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Il rialzo dei tassi di Bund e T-Bond sfonda i livelli di resistenza

Dal 2000 ad oggi i rendimenti di quasi tutti i titoli di stato dei paesi industrializzati ( e non solo) hanno realizzato continui cali che, solo saltuariamente interrotti da fasi di temporaneo rialzo, hanno poi visto il costante raggiungimento di nuovi minimi

di Redazione Soldionline 4 lug 2013 ore 11:03

Articolo a cura di JCinvestimenti.it

Dal 2000 ad oggi i rendimenti di quasi tutti i titoli di stato dei paesi industrializzati ( e non solo) hanno realizzato continui cali che, solo saltuariamente interrotti da fasi di temporaneo rialzo, hanno poi visto il costante raggiungimento di nuovi minimi.
Il Bund ed il Ten Year americano possono essere in questo caso considerati un po’ l’emblema di questi ribassi, nonché forse anche il motore stesso e la guida dietro cui le flessioni si sono verificate un po’ ovunque seppur con intensità diverse e specificità locali.
Se osserviamo il grafico che qui sotto abbiamo allegato possiamo notare come negli ultimi mesi, prima quindi della recente risalita, i rendimenti sia in Usa che in Germania fossero un quinto di quanto erano all’inizio del 2000.

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Fonte: Bloomberg. Rendimento del decennale americano (arancione) e tedesco ( bianco) dal 2000 ad oggi

Dopo una politica monetaria espansiva portata avanti quasi senza tregua dalla Federal Reserve dal novembre 2008 ad oggi, le recenti dichiarazioni del governatore Bernanke sembrano aver mutato almeno in parte il quadro di fondo nel qual si sono mossi i mercati finanziari nell’ultimo triennio.
Il timido rialzo impostato dal rendimento americano dall’estate del 2012 si è fatto più corposo e nelle ultime settimane altri mercati si sono accodati, quali il Bund per esempio che risente certamente di un puro effetto contagio, visto che la Bce sembra lontana mille miglia da una possibile uscita dalla politica monetaria espansiva, vista la difficilissima congiuntura e il mercato del credito in cui versa la maggior parte dei paesi dell’Eurozona.
Il movimento di rialzo però è molto significativo in entrambe le aree del mondo perché sono stati infranti livelli particolarmente importanti che potrebbero segnalare una vera e propria inversione del mercato obbligazionario.
Vediamo di analizzarli in maggiore dettaglio partendo proprio dal titolo americano.
Solo poche settimane fa proprio dal nostro sito avevamo lanciato alcuni segnali di allerta, indicando la preoccupante risalita dei tassi a lunga americani che si avvicinavano a soglie molto critiche, proprio in questo pezzo.
La soglia indicata a 2.40%-2,45% quale spartiacque per l’evoluzione del mercato nei prossimi mesi è stata oltrepassata e i tassi hanno velocemente raggiunto massimi in area 2,65%.

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Fonte: Bloomberg . Rendimento del Decennale Usa dal 2007


A questo punto il prossimo obiettivo interessante e anche abbastanza a portata di mano risiede nel raggiungimento dell’area 2,75%-2,85%, dove passa una linea di trend tracciata in rosso nel grafico, e dove ritroviamo una percentuale di ritracciamento importante secondo i numeri di Fibonacci. In area 2,86% passa infatti i 61,8% di retracement del calo impostato dall’inizio del 2011.
Ma come già avevamo scritto nel nostro pezzo precedente a nostro avviso non possiamo escludere che nei prossimi mesi il movimento estenda ulteriormente con possibili obiettivi in ara 3.50/3,75%, a meno che tutto non si risolva con un nulla di fatto nel momento in cui l’azione di mercato dovesse negare la rottura rialzista con un veloce rientro al di sotto di 2,4%, ipotesi a nostro avviso abbastanza remota.
A coloro che non fossero quindi riusciti ad alleggerire la posizione lunga sui titoli americani suggeriamo di considerare ogni calo in direzione di 2,5%/2,45% come un’opportunità di riduzione o azzeramento della posizione.
Passando ora ad analizzare invece il bund tedesco, non possiamo non cogliere la concordanza del movimento, partito tardivamente rispetto al cugino americano, ma recentemente ad esso perfettamente sincronizzato anche nella velocità della salita.

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Fonte: Bloomberg . Rendimento del Bund dal 1999

Nel grafico sopra possiamo vedere che la fascia di resistenza posta a 1,7% è stata rapidamente oltrepassata con una figura che con i due minimi pressoché identici raggiunti sia nel 2012 che all’inizio dello scorso maggio a 1.10-1.15% pone obiettivi importanti in area 2,3%, con resistenze importanti intermedi in area 2,-2,05%, come ravvisabile anche nella figura che qui sotto è stata allegata.

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Fonte: Bloomberg. Rendimento Bund e obiettivi

Anche per il titolo tedesco, così come per quello americano dunque, il superamento di soglie critiche pone obiettivi decisamente al di sopra dei livelli fino ad ora raggiunti.
Per il decennale Usa comunque i margini di risaliti paiono tecnicamente decisamente più ampi, elemento quest’ultimo che coincide anche da un punto di vista fondamentale con il cambio di prospettiva monetaria messo in campo dalla Federal Reserve, nonché da un tasso di crescita ben più solido di quanto si vede in Europa.
La conseguenza operativa per i bund è simile quindi a quanto già abbiamo espresso per i titoli americani, seppur l’entità del rialzo sia inferiore nei margini attesi, con il suggerimento di alleggerire le posizioni qualora non si sia già provveduto al superamento di quota 1,7%.
A conclusione di questo nostro scritto vorremmo sottolineare che l’andamento del mercato obbligazionario americano funge certamente da indicatore per molti mercati, quelli obbligazionari in testa.
Questa volta a nostro avviso in modo particolare poiché più che un movimento dettato daun’economia in grado di crescere da sola nei prossimi mesi, potrebbe in realtà essere conseguenza dell’esaurimento delle iniezioni di liquidità che hanno probabilmente condotto i rendimenti su livelli inferiori rispetto a quanto avremmo visto senza il supporto delle banche centrali. L’impatto potrebbe quindi allargarsi anche a mercati e regioni molto diverse per caratteristiche economiche e monetarie.

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