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Le agenzie di Rating non anticipano più il mercato ma lo seguono: un esempio eclatante.

di La redazione di Soldionline 1 set 2005 ore 11:21
mercoledì 13 luglio 2005

Prendiamo oggi spunto dalla notizia che Moody's ha messo 'sotto osservazione' il rating (Baa2) di General Motors per un possibile 'downgrade' (cioè abbassamento del rating), per parlare di come il mercato reagisca oggi a queste notizie.

Fino alla prima metà degli anni '90 il rating della società determinava in buona sostanza lo 'spread' (cioè il differenziale di rendimento rispetto al tasso interbancario swap o ai titoli di stato di pari scadenza) di un emittente. Se una o tutt'e due le principali agenzie lo modificavano, il rendimento (e quindi lo spread) si adeguava immediatamente. Il rating di Moody's o S&P era quindi considerato dal mercato un giudizio quasi 'insindacabile'.
Negli ultimi anni il ruolo sembra però essersi invertito; il mercato tende ad associare il proprio livello di rischio indipendentemente dal rating di una società, succede quindi spesso che le agenzie si 'adeguino' con maggiore o minore ritardo ad un nuovo livello di spread piuttosto che viceversa.

Un esempio eclatante di questa situazione è ovviamente General Motors; di seguito abbiamo sovrapposto due grafici:
- il primo confronta l'andamento dello 'spread' di un'obbligazione GM 2013 in Euro con gli spread medi per categorie di Rating:
- il secondo segnala nello stesso periodo di tempo il rating ufficiale delle due principali agenzie (Moody's e S&P).


Dai due grafici della pagina precedente emerge chiaramente la significativa divergenza di valutazione tra mercato e agenzie di rating.

- Fino a maggio 2002 GM (rating A2/BBB+) ha trattato in linea con gli spread medi delle obbligazioni BBB (linea gialla); mercato ed agenzie erano quindi sostanzialmente allineati.
- Dopo maggio 2002 gli spread delle obbligazioni GM si sono velocemente avvicinati ai livelli medi degli emittenti BB (linea arancione), quindi assai più rischiosi; le agenzie di rating si sono parzialmente adeguate abbassando il giudizio su GM a A3/BBB, restando comunque decisamente più positive del mercato.
- Nel corso di tutto il 2003 e 2004 le obbligazioni GM hanno continuato a trattare in linea con le emissioni BB; nel frattempo le agenzie effettuavano un'altra 'limatura' del rating portandolo a Baa1/BBB-, ma mantenendolo sempre decisamente superiore rispetto al giudizio del mercato.
- A inizio 2005 le obbligazioni GM, dopo le ennesime notizie negative, sono letteralmente crollate portando il rendimento e quindi lo spread a livelli elevatissimi, sopra addirittura la media delle emissioni con rating inferiore a singola B (linea rossa), quelle cioè con elevatissimo rischio di insolvenza; delle due principali agenzie una (S&P) ha 'reagito' a questa nuova situazione abbassando il giudizio a BB, l'altra (Moody's) ha solo recentemente iniziato il processo di revisione che potrebbe portare ad un 'downgrade' nei prossimi mesi.

Quello di GM è certamente l'esempio più eclatante, ma sempre più spesso capita di osservare come i rating tendono a seguire (spesso con 4-5 mesi di ritardo) e non più anticipare i movimenti del mercato obbligazionario Corporate.
Il motivo principale è probabilmente legato alla maggiore 'velocità' con cui si muovono oggi i mercati finanziari, velocità che male si addice ai lenti e rigorosi meccanismi di valutazione delle agenzie di rating.
Un altro motivo che potrebbe (sottolineiamo il condizionale) influenzare le decisioni delle agenzie di rating, è il fatto che queste ultime sono pagate proprio dalle stesse società che devono 'giudicare', in palese conflitto di interesse.
Soprattutto nel caso di società come Ford o GM, che rappresentano per le agenzie di rating una fonte importante di introiti, è quantomeno ipotizzabile che pressioni 'politiche' abbiamo spinto a ritardare decisioni di abbassamento del giudizio.

Nonostante tutte le problematiche sopra citate, le agenzie di rating restano comunque la fonte più autorevole e accessibile, per identificare e catalogare in maniera immediata il merito di credito delle società; come sempre è importante utilizzare queste informazioni nella giusta maniera.
Per i cosiddetti 'cassettisti', il rating non può più essere sufficiente quando si decide di effettuare un investimento (soprattutto se il titolo che si sta valutando ha rating inferiori a singola A), ma solo un punto di partenza per effettuare una prima selezione.
Per gli speculatori invece, segnaliamo che sempre più spesso la decisione di una o entrambe le agenzie cambiare il rating, si traduce in movimenti del titolo di segno contrario a quello che si dovrebbe logicamente supporre (cioè i titoli spesso scendono dopo un miglioramento del rating e salgono dopo un peggioramento).






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