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Dai CCT ai CCTeu, che cosa cambia per i risparmiatori

Cosa sono i CCTeu e in cosa si differenziano dai vecchi CCT? Perchè il Tesoro italiano ha deciso di emetterli? Quali vantaggi ne possono trarre i risparmiatori? Laura Di Luca risponde a tutte queste domande

di Redazione Soldionline 19 ott 2010 ore 16:07
Di Laura di Luca di Anima

D1 – Cosa sono i CCTeu?

Dopo una lunga gestazione, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha annunciato (18 giugno) ed emesso (26 giugno) un nuovo tipo di titolo di stato indicizzato, battezzato appunto CCTeu (quotazioni CCTeu).

I CCTeu sono titoli del tutto simili ai vecchi CCT (quotazioni CCT), dai quali differiscono solo per quanto riguarda il parametro e le modalità di indicizzazione. Le cedole semestrali dei vecchi CCT sono legate al rendimento dei BOT a 6 mesi dell’asta immediatamente precedente lo stacco cedola; le cedole dei nuovi CCTeu sono invece legate al tasso Euribor a 6 mesi (rilevato due giorni lavorativi prima dello stacco cedola).

Apriamo una parentesi per dire che l’Euro Interbank Offered Rate, l’euribor, è il tasso medio al quale un panel di oltre 50 grandi banche europee effettua transizioni.

Tornando ai CCTeu, essi avranno una scadenza medio-lunga, tipicamente 7 anni, come per i vecchi CCT.

Il MEF ha anche annunciato che il CCTeu sostituirà i vecchi CCT, a mano a mano che questi ultimi vengono a scadenza. Il CCTeu è quindi destinato ad essere in tutti i sensi l’erede designato dei CCT, anche se la sostituzione sarà molto graduale ed attuata in modo da non danneggiare in alcun modo i possessori di vecchi CCT.

D2 – Se i CCTeu sono uguali ai CCT perché il Tesoro italiano ha sentito l’esigenza di emetterli?


Le ragioni sono esclusivamente tecniche e riguardano principalmente gli investitori istituzionali (banche, fondi comuni, assicurazioni ecc.). Senza entrare nello specifico, possiamo limitarci a dire che gli investitori istituzionali trovano nei CCTeu uno strumento più trasparente con un’indicizzazione prevedibile in modo puntuale, in quanto il parametro di riferimento, l’euribor, ha una quotazione giornaliera. Quindi, il CCTEu offre una migliore capacità di copertura dal rischio tasso.

Ma anche i privati possono trarre beneficio dal fatto che i CCTeu sono indicizzati all’euribor anziché alle cedole dei Bot. L’euribor infatti è un indice familiare a tutti coloro che detengono un mutuo, in quanto è utilizzato appunto come riferimento per i prestiti a tasso variabile. Acquistare CCTeu può essere un buon modo per proteggersi dal rischio di una salita dei tassi: se l’euribor salirà, la rata del mutuo crescerà, ma saliranno anche le cedole incassate sui CCTeu. Insomma, in via semplificata acquistare CCTeu permette di ottenere una buona copertura del rischio di salita dei tassi sui mutui a tasso variabile.

D3 – Perché è così  importante l’attività degli investitori istituzionali?

Il mercato dei vecchi CCT è un mercato quasi esclusivamente di investitori nazionali, in parte rilevante anche privati. I primi CCT sono infatti stati emessi in Italia per la prima volta alla fine degli anni ’70 per poter allungare le scadenze del debito pubblico in un paese in cui la paura dell’inflazione (che allora era a due cifre) faceva preferire agli investitori domestici solo i BOT per poterli rinnovare rapidamente in un contesto di continui rialzi dei tassi. Per incontrare le preferenze degli investitori di allora è stato quindi inventato il CCT, cioè un titolo con scadenza medio-lunga, ma con cedole variabili legate ai BoT.

Il mercato è  oggi molto cambiato. Con la Moneta unica, le emissioni di debito pubblico non sono orientate a soddisfare solo le esigenze degli investitori domestici e dei risparmiatori privati, ma ad attirare anche domanda internazionale, rendendo più efficiente il finanziamento del debito pubblico.

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