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I motivi del continuo calo dei CCT e le loro prospettive

Il continuo calo del prezzo dei CCT, classico “rifugio” dei risparmiatori avversi al rischio, sta creando notevole apprensione a tantissimi italiani.

di Emanuela Marino 4 dic 2008 ore 10:16
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A cura di Jc&Associati


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Analizziamo quindi le ragioni di questo andamento e cerchiamo di valutare quali possano essere le prospettive di medio periodo (posto che al momento quelle di breve periodo sono per definizione imprevedibili).

Le motivazioni del calo dei CCT sono essenzialmente 2:
-    Il crollo dei rendimenti dei BOT 6 mesi;
-    L’aumento del “rischio Italia” sui mercati obbligazionari

BOT 6 mesi
I CCT sono titoli a tasso variabile che “fissano” la cedola sulla base del rendimento del BOT a 6 mesi. Di conseguenza, tanto più alto è il rendimento dei BOT, tanto maggiore sarà la cedola del CCT (e quindi a parità di altre condizioni il suo prezzo) e viceversa.
Negli ultimi mesi la “corsa ai BOT” degli investitori spaventati dalle oscillazioni dei mercati, ha creato un vero e proprio crollo dei rendimenti (passati dal 4,50% di agosto al 2,50% attuale), causando di conseguenza una diminuzione delle cedole dei CCT e quindi anche del loro prezzi


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Rischio Italia
Se da un lato il rendimento dei BOT è crollato, dall’altro lo “spread” dei titoli di stato italiani rispetto a quelli tedeschi o francesi è decisamente aumentato. Lo spostamento verso emittenti “al di sopra di ogni sospetto” infatti, ha creato i presupposti per un forte aumento del rendimento richiesto dagli investitori per investire in un paese così fortemente indebitato come l’Italia.
Se a gennaio 2008 la differenza tra il rendimento del BTP 4,25% agosto 2014 e del Bund 4,25% luglio 2014 era di solo lo 0.15%, adesso è di circa 1,25%.


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In termini di prezzo questo aumento del differenziale è pari a circa 6 punti percentuali, dato però che nel frattempo i tassi di interesse sono decisamente scesi, il prezzo del BTP (avendo cedola fissa) è rimasto sostanzialmente invariato rispetto a inizio anno (mentre p.es. il Bund equivalente è salito di oltre 6 punti percentuali).


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Da quanto precede, risulta evidente che il calo del  prezzo dei CCT è la combinazione di due fenomeni contrari: il crollo del rendimento dei BOT è l’aumento dello “spread” sui titoli di stato a medio-lunga scadenza (inclusi quindi i CCT).

Questa situazione, che è il frutto dell’attuale condizione di grande nervosismo degli investitori, è destinata certamente a durare per qualche tempo.
Con un orizzonte temporale a 9-12 mesi però è lecito attendersi un’evoluzione o in senso positivo, con un’attenuazione dei timori degli investitori, o in senso negativo, con un ulteriore aumento dei timori sull’Italia e sulla “tenuta” dell’Euro.
Nel primo caso, si avrebbe un aumento dei rendimenti dei BOT e una diminuzione dello “spread” sui titoli di stato italiani, con un doppio effetto positivo sul prezzo dei CCT, che tornerebbero verosimilmente vicino al valore di 100.
Nel secondo caso sarebbe assai difficile prevedere l’andamento di tutti i titoli italiani (inclusi quindi i CCT). Tuttavia nel caso di una crisi veramente severa sarebbe plausibile attendersi una vera e propria “fuga” degli investitori anche dai BOT con un conseguente forte aumento dei relativi rendimenti (e quindi delle cedole dei CCT). Pur in una condizione di notevole difficoltà i CCT, rispetto agli altri titoli di stato italiani, avrebbero almeno il beneficio di cedole crescenti risultando quindi una scelta meno negativa rispetto soprattutto ai BTP

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