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Rapporto rendimento/duration e scelta della scadenza più congeniale

di La redazione di Soldionline 31 ago 2006 ore 09:10


mercoledì 30 agosto 2006

Il rendimento di un'obbligazione quantifica il reddito annuo che questa darà fino alla sua scadenza. La 'duration' di un'obbligazione invece ne identifica il rischio, misurando di quanto varierà il prezzo al variare dei tassi di interesse. Più alta è la misura della 'duration', maggiori saranno le oscillazioni di prezzo e quindi il rischio di avere perdite in conto capitale durante la vita del titolo.

Se non si vuole detenere un'obbligazione fino a scadenza, o comunque si vuole valutare il ritorno del proprio investimento a determinate scadenze temporali (un tipico intervallo di valutazione sono i classici 12 mesi), bisogna sommare il rendimento alla plus/minsvalenza.
In quest'ottica il rapporto rendimento/duration può fornire un semplice strumento di valutazione per decidere su quali scadenze posizionarsi con i propri investimenti obbligazionari; maggiore è questo rapporto, minore sarà la probabilità di trovarsi dopo 12 mesi con un ritorno complessivamente negativo.
Spieghiamo meglio questa semplice metodologia con l'ausilio di una tabella.



Vengono indicati il rendimento attuale e la duration di ogni titolo tra 12 mesi; il rapporto tra queste due grandezze (ultima colonna a destra) misura di quanto debbono aumentare i tassi di interesse in un anno per arrivare ad avere un ritorno complessivamente negativo.
Investendo oggi nel BTP 2,5% 2008 p.es. ci vorrà un aumento dei tassi del 4,81% per avere tra un anno un ritorno complessivamente negativo dell'investimento. Investendo oggi nel BTP 3,5% 2011 invece basterà un aumento dei tassi del 1,19% per avere tra un anno un ritorno complessivamente negativo dell'investimento... e così via.

E' evidente che prendendo in considerazione scadenze via via più lunghe, sono necessari incrementi di tassi sempre inferiori per azzerare il rendimento annuo dell'obbligazione; in termini assoluti quindi (come è ovvio) le scadenze più lunghe sono sempre le più penalizzate. Va inoltre ricordato che la metodologia proposta ha il pregio della semplicità ma non è del tutto rigorosa da un punto di vista matematico - finanziario; ha quindi una validità per valutare la convenienza di massima dell'investimento in obbligazioni di diversa scadenza

Come già detto in nostri report precedenti tuttavia questa semplice metodologia è interessante per almeno due motivi:
o consente al risparmiatore di valutare con relativa semplicità uno degli elementi tipicamente critici di un investimento: l'eventualità di un ritorno annuo complessivamente negativo;
o consente di monitorare periodicamente le varie scadenze in termini relativi, confrontando quelle che si sono 'avvantaggiate' e quelle che invece hanno peggiorato il loro rapporto rischio/rendimento.
Relativamente a quest'ultimo aspetto confrontiamo il rapporto Rendimento/Duration odierno con quello delle nostre precedenti analisi di dicembre 2005 e di luglio 2004.



Come si può vedere, le scadenze più brevi hanno continuato a migliorare i propri termini di investimento (almeno secondo questa metodologia), mentre le scadenze a medio-lungo termine restano abbastanza stabili. Questo è ovviamente l'effetto dell''appiattimento' della curva degli ultimi mesi, con i tassi a breve scadenza che sono aumentati molto di più di quelli a lunga scadenza.
Questo ovviamente non significa che l'investimento nel BTP a 10 anni non possa in definitiva risultare migliore rispetto ad uno di scadenza più breve (se i tassi in futuro scenderanno); tuttavia la metodologia proposta ci segnala che per risparmiatori poco propensi al rischio, le prospettive soprattutto dei titoli a tasso fisso con scadenza fino a 4anni sono continuamente migliorate.

In un'ottica di aiutare il più possibile i nostri lettori nella scelta delle scadenze più coerenti con il proprio profilo di rischio e le proprie aspettative, concludiamo allegando due tabelle che evidenziano il ritorno complessivo dell'investimento sulle varie scadenze secondo vari scenari (tre positivi per i bond e tre negativi).

SCENARIO NEGATIVO (tassi in salita)


SCENARIO POSITIVO (tassi in discesa)



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