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Parliamo dei Paesi Emergenti - sesta parte

Ecco la sesta puntata del nostro approfondimento sul debito dei paesi emergenti. Questa volta ci dedichiamo al concetto di “Peccato Originale”.

di Redazione GirlPower 28 mag 2007 ore 12:43
Il termine, piuttosto evocativo, di 'Original Sin' ('Peccato originale') è stato formulato dalla letteratura economica intorno alla fine degli anni '90 e va considerato, a mio parere, nel suo significato più ampio: a causa dell'assenza di un mercato interno in grado di finanziare i fabbisogni del paese, unita all'incapacità di questi stati di accendere prestiti nella loro divisa domestica in misura adeguata, i paesi emergenti sono costretti ad indebitarsi in valuta forte (una volta sterline o oro, oggi Euro, Dollari statunitensi e Yen). Perché i paesi emergenti non riescono a finanziarsi nella propria divisa domestica? Proprio come se si trattasse di un peccato originale (che colpisce non solo il peccatore ma anche i suoi discendenti), anche i paesi devono espiare colpe forse non tutte loro: né i residenti, né gli investitori esteri vogliono investire in una divisa nella quale non hanno nessuna fiducia. Perché non hanno fiducia nella divisa? Perché la fiducia si costruisce negli anni e proprio di fiducia questi paesi sono privi, a causa di una lunga tradizione di insolvenze e svalutazioni della divisa.

Si parla di Peccato Originale, perché non si sa a chi attribuire la colpa per queste situazioni di arretratezza del mercato finanziario e di impossibilità di accendere prestiti in valuta domestica.
La necessità di ricorrere alla divisa estera porta con se il rischio costante di ritrovarsi un debito rivalutato qualora la divisa nazionale, nella quale sono espresse le ricchezze ed i redditi del paese, dovesse svalutarsi. Per fare un esempio banale, si consideri un paese che abbia un Prodotto interno lordo di 1000 espresso in divisa locale e un debito pubblico tutto espresso in dollari di 300. Ad un cambio di 2 unità di divisa locale contro 1 dollaro, il paese ha un rapporto debito/Pil pari al 60%, un livello medio per un paese emergente. Qualora si arrivasse ad una svalutazione del divisa fino a 4 unità per un dollaro, il rapporto Debito/PIL diventerebbe del 120%, più difficilmente sostenibile.

Il problema del peccato originale (anche se forse non lo si definiva così) sembrava senza soluzione solo 15 anni fa. Tuttavia, oggi, molti paesi emergenti, specialmente quelli Asiatici che hanno conosciuto una profonda crisi nel 1997, hanno capito quale sia il rischio di prendere a prestito in valute forti e di dipendere troppo dagli investitori esteri. Hanno fatto del loro meglio per sviluppare mercati dei capitali locali che potessero soddisfare almeno il fabbisogno statale denominato in divisa locale, aprendoli anche agli investitori esteri.
Anche molti paesi LATAM, anche se non con gli stessi ritmi dell'Asia, hanno incominciato a creare un mercato dei capitali domestico o denominato in divida locale.



La figura precedente (ripresa, come la seguente, da Jeanneau, Tovar. 2006. I mercati obbligazionari interni in America latina. Rassegna trimestrale BRI, giugno 2006) evidenzia come nel giro di dieci anni gli stati sudamericani siano riusciti a migliorare il livello delle loro esportazioni (aumenta il rapporto tra Esportazioni misurate e PIL) e a far calare la percentuale di debito contratto in valuta straniera rispetto al debito totale, principalmente grazie all'incremento delle emissioni di debito in valuta domestica.



Dal grafico soprastante si intuisce come, dal 1995 al 2005, in LATAM siano cresciute le emissioni di bond denominati in valuta domestica, destinati per la maggior parte al mercato interno.
Tra i paesi LATAM, quelli che hanno sviluppato maggiormente il loro mercato domestico dotandolo di una discreta liquidità sono il Brasile e Messico. Entrambi i paesi hanno un mercato domestico di grosse dimensioni (del resto si tratta dei due maggiori paesi del Centro e Sud America), caratterizzato da scambi importanti e con costi di transazione contenuti.
I maggiori problemi che devono affrontare i paesi emergenti nella creazione di un mercato finanziario domestico sono:
- convincere gli investitori nazionali ed internazionali ad acquistare il debito in divisa domestica
- riuscire a raggiungere un minimo di massa critica sul mercato dei capitali.

I paesi emergenti, riuscendo a creare un mercato dei capitali domestico, creerebbero le condizioni ideali per far diminuire la loro dipendenza dagli investitori esteri.
Per la maggior parte, i titoli del debito pubblico denominati in valuta domestica, vengono venduti sul mercato interno ad investitori domestici ed esteri, mentre solamente una piccola parte viene offerta sui mercati internazionali.
Ultimamente, si sono viste sui mercati internazionali emissioni denominate in Real, anche da parte di emittenti non residenti in quei paesi, segno che si stanno creando le basi di un nuovo comparto di titoli.
Un contributo forte alla creazione di un mercato finanziario domestico è dato dalla nascita dei Fondi Pensione. Infatti i queste istituzioni sono veri e propri investitori di lungo termine, ossia i soggetti ideali che sostengono la domanda di debito pubblico in valuta domestica.



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