Marks & Spencer: Green rinuncia all’offerta. Piano alternativo del management e prospettive
Marks & Spencer, una delle principali catene retail europee, è stata per lungo tempo corteggiata dal finanziere Philip Green, che voleva acquisire la società attraverso un Leverage Buy Out.
di La redazione di Soldionline 1 set 2005 ore 09:48
15 luglio,
Riprendendo il discorso su Marks & Spencer affrontato per la parte debito nella sezione 'Mercato Obbligazionario' di JC Investimenti, alla luce della rinuncia di Philip Green cercheremo di studiare le possibili strategie del management e le prospettive della società.
Marks & Spencer, una delle principali catene retail europee, è stata per lungo tempo corteggiata dal finanziere Philip Green, che voleva acquisire la società attraverso un Leverage Buy Out. Il settore retail in Gran Bretagna dopo l'acquisizione di Safeway da parte di Morrison, continua ad essere in fermento a causa del processo di consolidamento attualmente in corso.
A nostro avviso ci sembra fondamentale capire le principali caratteristiche di M&S.
Innanzitutto c'è una duplice strategia distributiva derivante dai prodotti a marchio proprio e dai prodotti di terzi. I prodotti venduti vanno dall'abbigliamento, fino all'alimentare e alla profumeria. Nel mondo anglosassone le catene retail come M&S hanno una notevole libertà nella tipologia di prodotti distribuiti/distribuibili. Inoltre M&S è interessante per gli immobili di proprietà e per la divisione finanziaria attiva nei prestiti, nei prodotti di risparmio e nelle carte di credito.
Marks & Spencer sta al momento cercando un nuovo posizionamento di mercato, dopo la crisi di fine anni '90 che l'ha costretta al ridimensionamento e alla vendita di gran parte degli assets esteri. Una volta il marchio era molto più 'stilish' di adesso e molti esperti di settore considerano possibile un ritorno del brand ai fasti del passato, nonostante al momento M&S fatichi a difendere la propria quota di mercato.
Nel 2004 M&S (l'anno chiude a marzo) l'EPS (adjusted) è stato 24,5 pence, rispetto ad un fatturato di 8.3 miliardi di sterline. I margini sono in continuo miglioramento ma ricordiamo che nel 2001 la società era in perdita. A questo livello di capitalizzazione il P/E è di 14x con oltre l'8% di cash flows yield (666.5 milioni di sterline).
Green era interessato alla società per diversi motivi. Innanzitutto perché pensa che M&S possa essere gestita meglio. Poi perché attraverso il levereggiamento avrebbe usufruito di uno scudo fiscale non indifferente. In ultimo perché ci sono molti assets da vendere (immobili e divisione finanziaria) che genererebbero interessanti plusvalenze.
Il nuovo Ceo Stuart Rose, nonostante alcuni azionisti di rilievo volessero di fatto accettare la proposta di Green, ha resistito dicendo che la società vale di più. In risposta all'offerta di Green di 400p tutta cash, Rose ha risposto con un piano simile ma più leggero di quello che probabilmente avrebbe attuato Green.
Il piano di Rose prevede oltre £320 milioni di cost cutting per la fine del 2006 e quindi un deciso miglioramento dei margini. Inoltre Rose vuole restituire almeno 100p di cash agli azionisti vendendo la divisione finanziaria e aumentando la leva finanziaria.
Come dire un LBO fatto in casa, con tanto di scudo fiscale.
Ma perché Green avrebbe rinunciato? In realtà da molto tempo si parlava di enormi difficoltà da parte del miliardario inglese a trovare le risorse necessarie all'operazione. Le banche a fronte di un LBO troppo tirato dal punto di vista del debito, avevano espresso una certa preoccupazione. Anche con cash flows percentualmente rilevanti come quelli di M&S e di assets cedibili in tempi relativamente brevi, la struttura patrimoniale non deve essere troppo squilibrata. Inoltre l'offerta di Green di fatto si doveva considerare ostile in quanto M&S non ha permesso di effettuare una due diligence della società.
Di fronte a tali difficoltà, dopo l'entusiasmo iniziale l'impresa deve essere sembrata a Green troppo rischiosa. Il venire meno dell'offerta di Green toglie anche gli azionisti dall'imbarazzo di una decisione non facile da prendere, anche se il successivo ribasso del titolo deve avere generato non pochi rimpianti.
Rose, famoso per la sua capacità di ristrutturazione di catene retail in difficoltà, probabilmente sarebbe riuscito comunque a convincere gli azionisti a rifiutare l'offerta di Green, grazie alle sue indubbie capacità e al credito che gli da il mercato.
A questi livelli di capitalizzazione il rischio/rendimento di M&S sta ritornando ad essere attraente. L'appeal speculativo che continuerà ad esserci nei prossimi mesi contribuisce mantenere alta l'attenzione sulla società. Nel caso l'offerta di Green fosse stata accettata, si sarebbe ottenuto un rendimento del 10%. Rimane a questo punto l'ipotesi del piano indipendente e alternativo di Rose, che tra le cessioni, il dividendo straordinario e il taglio dei costi, dovrebbe creare ulteriore valore per gli azionisti. Nonostante il piano di Rose, non è quindi da escludere che nuovi potenziali acquirenti possano rientrare in gioco.
Eventuali storni del titolo nell'area 320/330, renderebbero il rapporto rischio/rendimento ancora più interessante.
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JC Investimenti è un servizio di consulenza on-line rivolto a investitori privati e istituzionali realizzato da analisti indipendenti di provata professionalità ed esperienza. I principali obiettivi di JC Investimenti sono:
" fornire analisi e commenti indipendenti sui mercati finanziari, attraverso Report periodici e interpretazioni in tempo reale dei principali avvenimenti economici;
" segnalare corrette strategie di investimento attraverso "Portafogli Consigliati" aggiornati in tempo reale. Per corrette strategie di investimento si intende un insieme di scelte che consentano un'adeguata distribuzione dei rischi e diano la possibilità di ottenere rendimenti superiori alla media del mercato;
" contribuire ad una maggiore consapevolezza degli investitori sulle opportunità, i rischi, gli errori e i casi di disinformazione più frequenti del mondo del risparmio;
" aggiornare gli abbonati sui principali temi normativi, legali e fiscali legati al mondo del risparmio.
Il servizio JC Investimenti non promette rendimenti favolosi ma mette in condizione gli iscritti di effettuare le scelte di investimento con maggiore cognizione di causa, evitando situazioni che potrebbero mettere a rischio la consistenza del proprio patrimonio.

Marks & Spencer, una delle principali catene retail europee, è stata per lungo tempo corteggiata dal finanziere Philip Green, che voleva acquisire la società attraverso un Leverage Buy Out. Il settore retail in Gran Bretagna dopo l'acquisizione di Safeway da parte di Morrison, continua ad essere in fermento a causa del processo di consolidamento attualmente in corso.
A nostro avviso ci sembra fondamentale capire le principali caratteristiche di M&S.
Innanzitutto c'è una duplice strategia distributiva derivante dai prodotti a marchio proprio e dai prodotti di terzi. I prodotti venduti vanno dall'abbigliamento, fino all'alimentare e alla profumeria. Nel mondo anglosassone le catene retail come M&S hanno una notevole libertà nella tipologia di prodotti distribuiti/distribuibili. Inoltre M&S è interessante per gli immobili di proprietà e per la divisione finanziaria attiva nei prestiti, nei prodotti di risparmio e nelle carte di credito.
Marks & Spencer sta al momento cercando un nuovo posizionamento di mercato, dopo la crisi di fine anni '90 che l'ha costretta al ridimensionamento e alla vendita di gran parte degli assets esteri. Una volta il marchio era molto più 'stilish' di adesso e molti esperti di settore considerano possibile un ritorno del brand ai fasti del passato, nonostante al momento M&S fatichi a difendere la propria quota di mercato.
Nel 2004 M&S (l'anno chiude a marzo) l'EPS (adjusted) è stato 24,5 pence, rispetto ad un fatturato di 8.3 miliardi di sterline. I margini sono in continuo miglioramento ma ricordiamo che nel 2001 la società era in perdita. A questo livello di capitalizzazione il P/E è di 14x con oltre l'8% di cash flows yield (666.5 milioni di sterline).
Green era interessato alla società per diversi motivi. Innanzitutto perché pensa che M&S possa essere gestita meglio. Poi perché attraverso il levereggiamento avrebbe usufruito di uno scudo fiscale non indifferente. In ultimo perché ci sono molti assets da vendere (immobili e divisione finanziaria) che genererebbero interessanti plusvalenze.
Il nuovo Ceo Stuart Rose, nonostante alcuni azionisti di rilievo volessero di fatto accettare la proposta di Green, ha resistito dicendo che la società vale di più. In risposta all'offerta di Green di 400p tutta cash, Rose ha risposto con un piano simile ma più leggero di quello che probabilmente avrebbe attuato Green.
Il piano di Rose prevede oltre £320 milioni di cost cutting per la fine del 2006 e quindi un deciso miglioramento dei margini. Inoltre Rose vuole restituire almeno 100p di cash agli azionisti vendendo la divisione finanziaria e aumentando la leva finanziaria.
Come dire un LBO fatto in casa, con tanto di scudo fiscale.
Ma perché Green avrebbe rinunciato? In realtà da molto tempo si parlava di enormi difficoltà da parte del miliardario inglese a trovare le risorse necessarie all'operazione. Le banche a fronte di un LBO troppo tirato dal punto di vista del debito, avevano espresso una certa preoccupazione. Anche con cash flows percentualmente rilevanti come quelli di M&S e di assets cedibili in tempi relativamente brevi, la struttura patrimoniale non deve essere troppo squilibrata. Inoltre l'offerta di Green di fatto si doveva considerare ostile in quanto M&S non ha permesso di effettuare una due diligence della società.
Di fronte a tali difficoltà, dopo l'entusiasmo iniziale l'impresa deve essere sembrata a Green troppo rischiosa. Il venire meno dell'offerta di Green toglie anche gli azionisti dall'imbarazzo di una decisione non facile da prendere, anche se il successivo ribasso del titolo deve avere generato non pochi rimpianti.
Rose, famoso per la sua capacità di ristrutturazione di catene retail in difficoltà, probabilmente sarebbe riuscito comunque a convincere gli azionisti a rifiutare l'offerta di Green, grazie alle sue indubbie capacità e al credito che gli da il mercato.
A questi livelli di capitalizzazione il rischio/rendimento di M&S sta ritornando ad essere attraente. L'appeal speculativo che continuerà ad esserci nei prossimi mesi contribuisce mantenere alta l'attenzione sulla società. Nel caso l'offerta di Green fosse stata accettata, si sarebbe ottenuto un rendimento del 10%. Rimane a questo punto l'ipotesi del piano indipendente e alternativo di Rose, che tra le cessioni, il dividendo straordinario e il taglio dei costi, dovrebbe creare ulteriore valore per gli azionisti. Nonostante il piano di Rose, non è quindi da escludere che nuovi potenziali acquirenti possano rientrare in gioco.
Eventuali storni del titolo nell'area 320/330, renderebbero il rapporto rischio/rendimento ancora più interessante.
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