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Euribor: conseguenze e prospettive per investitori e detentori di mutui

Uno sviluppo positivo dei mercati finanziari delle ultime settimane è il costante calo dei tassi Euribor a 3, 6 e 12 mesi. Come spesso accade, quando al centro della crisi c’erano proprio i tassi Euribor (che continuavano a salire nonostante gli sforzi delle Banche Centrali), i media sembravano interessatissimi al fenomeno.

di Emanuela Marino 27 nov 2008 ore 10:10

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A cura di Jc&Associati


Adesso invece, con la situazione che sembra sulla via della “normalizzazione” (il condizionale è ovviamente d’obbligo) nessuno sembra più occuparsi dei tassi a breve termine, se non in occasione delle decisioni della BCE.
Eppure il costante calo dell’Euribor in Europa e del Libor in USD e GBP, rappresenta il maggiore successo che i Governi e le Banche Centrali possono fino ad ora vantare, nei tentativi di contrastare la crisi dei mercati e dell’economia.

Cerchiamo quindi di dare la giusta importanza a questa tendenza di mercato, valutando innanzitutto le prospettive per i prossimi mesi dei tassi Euribor e analizzando le conseguenze per investitori e detentori di mutui e IRS.

Come mostra il grafico sottostante, i tassi Euribor a 3,6 e 12 mesi hanno disegnato una sorta di “parabola”, impennandosi a fine maggio a causa delle tensioni sul settore bancario (ricordiamo che i tassi Euribor sono utilizzati moltissimo nel mercato interbancario), per poi cominciare a scendere quando è stato sufficientemente chiaro che i Governi europei avrebbero tutelato gli istituti in difficoltà e, in seguito, anche grazie ai tagli della Banca Centrale Europea.


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Il movimento delle ultime settimane inoltre, sembra destinato a durare ben dentro il 2009. I contratti “future” sull’Euribor a 3 mesi infatti mostrano aspettative di ribasso dell’Euribor, che è previsto in calo per tutto il primo semestre 2009 fino ad un minimo del 2,44% a giugno.


Data

 

Previsione Tasso Euribor a 3 mesi

 

 

 

15 dicembre 2008

 

3,47%

15marzo 2009

 

2,65%

15 giugno 2009

 

2,44%

15 settembre 2009

 

2,46%

15 dicembre 2009

 

2,70%



Se queste aspettative saranno rispettate quindi, i tassi Euribor scenderanno di un altro 1,50% in pochi mesi, stravolgendo di fatto gli scenari di investitori e detentori di mutui e IRS.

Vediamo innanzitutto le implicazioni per gli investitori.
E’ evidente che i titoli indicizzati legati all’Euribor (la maggioranza delle emissioni bancarie e corporate), sono destinati a fissare cedole sempre più basse. Tuttavia, dato che le cedole scenderanno di pari passo con la discesa dei tassi di interesse, il valore di queste obbligazioni resterà tendenzialmente invariato (fatte salve ovviamente le oscillazioni di prezzo legate al merito di credito dell’emittente).

I titoli a reddito fisso invece, poiché garantiscono la cedola indipendentemente dal livello dei tassi di interesse, dovrebbero aumentare di valore. Ciò sarà sicuramente vero per le obbligazioni con scadenza a 1-3 anni, più direttamente coinvolte dal calo dei tassi Euribor. Per le scadenze più lunghe invece, molto dipenderà dalle aspettative di ripresa; se il mercato si focalizzerà su uno scenario di recessione relativamente breve, seguita da una ripresa economica robusta (come è sempre successo negli ultimi 20 anni), i tassi con scadenze più lunghe potrebbero essere poco influenzati dalla discesa dei tassi Euribor, lasciando il prezzo dei titoli obbligazionari tendenzialmente invariato.

Viceversa, se il mercato si focalizzerà su uno scenario di recessione prolungata (come nel 1930-1939 o 1973-1980), anche i tassi a lunga scadenza potrebbero continuare la discesa; in questo caso il valore dei relativi titoli potrebbe aumentare considerevolmente, facendo delle obbligazioni a tasso fisso a lunga scadenza una delle tipologie di investimento più “performanti”.
Per quanto riguarda i titoli obbligazionari “strutturati” infine, segnaliamo l’esistenza di alcune emissioni che in una fase di calo dei tassi Euribor beneficeranno addirittura di un aumento del flusso cedolare. Di alcune di queste tipologie di titoli abbiamo già parlato nel nostro report di settimana scorsa, a cui rimandiamo i nostri lettori per maggiori dettagli.

Quanto sottolineato per gli investitori, in buona sostanza vale in senso inverso per i detentori di mutui.
Chi ha un mutuo a tasso variabile e ha “sofferto” forti aumenti per tutto il 2008, beneficerà nei prossimi mesi di un deciso calo degli interessi applicati.
Chi invece è legato ad un tasso fisso potrebbe valutare il cambiamento ad un mutuo a tasso variabile, sfruttando la possibilità data dal Decreto Bersani di cambiare le condizioni del mutuo a costo zero.
Attenzione però a non attendere troppo per effettuare questo cambiamento, già nel secondo o terzo trimestre del 2009 infatti i tassi potrebbero raggiungere il livello minimo e quindi potrebbe tornare ad essere conveniente la tipologia di mutuo a tasso fisso (su basi però decisamente inferiori a quelle attuali).
 
Un’ultima segnalazione riguarda infine le operazioni di “interest rate swap” (IRS), molte delle quali hanno “barriere” e condizioni di pagamento legate ai tassi Euribor. In moltissimi casi, la discesa dei tassi a breve termine modifica decisamente le condizioni a favore delle società. Per chi vorrebbe chiudere questi contratti le condizioni dovrebbero già essere nettamente migliori rispetto a qualche settimana fa, ma è altamente probabile che nel giro di 3-4 mesi il miglioramento possa continuare. Il consiglio quindi e di seguire la situazione con grande attenzione, ed essere preparati a chiedere la chiusura anticipata delle operazioni di IRS nel corso della prima metà del 2009.

a cura di JC&Associati
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