Gazprom: nazionalizzazione potenzialmente positiva per gli azionisti di minoranza
Gazprom è il primo produttore al mondo di gas naturale. Lo stato russo controlla il 39,3% della società. L’obiettivo del governo, reso pubblico nelle scorse settimane, sarebbe quello di salire appena oltre il 50% ...
di La redazione di Soldionline 1 set 2005 ore 09:47
Price $37 e 30,35 euro
Share outs
Mkt Cap
1year high/low $19,58/39,5 e 16,80/32,4 euro
16 settembre,
Dopo la tempesta provocata sulla borsa russa dall''affare' Yukos, anche le ipotesi di rinazionalizzazione parziale di Gazprom erano state accolte con disappunto e timore dagli investitori internazionali. Entrambe le 'issues' sono a nostro avviso molto delicate, perché una nuova fuga di capitali esteri dalla Russia (il cui indice è stato uno dei pochi ad apprezzarsi nel bear market del 2000) avrebbe potuto ripercuotersi negativamente anche su altri mercati emergenti.
In realtà, la probabile evoluzione dell'assetto azionario di Gazprom sembra al momento gestita in modo da risultare addirittura positiva per gli azionisti di minoranza. Se così fosse si potrebbe nuovamente creare un mood positivo sul paese, che farebbe passare in secondo piano gli errori fatti per Yukos.
Riepiloghiamo i fatti.
Gazprom è il primo produttore al mondo di gas naturale. Lo stato russo controlla il 39,3% della società. L'obiettivo del governo, reso pubblico nelle scorse settimane, sarebbe quello di salire appena oltre il 50% per garantirsi il totale controllo del Board e per influenzare maggiormente le future strategie e alleanze della società. Il controllo diretto delle fonti di energia presuppone infatti anche un maggiore peso politico a livello internazionale.
Il principale dilemma del governo russo era come raggiungere un simile obiettivo senza danneggiare gli investitori di minoranza e quindi peggiorare la propria immagine all'estero.
La soluzione è stata trovata con uno swap tra la società petrolifera Rosneft, quasi interamente posseduta dallo Stato e il 10,7% circa di Gazprom necessario al governo per superare il 50% del capitale.
Qualcuno potrebbe obiettare sui valori di concambio, ma noi crediamo che essendo in gioco per l'ennesima volta l'immagine e la credibilità dell'amministrazione Putin, si cercherà di trovare una soluzione ragionevolmente 'fair'.
Ai prezzi attuali il 10,7% di Gazprom vale circa 6 miliardi di dollari. Valutando Rosneft sulle riserve e deducendo la posizione finanziaria netta negativa, avremmo secondo stime di mercato un valore di poco inferiore a 5 miliardi di dollari. Includendo anche le riserve di greggio potenziali, i due valori dovrebbero avvicinarsi ulteriormente.
Un secondo problema deriverebbe dalla difficoltà a reperire sul mercato oltre il 10% del capitale della società. Anche questo problema sembra invece superabile in quanto la società ha circa il 16% di azioni proprie che utilizzerebbe per lo swap.
L'acquisizione della maggioranza di Gazprom da parte dello Stato (nonostante le smentite di alcuni ministri) dovrebbe come assicurato dal presidente Putin, eliminare le restrizioni per gli investitori esteri, che al momento non possono superare il 14% del capitale. La quota in mano agli investitori esteri sembrerebbe però essere maggiore, intorno al 20%, in seguito ad acquisti sul mercato locale.
L'impatto di tale decisione sarebbe positivo, perché da una parte eliminerebbe il premio tra le azioni quotate sulla borsa locale e le ADR/GDR (quotate a New York e Francoforte) e dall'altra farebbe aumentare il peso di Gazprom negli indici azionari internazionali.
Inoltre gli investitori internazionali potrebbero nominare alcuni membri (ovviamente la minoranza) del consiglio di amministrazione e ad avere un maggiore feed back sulla reale performance della società. Il concetto di Corporate Governance fondamentale per la fiducia degli investitori, in Russia attualmente sembra a dir poco inesistente. Nondimeno una simile operazione potrebbe sensibilizzare sulla questione le autorità russe.
In ultimo, ma non di secondaria importanza, è l'aspetto industriale dell'operazione. Le sinergie industriali e finanziarie che si verrebbero a creare potrebbero essere notevoli. In alcune aree le 2 società hanno già interessi comuni e inoltre ci sarebbero maggiori risorse finanziarie per esplorare le concessioni di Rosneft.
Il passo successivo potrebbe poi essere quello di acquisire, ovviamente a prezzi di favore, parte degli assets di Yukos.
Gazprom a seguito di questa operazione a fronte di un incremento di debito poco rilevate per il suo bilancio, si troverebbe assets importanti e soprattutto una maggiore diversificazione delle revenues.
Concludendo, in assenza di dettagli precisi e di un valore di concambio certo, rimaniamo ancora nel campo delle ipotesi. La liberalizzazione per gli investitori esteri ci sembra forse l'issue più importante. Al momento però la visibilità su Gazprom è ancora limitata e perciò conviene essere prudenti e attendere dati più precisi. Nondimeno, se si crede nella performance dei mercati emergenti per i prossimi anni, questa potrebbe essere un occasione storica per acquistare il leader mondiale nella produzione di gas naturale. Consigliamo perciò di monitorare molto attentamente
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JC Investimenti è un servizio di consulenza on-line rivolto a investitori privati e istituzionali realizzato da analisti indipendenti di provata professionalità ed esperienza. I principali obiettivi di JC Investimenti sono:
" fornire analisi e commenti indipendenti sui mercati finanziari, attraverso Report periodici e interpretazioni in tempo reale dei principali avvenimenti economici;
" segnalare corrette strategie di investimento attraverso "Portafogli Consigliati" aggiornati in tempo reale. Per corrette strategie di investimento si intende un insieme di scelte che consentano un'adeguata distribuzione dei rischi e diano la possibilità di ottenere rendimenti superiori alla media del mercato;
" contribuire ad una maggiore consapevolezza degli investitori sulle opportunità, i rischi, gli errori e i casi di disinformazione più frequenti del mondo del risparmio;
" aggiornare gli abbonati sui principali temi normativi, legali e fiscali legati al mondo del risparmio.
Il servizio JC Investimenti non promette rendimenti favolosi ma mette in condizione gli iscritti di effettuare le scelte di investimento con maggiore cognizione di causa, evitando situazioni che potrebbero mettere a rischio la consistenza del proprio patrimonio.
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16 settembre,

In realtà, la probabile evoluzione dell'assetto azionario di Gazprom sembra al momento gestita in modo da risultare addirittura positiva per gli azionisti di minoranza. Se così fosse si potrebbe nuovamente creare un mood positivo sul paese, che farebbe passare in secondo piano gli errori fatti per Yukos.
Riepiloghiamo i fatti.
Gazprom è il primo produttore al mondo di gas naturale. Lo stato russo controlla il 39,3% della società. L'obiettivo del governo, reso pubblico nelle scorse settimane, sarebbe quello di salire appena oltre il 50% per garantirsi il totale controllo del Board e per influenzare maggiormente le future strategie e alleanze della società. Il controllo diretto delle fonti di energia presuppone infatti anche un maggiore peso politico a livello internazionale.
Il principale dilemma del governo russo era come raggiungere un simile obiettivo senza danneggiare gli investitori di minoranza e quindi peggiorare la propria immagine all'estero.
La soluzione è stata trovata con uno swap tra la società petrolifera Rosneft, quasi interamente posseduta dallo Stato e il 10,7% circa di Gazprom necessario al governo per superare il 50% del capitale.
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Ai prezzi attuali il 10,7% di Gazprom vale circa 6 miliardi di dollari. Valutando Rosneft sulle riserve e deducendo la posizione finanziaria netta negativa, avremmo secondo stime di mercato un valore di poco inferiore a 5 miliardi di dollari. Includendo anche le riserve di greggio potenziali, i due valori dovrebbero avvicinarsi ulteriormente.
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L'acquisizione della maggioranza di Gazprom da parte dello Stato (nonostante le smentite di alcuni ministri) dovrebbe come assicurato dal presidente Putin, eliminare le restrizioni per gli investitori esteri, che al momento non possono superare il 14% del capitale. La quota in mano agli investitori esteri sembrerebbe però essere maggiore, intorno al 20%, in seguito ad acquisti sul mercato locale.
L'impatto di tale decisione sarebbe positivo, perché da una parte eliminerebbe il premio tra le azioni quotate sulla borsa locale e le ADR/GDR (quotate a New York e Francoforte) e dall'altra farebbe aumentare il peso di Gazprom negli indici azionari internazionali.
Inoltre gli investitori internazionali potrebbero nominare alcuni membri (ovviamente la minoranza) del consiglio di amministrazione e ad avere un maggiore feed back sulla reale performance della società. Il concetto di Corporate Governance fondamentale per la fiducia degli investitori, in Russia attualmente sembra a dir poco inesistente. Nondimeno una simile operazione potrebbe sensibilizzare sulla questione le autorità russe.
In ultimo, ma non di secondaria importanza, è l'aspetto industriale dell'operazione. Le sinergie industriali e finanziarie che si verrebbero a creare potrebbero essere notevoli. In alcune aree le 2 società hanno già interessi comuni e inoltre ci sarebbero maggiori risorse finanziarie per esplorare le concessioni di Rosneft.
Il passo successivo potrebbe poi essere quello di acquisire, ovviamente a prezzi di favore, parte degli assets di Yukos.
Gazprom a seguito di questa operazione a fronte di un incremento di debito poco rilevate per il suo bilancio, si troverebbe assets importanti e soprattutto una maggiore diversificazione delle revenues.
Concludendo, in assenza di dettagli precisi e di un valore di concambio certo, rimaniamo ancora nel campo delle ipotesi. La liberalizzazione per gli investitori esteri ci sembra forse l'issue più importante. Al momento però la visibilità su Gazprom è ancora limitata e perciò conviene essere prudenti e attendere dati più precisi. Nondimeno, se si crede nella performance dei mercati emergenti per i prossimi anni, questa potrebbe essere un occasione storica per acquistare il leader mondiale nella produzione di gas naturale. Consigliamo perciò di monitorare molto attentamente
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