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Strategie equity: analizzare la storia degli indici per poterne prevedere l’andamento futuro

di La redazione di Soldionline 6 lug 2006 ore 09:46
Giovedì 18 novembre,

Premessa:

L'analisi della storia passata degli indici azionari è a nostro avviso importante sia per cercare di prevederne il comportamento futuro, sia per inquadrare meglio il loro profilo di rischio.
Il crollo del mese di ottobre, che correttamente deve fare suonare un campanello di allarme per l'investitore e indurlo ad una maggiore prudenza, va nondimeno approfondito.
Quante volte negli ultimi anni ci sono stati cali percentualmente rilevanti?
Durante questi cali, gli indici azionari dei diversi paesi hanno modificato il loro grado di correlazione? O si sono mossi in modo difforme? Dopo quanti mesi sono riusciti a recuperare il prezzo pre-crollo?
In questo report l'obiettivo è cercare di analizzare le performances mensili di indici come Dax, S&P e Mibtel, per potere supportare le nostre previsioni anche con ulteriori elementi, sia quantitativi che qualitativi.


Considerazioni quantitative e qualitative:

Nella nostra analisi consideriamo tre indici: l'S&P in quanto rappresenta quasi metà della capitalizzazione globale (gli Usa sono circa il 50% del peso del MSCI world), il Dax che rappresenta la prima economia dell'area euro, infine il Mibtel che a torto o a ragione continua ad essere l'indice di riferimento per l'investitore italiano (soprattutto privato).
Il punto di partenza dell'analisi è pertanto la perdita di ottobre, che come vediamo nel grafico successivo ha avuto nei tre indici una dinamica estremamente diversa.


Fonte: Bloomberg

Il comportamento dei tre indici nel mese in questione è stato molto diverso, sia nella performance finale che nel modo in cui ci si è arrivati.
L'S&P è stato l'indice con il comportamento 'migliore' in termini relativi, in quanto ha perso 'solo' l'1,77% con una volatilità decisamente limitata.

Il calo di ottobre a nostro avviso è stato causato soprattutto dai timori di una politica monetaria più restrittiva, che negli Stati Uniti è già in atto da diversi mesi. Questa area geografica di conseguenza aveva già scontato il nuovo scenario negativo, risultando di fatto in questa fase maggiormente difensiva.
Più sorprendente può essere invece il differenziale di rendimento nel mese tra Dax e Mibtel, indice arrivato nell'ultima settimana del mese a perdere anche l'8%.
I due indici facendo parte di un contesto macroeconomico analogo, al contrario avrebbero dovuto differire poco in termini di performance.

Un'analisi storica a partire dal 1980 mostra alcune conclusioni interessanti.
Per andare così indietro dobbiamo necessariamente limitarci a Dax e S&P.


DAXSPX
perdita di
ottobre 05
-2,28%-1,77%
mesi peggiori
di ottobre 05
8076
mesi migliori
di ottobre 05
229233
tot mesi309309
% mesi peggiori
di ottobre 05
25,89%24,60%
% mesi migliori
di ottobre 05
74,11%75,40%

fonte: JC&Associati

La tabella comprende oltre 25 anni di dati mensili e sottolinea un profilo di rischio/rendimento favorevole (almeno per il periodo considerato) all'S&P che a parità di numero di osservazioni, nei mesi negativi presenta un downside minore rispetto al Dax.
Il comportamento dei due indici in realtà sembra abbastanza coerente nel periodo.
Aggiungendo l'indice azionario italiano all'analisi, emergono invece notevoli contraddizioni. I dati partono per tutti e tre gli indici dal luglio 1993, anno in cui è stato costituito l'indice Mibtel.

Per omogeneità di analisi compariamo quindi i tre indici partendo dalla stessa data, che comprende quindi un periodo di poco superiore a 12 anni.

DAXSPXMibtel
perdita di
ottobre
-2,28%-1,77%-6,65%
mesi peggiori
di ottobre 05
423912
mesi migliori
di ottobre 05
100103130
tot mesi142142142
% mesi peggiori
di ottobre 05
29,58%27,46%8,45%
% mesi migliori
di ottobre 05
70,42%72,54%91,55%
% mesi peggiori
di ottobre italiano 05
10,56%4,93%8,45%
st dev annualizzata23,61%14,81%22,20%
fonte: JC&Associati

Immancabilmente emerge la differenza tra il calo del Mibtel e quello degli altri indici nel mese di ottobre, differenza che richiede indubbiamente ulteriori considerazioni di tipo fondamentale/qualitativo.
Dax e S&P sono simili fino a che arriviamo a considerare il numero di mesi con performance negativa superiore al 6,65% (realizzata dal Mibtel lo scorso ottobre).
In questo caso il numero di osservazioni è circa la metà per l'S&P rispetto al Dax.
Anche la volatilità mensile annualizzata è decisamente minore per l'S&P rispetto al Dax.

A questo punto però non sappiamo ancora la qualità dei dati superiori e/o inferiori a tale performance ....


fonte: JC&Associati


fonte: JC&Associati

i due grafici mostrano in maniera diversa gli stessi dati, ed emerge nella curva di distribuzione come l'S&P presenti potenzialità di upside e di downside decisamente migliori in termini assoluti rispetto agli altri due indici.
Soprattutto risultano molto inferiori, in termini di numerosità, i mesi con performance ampiamente negative (oltre il 4%). Questi dati vengono anche espressi da un grado di volatilità strutturalmente inferiore.

Un'informazione aggiuntiva interessante potrebbe provenire dai giorni in media necessari per i tre indici, in caso di perdite analoghe a quelle sostenute dal Mibtel nel mese di ottobre 2005, per recuperare il livello di partenza.


DAXSPXMibtel
Recupero medio dopo la
caduta (gg)
a -6,65 dal 1980633864
a -6,65 dal 1994362450445
dato proprio
ottobre 05 da 1980
123119
dato proprio
ottobre 05 da 1994
113116445
fonte: JC&Associati

dal 1994 i tempi di recupero sono mediamente simili, con oltre 445 giorni in media per l'Italia contro un periodo analogo per l'S&P e uno di circa 360 giorni per il Dax.

Considerando i tempi di recupero ancora più alti per Dax e S&P dal 1980, possiamo arrivare ad una conclusione:
che un calo come quello del Mibtel in ottobre è difficile da recuperare e i tempi possono essere lunghi, indipendentemente dai motivi che lo hanno causato, contingenti o strutturali che siano.
Il nostro listino potrebbe perciò performare peggio in termini relativi ancora a lungo.


Conclusioni:


L'analisi dello scorso mese di ottobre mostra una notevole differenza in termini di performance e volatilità tra i tre indici.
Se il mese è stato estremamente 'doloroso' per l'indice italiano, non altrettanto si può dire per gli altri due indici, soprattutto per l'S&P che probabilmente aveva già scontato in passato parte delle cause del calo.
Inoltre dall'analisi emerge anche come l'S&P abbia avuto nel periodo considerato un profilo di rischio decisamente migliore, sia in termini di volatilità che di minore downside nei mesi maggiormente negativi.
Dall'analisi il Mibtel è l'indice che ne esce peggio.
In parte possiamo giustificarlo perché la serie storica comprende anche gli anni '90, in cui la volatilità era molto alta e l'Italia veniva considerata alla stregua di un paese emergente.
Il problema adesso è capire cosa succederà al nostro indice in futuro in termini di performance. Se cioè l'appartenenza all'area euro renderà coerente il suo comportamento con quello dei principali indici, o se al contrario manterrà un profilo di rischio peggiore.
Il punto fondamentale è riuscire ad interpretare correttamente le cause che hanno portato il nostro indice ad un calo significativo come quello di ottobre. Il suo andamento futuro e la sua capacità di recupero derivano infatti soprattutto da questo. Anche se la statistica non gioca a favore.
Il nostro timore è che sia in atto una sempre maggiore disaffezione da parte degli investitori esteri nei confronti del nostro listino sia per i dati macroeconomici in peggioramento, che per la frequenza con cui emergono situazioni 'problematiche'.
In questo caso temiamo che la sottoperformance del nostro listino azionario possa divenire strutturale




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