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Un ETC per decorrelare il portafoglio azionario

L’attuale fase di mercato è molto complessa. Da un lato infatti ci troviamo di fronte ad un andamento estremamente negativo degli indici azionari che necessiterebbe l’aggiunta nel portafoglio di asset potenzialmente decorrelanti, dall’altro bisogna stare attenti a non incrementare ulteriormente il rischio.

di La redazione di Soldionline 11 lug 2008 ore 14:37

Le materie prime che in modo generalizzato potrebbero essere utilizzate allo scopo, presentano infatti negli ultimi anni un andamento finora estremamente difforme.
Le commodities energetiche e la maggiore parte di quelle alimentari che finora effettivamente sono servite allo scopo, rischiano infatti nella fase attuale solo di aggiungere volatilità al portafoglio, anziché di ridurla.
Al contrario prenderemmo in considerazione per diversi motivi un metallo raro come il palladio che,  nella tesi di investimento, presenta a nostro diversi punti interessanti.
Si tratta infatti di un asset innegabilmente decorrelante, considerando il suo andamento rispetto ai principali indici azionari.
Non ha beneficiato fino a questo momento, se non marginalmente, del rialzo delle materie prime; il suo rapporto rischio/rendimento è quindi interessante rispetto alla sua asset class di appartenenza.
Infine fa parte del gruppo del platino, ma ha avuto una performance sensibilmente inferiore rispetto agli altri metalli rari.

Palladio: caratteristiche

Il palladio è un metallo raro del gruppo del platino contrassegnato dal simbolo Pd e dal numero atomico 46.
Viene estratto principalmente da minerali di rame e nichel ed è utilizzato nell'industria, in gioielleria e come catalizzatore.
A livello industriale le applicazioni sono molteplici: dall'industria automobilistica a quella aeronautica, dalle telecomunicazioni all'odontoiatria.
Ciò denota certamente una ciclicità, in quanto la domanda aumenta soprattutto a fronte di una congiuntura economica in crescita.
Nondimeno come tutti i metalli rari, anche il palladio è contraddistinto da elevati costi di estrazione e da una limitata reperibilità.
Per quanto rientra tra i metalli pesanti, il palladio è molto più leggero ad esempio dell'uranio e di più facile smaltimento. Nelle centrali nucleari di prossima generazione si sta quindi ipotizzando, laddove possibile, una parziale sostituzione tra i due metalli.
Si tratta ovviamente di un possibile catalyst di lunghissimo termine, ma causerebbe potenzialmente un aumento strutturale della domanda.

 

I derivati sul palladio sono quotati al New York Mercantile Exchange.
I volumi trattati e l'open interest sono tuttavia molto limitati, segno che la "finanziarizzazione" al momento molto elevata per altre materie prime come il petrolio, nel caso del palladio è ancora marginale.


Fonte: Bloomberg

 

Come possiamo vedere dal grafico di fonte Bloomberg a 20 anni, il prezzo non ha mai avuto escursioni particolarmente elevate all'infuori della fine del 2000.
Allora c'era stato un aumento della domanda dovuto alla produzione di marmitte catalitiche che contengono una componente di palladio e allo stesso tempo un progressivo ridimensionamento delle riserve del principale produttore al mondo, la società russa Norilsk.
Da allora l'industria automobilistica per affrancarsi da un metallo raro come il palladio ha cercato di sostituirlo, laddove possibile, anche con altri metalli.
La performance del palladio dal 2003, sebbene positiva, è stata sensibilmente inferiore a quella di un metallo comparabile come il platino.
Da un lato a causa di un appeal speculativo decisamente inferiore, dall'altro per la sua dipendenza di un'industria ciclica come quella automobilistica.

Fonte: Bloomberg

Una price action come quella del 2000 è al momento assai poco probabile.
Tuttavia i limiti all'offerta sono rimasti e preoccupa il fatto che oltre il 60% della produzione è in Russia, che in futuro potrebbe ridurre ulteriormente la quantità destinata all'export allo scopo di difendere le esigenze della sua industria pesante.
Il rialzo dei prezzi in atto dal 2003 potrebbe perciò continuare nei prossimi anni, anche a fronte di una congiuntura economica in rallentamento.
In ottica finanziaria ribadiamo la funzione di decorrelazione che il palladio potrebbe avere in un portafoglio azionario.
In limitate quantità si tratta infatti di una materia prima che nella attuale fase di mercato potrebbe leggermente migliorare il profilo di rischio del portafoglio (al pari di caffè, zucchero, mucche, maiali, nickel e degli altri metalli preziosi).
I modi per prendere posizione sul palladio possono essere diversi.
Per l'investitore non istituzionale escluderemmo il derivato.
Ci sarebbero singole società come la statunitense Stillwater o la stessa Norilsk, però si tratta di società abbastanza diversificate con connesso il relativo rischio specifico, tipico di una singola società.
Infine vi è l'ETC denominato Etfs Physical Palladium quotato sul listino domestico.
Il titolo senza scadenza rappresenta 1/10 di un'oncia "troy" di palladio.
Le commissioni annue sono lo 0,49% e lo spread del market maker per quanto sovente abbastanza largo, è tuttavia ragionevolmente accettabile in un'ottica di investimento di lungo termine.

a cura di JC&Associati
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