Le caratteristiche dei CCTeu
A giugno di quest’anno la Repubblica Italiana ha emesso un nuovo tipo di obbligazione a tasso variabile, legata non più al rendimento del BOT semestrale (come i normali CCT), bensì al tasso Euribor a 6 mesi
di Redazione Soldionline 5 nov 2010 ore 10:19
Articolo a cura di JCAssociati.it
A giugno di quest’anno la Repubblica Italiana ha emesso un nuovo tipo di obbligazione a tasso variabile, legata non più al rendimento del BOT semestrale (come i normali CCT), bensì al tasso Euribor a 6 mesi.
Questa nuova tipologia di obbligazioni (CCTeu) presenta il vantaggio di avere un meccanismo di indicizzazione uguale alla stragrande maggioranza dei titoli a tasso variabile, dovrebbe quindi risultare più comprensibile e appetibile agli investitori internazionali.
Inoltre, data la scarsissima offerta di titoli di stato europei a tasso variabile, i CCTeu potrebbero beneficiare di una sorta di “effetto rarità”, soprattutto se/quando torneranno aspettative di risalita dei tassi di interesse, e quindi gli investitori richiederanno maggiormente i titoli a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso.
Venendo alle caratteristiche specifiche dei due CCTeu fin’ora emessi: uno a giugno con scadenza 2015 e uno pochi giorni fa con scadenza 2017, entrambe hanno una cedola semestrale di Euribor 6M +0,80% , tendenzialmente più elevata rispetto ai normali CCT (BOT 6M +0,30%).
Come mostra il grafico sottostante, i due indici (Euribor 6M e BOT 6M) hanno avuto andamenti diversi, il ché rende più difficile un confronto tra CCTeu e CCT normali.

Durante le fasi più acute della crisi del settore bancario (seconda metà 2008 – primo trimestre 2009), il tasso Euribor è stato nettamente più elevato del BOT 6M (favorendo quindi le cedole dei CCTeu). Viceversa a maggio-giugno 2010, durante l’apice della crisi dell’Euro, il BOT 6M ha brevemente superato l’Euribor (favorendo quindi le cedole dei CCT normali). Attualmente i due indici sono su livelli molti simili.
In generale comunque, a parità del livello generale dei tassi di interesse, col’indicizzazione sul tasso Euribor i CCTeu potranno fissare cedole più elevate durante eventuali nuove fasi di nervosismo sul settore bancario, mentre l’indicizzazione sul rendimento del BOT 6M consentirà ai CCT normali di fissare cedole più elevate, durante eventuali crisi di fiducia sulla solvibilità dell’Italia, consentendo quindi (almeno in teoria) di “contenere” i danni sul prezzo dei CCT.
Un altro aspetto da sottolineare, è che il meccanismo di indicizzazione più comprensibile e diffuso dovrebbe consentire un maggiore interesse e partecipazione a livello istituzionale e internazionale. I CCTeu quindi non dovrebbero avere le caratteristiche di erraticità di prezzo, che spesso si è sperimentata sui CCT tradizionali (si vedano in proposito le nostre note del: 17 dicembre 2009, 7 gennaio 2009, 2 dicembre 2008).
In effetti, una dimostrazione del maggiore apprezzamento degli investitori sembra già segnalata dai prezzi e dal Discount Margin dei CCTeu rispetto ai CCT normali.
Come mostra la tabella successiva, i CCTeu trattano su un Discount Margin decisamente inferiori rispetto ai CCT normali di pari scadenza.
Il prezzo indicato è quello “offerta” (lettera), cioè quello a cui è possibile acquistare il titolo.
Il “Discount Margin”, rappresenta il margine di rendimento su Euribor (in centesimi di punto percentuale), che l’investitore riesce ad ottenere (tenuto quindi conto del prezzo di acquisto).
Come lecito attendersi per un mercato efficiente, il Discoutn Margin dei CCTeu si avvicina all’Asset Swap Spread (ASW) dei BTP di pari scadenza (come mostra la tabella sottostante).
Il prezzo indicato è quello “offerta” (lettera), cioè quello a cui è possibile acquistare il titolo.
Lo “YTM” (Yield To Maturity), indica il rendimento a scadenza dell’emissione.
L’ “Asw” (Asset Swap margin), rappresenta il margine di rendimento sulla curva dei tassi interbancari IRS (in centesimi di punto percentuale).
Anche l’andamento del prezzo dei CCTeu paragonato a quello dei CCT normali infine, sembra confermare la buona accoglienza del mercato, con una migliore performance relativa di circa lo 0,70% dalla data di emissione del primo titolo con scadenza 2015.

In conclusione, i CCTeu sembrano una novità importante e interessante nel panorama dei titoli di stato a tasso variabile, che nel medio-lungo termine potrebbe finalmente sostituire i CCT tradizionali, da sempre penalizzati dalla scarsa efficienza del mercato secondario e dal poco interesse degli investitori istituzionali internazionali.
Il banco di prova definitivo si avrà con una eventuale futura crisi di fiducia, che permetterebbe una valutazione comparata del comportamento delle due tipologie di titoli. Tutte le premesse per il momento sembrano comunque giocare a favore delle nuove obbligazioni legate all’Euribor.
· fornire analisi e commenti indipendenti sui mercati finanziari, attraverso Report periodici e interpretazioni in tempo reale dei principali avvenimenti economici;
· segnalare corrette strategie di investimento attraverso "Portafogli Consigliati" aggiornati in tempo reale. Per corrette strategie di investimento si intende un insieme di scelte che consentano un'adeguata distribuzione dei rischi e diano la possibilità di ottenere rendimenti superiori alla media del mercato;
· contribuire ad una maggiore consapevolezza degli investitori sulle opportunità, i rischi, gli errori e i casi di disinformazione più frequenti del mondo del risparmio;
· aggiornare gli abbonati sui principali temi normativi, legali e fiscali legati al mondo del risparmio.
Il servizio JC Investimenti non promette rendimenti favolosi ma mette in condizione gli iscritti di effettuare le scelte di investimento con maggiore cognizione di causa, evitando situazioni che potrebbero mettere a rischio la consistenza del proprio patrimonio.
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A giugno di quest’anno la Repubblica Italiana ha emesso un nuovo tipo di obbligazione a tasso variabile, legata non più al rendimento del BOT semestrale (come i normali CCT), bensì al tasso Euribor a 6 mesi.
Questa nuova tipologia di obbligazioni (CCTeu) presenta il vantaggio di avere un meccanismo di indicizzazione uguale alla stragrande maggioranza dei titoli a tasso variabile, dovrebbe quindi risultare più comprensibile e appetibile agli investitori internazionali.
Inoltre, data la scarsissima offerta di titoli di stato europei a tasso variabile, i CCTeu potrebbero beneficiare di una sorta di “effetto rarità”, soprattutto se/quando torneranno aspettative di risalita dei tassi di interesse, e quindi gli investitori richiederanno maggiormente i titoli a tasso variabile rispetto a quelli a tasso fisso.
Venendo alle caratteristiche specifiche dei due CCTeu fin’ora emessi: uno a giugno con scadenza 2015 e uno pochi giorni fa con scadenza 2017, entrambe hanno una cedola semestrale di Euribor 6M +0,80% , tendenzialmente più elevata rispetto ai normali CCT (BOT 6M +0,30%).
Come mostra il grafico sottostante, i due indici (Euribor 6M e BOT 6M) hanno avuto andamenti diversi, il ché rende più difficile un confronto tra CCTeu e CCT normali.

Durante le fasi più acute della crisi del settore bancario (seconda metà 2008 – primo trimestre 2009), il tasso Euribor è stato nettamente più elevato del BOT 6M (favorendo quindi le cedole dei CCTeu). Viceversa a maggio-giugno 2010, durante l’apice della crisi dell’Euro, il BOT 6M ha brevemente superato l’Euribor (favorendo quindi le cedole dei CCT normali). Attualmente i due indici sono su livelli molti simili.
In generale comunque, a parità del livello generale dei tassi di interesse, col’indicizzazione sul tasso Euribor i CCTeu potranno fissare cedole più elevate durante eventuali nuove fasi di nervosismo sul settore bancario, mentre l’indicizzazione sul rendimento del BOT 6M consentirà ai CCT normali di fissare cedole più elevate, durante eventuali crisi di fiducia sulla solvibilità dell’Italia, consentendo quindi (almeno in teoria) di “contenere” i danni sul prezzo dei CCT.
Un altro aspetto da sottolineare, è che il meccanismo di indicizzazione più comprensibile e diffuso dovrebbe consentire un maggiore interesse e partecipazione a livello istituzionale e internazionale. I CCTeu quindi non dovrebbero avere le caratteristiche di erraticità di prezzo, che spesso si è sperimentata sui CCT tradizionali (si vedano in proposito le nostre note del: 17 dicembre 2009, 7 gennaio 2009, 2 dicembre 2008).
In effetti, una dimostrazione del maggiore apprezzamento degli investitori sembra già segnalata dai prezzi e dal Discount Margin dei CCTeu rispetto ai CCT normali.
Come mostra la tabella successiva, i CCTeu trattano su un Discount Margin decisamente inferiori rispetto ai CCT normali di pari scadenza.
Cedola |
Floater |
|
|
|
Codice |
Prezzo |
Disc. Margin |
|
Emittente |
Corrente | Spread | Scadenza | Valuta | Rating | ISIN | (offerta) | (offerta) |
|
||||||||
CCT |
1,260% | 30 | 1-set-15 | EUR | Aa2/A+ | IT0004404965 | 97,31 | 86,50 |
CCTS EU |
1,803% | 80 | 15-dic-15 | EUR | Aa2/A+ | IT0004620305 | 100,63 | 67,62 |
CCT |
1,260% | 30 | 1-mar-17 | EUR | Aa2/A+ | IT0004584204 | 96,21 | 92,49 |
CCTS EU |
2,009% | 80 | 15-ott-17 | EUR | Aa2/A+ | IT0004652175 | 100,30 | 75,34 |
Il “Discount Margin”, rappresenta il margine di rendimento su Euribor (in centesimi di punto percentuale), che l’investitore riesce ad ottenere (tenuto quindi conto del prezzo di acquisto).
Come lecito attendersi per un mercato efficiente, il Discoutn Margin dei CCTeu si avvicina all’Asset Swap Spread (ASW) dei BTP di pari scadenza (come mostra la tabella sottostante).
Cedola |
|
|
|
Codice |
Prezzo |
YTM |
Asw |
|
Emittente |
Corrente | Scadenza | Valuta | Rating | ISIN | (offerta) | (offerta) | (offerta) |
|
||||||||
BTPS |
3,750% | 1-ago-15 | EUR | Aa2/A+ | IT0003844534 | 104,64 | 2,70 | 56 |
BTPS |
5,250% | 1-ago-17 | EUR | Aa2/A+ | IT0003242747 | 112,60 | 3,17 | 74 |
Il prezzo indicato è quello “offerta” (lettera), cioè quello a cui è possibile acquistare il titolo.
Lo “YTM” (Yield To Maturity), indica il rendimento a scadenza dell’emissione.
L’ “Asw” (Asset Swap margin), rappresenta il margine di rendimento sulla curva dei tassi interbancari IRS (in centesimi di punto percentuale).
Anche l’andamento del prezzo dei CCTeu paragonato a quello dei CCT normali infine, sembra confermare la buona accoglienza del mercato, con una migliore performance relativa di circa lo 0,70% dalla data di emissione del primo titolo con scadenza 2015.

In conclusione, i CCTeu sembrano una novità importante e interessante nel panorama dei titoli di stato a tasso variabile, che nel medio-lungo termine potrebbe finalmente sostituire i CCT tradizionali, da sempre penalizzati dalla scarsa efficienza del mercato secondario e dal poco interesse degli investitori istituzionali internazionali.
Il banco di prova definitivo si avrà con una eventuale futura crisi di fiducia, che permetterebbe una valutazione comparata del comportamento delle due tipologie di titoli. Tutte le premesse per il momento sembrano comunque giocare a favore delle nuove obbligazioni legate all’Euribor.
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