ATTENZIONE!
la tabella sui rendimenti dei bond dei paesi emergenti con riferimento all'Argentina, è stata modificata, inserendo al posto dei due vecchi bond in default, i due bond (eur e usd) denominati "par" e di recente emissione. I rendimenti sono calcolati in relazione alla durata media del bond (2033), che rimborsa il capitale in venti rate semestrali a partire dal 2030 e fino al 2038 (scadenza finale), pertanto nel modo più corretto.
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Titoli di stato e tassi
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La Corea del Sud si appresta ad emettere bond in euro, per la prima volta nella sua storia. Non si conoscono ancora gli ammontari e le condizioni dell'operazione che è prevista entro fine mese. Si può ipotizzare che, trattandosi della prima obbligazione statale in euro, l'importo collocato possa essere di circa 500 milioni e, se le condizioni non saranno troppo risicate, si può prevederne un discreto successo, come quello incontrato, l'anno scorso, da un'emissione in euro da parte della Cina.
Il rating della Corea del Sud è pari a A3/A e questo ancora non rispecchia ancora pienamente la salute economica del paese che, dopo Cina e Giappone, è tra quelli ad avere le riserve monetarie in divisa estera più alte del mondo. |

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Obbligazioni corporate

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Come era possibile prevede, il fallimento di Delphi, leader nella componentistica auto e originatasi da uno scorporo da General Motors, sta provocando ricadute nel mondo del credito strutturato ed, in particolare, tra i CDO (Collateralized Debt Obligations). Questo tipo di bond, più che altro presente nel bilancio di banche, assicurazioni e fondi comuni, viene emesso da particolari veicoli finanziari che agiscono come vere e proprie banche che concedono credito. Infatti, l'emittente procede prima ad accumulare una serie di esposizioni creditizie (si può trattare di prestiti bancari, obbligazioni o, sempre più spesso, derivati di credito) verso un elevato numero di emittenti (da 100 a 400, in media) e poi colloca obbligazioni di propria emissione tra un vasto pubblico di investitori, al fine di finanziare la propria attività. Queste obbligazioni, chiamate appunto CDO, hanno un rating variabile sulla base dell'attivo che vanno a finanziare e da cui sono garantite, oltre che della tipologia di rischio che il s
ottoscrittore si vuole assumere.
Ebbene, sembra che Delphi fosse tra le esposizioni preferite da questi soggetti ed il suo dissesto finanziario sta causando degli abbassamenti di rating ai CDO sul mercato. Standard & Poor's, la nota agenzia di valutazione creditizia, stima che ci siano 483 CDO garantiti da crediti verso Delphi e ha già provveduto a ridurre il rating a circa 130 bond (aggiornamento al 20 ottobre), facendo presente che altri provvedimenti potrebbero seguire a breve. Simili annunci sono venuti anche da Fitch e Moody's, concorrenti di Standard & Poor's nel lucrativo campo della concessione del rating. |

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High Yield

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Secondo un report di Morgan Stanley, pubblicato il 20 ottobre, potrebbe contrarsi nei prossimi mesi il volume di nuove emissioni originate da LBO ('Leveraged Buy-Out'), tipologia di operazione finanziaria a cui ho spesso accennato su questa newsletter. Secondo Morgan Stanley, i rialzi dei tassi negli Stati Uniti toglieranno mezzi freschi ai fondi di private equity, che sono i principali operatori in questo campo, dal momento che i rendimenti a breve termine sul dollaro stanno finalmente fornendo un'alternativa interessante ad altre forme di investimento e rendono un po' più caro il finanziamento delle operazioni.
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Paesi emergenti

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Sembra essersi arrestata la scivolata in cui sono incappati i bond dei paesi emergenti da inizio mese a questa parte: il rendimento incrementale offerto dai bond emergenti rispetto ai titoli di stato americani in dollari è salito quasi del 15%, portandosi dal 2,3 al 2,6% (indice JP Morgan Embi Global), ma resta comunque su livelli molto contenuti. Rispetto al settembre 2002, il premio richiesto dal mercato per assumersi il rischio di acquistare bond di paesi emergenti si è, infatti, ridotto del 75%.
Il circuito Bloomberg ha raccolto i pareri di molti analisti ed investitori e la grande maggioranza ritiene che il mercato proseguirà nel trend positivo ormai in corso da anni. Ma io mi chiedo: esistono realmente margini di miglioramento?

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