Mercato dei tassi: previsioni per il 2006
di La redazione di Soldionline 30 dic 2005 ore 08:58![]() |
Gli ultimi 12 mesi sono stati caratterizzati da tendenze abbastanza contrastanti; fino alla fine di settembre i mercati obbligazionari in Euro sembravano indirizzati verso livelli di tassi sempre più bassi, nonostante il prezzo del petrolio fosse passato da 45 USD al barile di inizio anno a oltre 60. A ottobre però sono bastate alcune dichiarazioni preoccupate della BCE per invertire bruscamente la tendenza.
La risalita dei tassi non è comunque stata uniforme, le scadenze a 2-3 anni hanno infatti subito un rialzo dei tassi decisamente più consistenti rispetto a tutte le altre.
Il mercato obbligazionario in USD ha invece ha vissuto un anno complessivamente poco movimentato, nonostante la FED abbia portato i tassi di riferimento dal 2,25% di inizio 2005 al 4,25% attuale. Se vogliamo, la sorpresa maggiore è stata la relativa stabilità delle scadenze superiori ai 5 anni.
In generale, possiamo indicare il rialzo del prezzo del petrolio e il generale 'appiattimento' delle curve dei tassi, quali maggiori fattori di sorpresa nel 2005.
Il comportamento di FED e BCE invece ha sostanzialmente ricalcato le previsioni, con la prima molto 'attiva' a perseguire una politica di rialzi progressivi e la seconda assai riluttante ad intraprendere qualsiasi iniziativa.
Più contrastate infine le dinamiche dei prezzi, con gli indici CPI generali in salita (soprattutto a causa del petrolio) ma quelli che scorporano le componenti energetiche ed alimentari (i cosiddetti indici 'core') in discesa.
Nella tabella di seguito sintetizziamo i cambiamenti avvenuti nel corso del 2005.

Veniamo ora alla parte più difficile (ma certamente la più interessante): le previsioni per il 2006.
Come sempre, i segnali sono piuttosto contrastanti e potrebbero portare i mercati dei tassi in direzioni opposte, cerchiamo quindi innanzitutto di individuare i fattori che dovrebbero influenzarli maggiormente.
Una prima cosa da sottolineare è il fatto che la tendenza all'appiattimento delle curve dei tassi indica aspettative di rallentamento economico; se quindi la crescita economica in USA dovesse continuare agli attuali ritmi molto sostenuti e quella in Europa dovesse aumentare, l'impatto sui tassi potrebbe essere assai significativo soprattutto per le scadenze superiori ai 5 anni.
Un altro fattore estremamente importante è relativo alle dinamiche inflattive; è evidente che la BCE e la FED considerano le attuali tendenze pericolose, nonostante il fatto che gli indici 'core' abbiano addirittura registrato un rallentamento.
Il forte aumento dei tassi con scadenze a 2 e 3 anni si giustifica in effetti proprio con le aspettative di tensioni sui prezzi, non solo sugli indici generali ma soprattutto su quelli 'core'; se queste aspettative non si dovessero concretizzare entro la prima metà del 2006, la forma della curva potrebbe subire modifiche molto significative.
Infine, ovviamente, l'andamento dei prezzi delle materie prime e soprattutto del petrolio sarà fondamentale; una sostanziale stabilità o addirittura una riduzione dei prezzi sarebbe certamente positiva, se invece si dovessero verificare ulteriori aumenti, superando magari i massimi del 2005 oltre i 70 USD al barile, si aprirebbero scenari del tutto differenti.
In sintesi; i tre fattori che influenzeranno maggiormente i mercati dei tassi nel corso del 2006 saranno (in ordine di importanza):
- dinamiche di crescita economica, che influenzeranno soprattutto le scadenze superiori ai 5 anni;
- dinamiche di crescita dei prezzi 'core' (escluso cioè l'impatto del petrolio), che influenzeranno soprattutto le scadenze fino ai 5 anni;
- andamento del prezzo del petrolio: che influenzerà i mercati finanziari in generale.
Volendo infine cercare di delineare gli scenari per il 2006, riteniamo probabile per almeno la prima metà del prossimo anno una continuazione delle tendenze attuali, con inversione della curva USA (tassi a 2 anni superiori di quelli a 10 anni) e ulteriore appiattimento della curva europea.
I dati macroeconomici dovrebbero continuare ad indicare una crescita economica stabile o in lieve decelerazione in USA e in accelerazione in Europa. La FED dovrebbe portare i tassi di riferimento al 4,50% e la BCE al 2,75% entro il primo semestre 2006. I prezzi del petrolio non dovrebbero superare i massimi del 2005 e forse registrare una diminuzione abbastanza significativa.
Se la tendenza generale dovrebbe quindi essere quella di curve piatte o invertite, il livello dei tassi potrebbe restare complessivamente stabile, con valori in discesa per le scadenze oltre i 5 anni in USD e in salita per le scadenze 2-5 anni in Euro.
Verso la fine del 2006 (o forse addirittura nel 2007), si potrebbero diffondere timori di rallentamento economico (partendo dagli USA), che consentirebbero ai mercati dei tassi di raggiungere nuovi minimi (e quindi nuovi massimi ai mercati obbligazionari) e di riportare la forma delle curve su strutture più normali (con i tassi a 10 anni superiori di quelli a 2 anni).
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