla nostra curva dei profitti risulta interessante perchè ci permette di analizzare ancora più a fondo, attraverso una media dei multipli, il nostro operato, permettendoci di scegliere se perseverare, modificare o sostituire il percorso intrapreso fin lì.

Personalmente non carico di eccessiva importanza gli ingressi e prediligo maggiormente lo sviluppo di algoritmi che mi permettano di gestire la posizione quando sono "nel trade".

Vi avevo già anticipato questa mia predilezione parlando in un mio precedente articolo dell'equity curve trading e di come potesse essere interessante costruire una media mobile semplice sulla equity curve per determinare quando non investire e più specificatamente nei momenti in cui il sistema sottoperforma.

Anche se con i suoi pregi però il metodo rischia di estrometterci dal mercato in momenti che potrebbero essere invece redditizi.

Ritengo doverosa una precisazione sulla definizione della parola money managment prima ancora di approfondire i vari argomenti che verranno, fugando ogni ragionevole dubbio dettato dalla confusione che regna sovrana sul termine, che viene utilizzato di sovente persino "grattugiato sulla pasta con il pomodoro"!!

Il money managment si divide in due importanti sottoclassi:

  • il position sizing, atto a determinare la quantità di capitale da impiegare per ogni singolo trade;
  • il risk managment, che invece stabilisce le strategie d'uscita quali stop loss e profit target.

Continua....

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