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Conti pubblici: -8% il rapporto deficit/PIL

La scorsa settimana sono stati rilasciati dall’ISTAT dati ancora una volta poco incoraggianti relativamente al conto economico trimestrale delle amministrazioni pubbliche italiane

di Redazione Soldionline 10 lug 2012 ore 15:03

Articolo a cura di JCAssociati.it

La scorsa settimana sono stati rilasciati dall’ISTAT dati ancora una volta poco incoraggianti relativamente al conto economico trimestrale delle amministrazioni pubbliche italiane. Come prevedibile l’Italia si trova in una condizione in cui le uscite totali superano le entrate e nello specifico l’indebitamento netto è passato nel primo trimestre di questo anno all’8% dal 7% dello stesso trimestre dell’anno precedente.
È importante sottolineare che questi dati fanno riferimento ai primi mesi dell’anno in corso, quando gli effetti delle riforme implementate dal Governo Monti non erano minimamente tangibili. Questi dati si caratterizzano inoltre per una forte componente stagionale che, ad esempio, non contempla al suo interno le entrate relative alla dichiarazione dei redditi o ad esempio all’IMU che incideranno invece sui trimestri successivi. I dati sono infatti detti grezzi perché non depurati delle fluttuazioni stagionali. Per questa ragione è sensato mettere a confronto questi risultati proprio con il primo trimestre degli anni precedenti.
Nella seguente tabella riportiamo i dati relativi all’indebitamento italiano registrati nel primo trimestre degli ultimi 5 anni:

  Indebitamento (-) o Accreditamento (+)/Pil

 

 
I trim 2008 -5,9%
I trim 2009 -9,5%
I trim 2010 -7,7%
I trim 2011 -7,0%
I trim 2012 -8,0%

Fonte: ISTAT

Si nota immediatamente che il dato appena uscito è il secondo peggiore dopo quello registrato nel primo trimestre del 2009, a seguito della crisi finanziaria del 2008.
Di seguito presentiamo il conto economico trimestrale, corredato quindi dei dettagli relativi alle entrate e alle uscite e quindi il dato del saldo primario, paragonandoli con i dati relativi al primo trimestre dell’anno precedente (2011).

voci_economiche
Fonte: ISTAT


Dall’osservazione della precedente tabella si evince che a determinare l’attuale risultato hanno contribuito sia l’aumento delle uscite (cresciute dell’ 1.3% rispetto al 2011) che la contestuale riduzione delle entrate (diminuite dell’ 1% rispetto al 2011).
Notiamo però che ad incidere pesantemente sull’incremento delle uscite è intervenuto il significativo aumento della spesa per interessi sul debito pubblico. Rispetto all’anno precedente infatti questa voce è aumentata del 16%, passando da 16.152 a 18.743 milioni di euro.
Anche il saldo primario però, ovvero il saldo contabile tra le entrate e le uscite al netto degli interessi passivi, è risultato negativo per 11.471 milioni di euro: un disavanzo quindi che pesa per un  3% sul Pil. A questo proposito segnaliamo comunque che dal 2008 il saldo primario è sempre stato negativo durante il primo trimestre dell’anno.

 

 

Saldo Primario/Pil

 

 
I trim 2008 -1%
I trim 2009 -5%
I trim 2010 -3.7%
I trim 2011 -2.7%
I trim 2012 -3%

Fonte: ISTAT

Con l’andamento poco favorevole della curva dei rendimenti dei titoli di stato italiani in generale nonché i tassi via via crescenti nei collocamenti delle aste recenti, la logica conseguenza purtroppo è quella di assistere ad un incremento marginale del costo del debito che, se troppo prolungato nel tempo, ne va ad accrescere il costo medio.
Il seguente grafico evidenzia l’andamento del Rendistato italiano dall’inizio del 2010 ad oggi. Il Rendistato è il rendimento medio di tutti i Buoni del Tesoro Poliennali a tasso fisso in circolazione  con scadenza residua superiore all’anno ed è quindi abbastanza rappresentativo del costo medio di rifinanziamento delle nuove emissioni del Tesoro italiano.

rendistato_italiano
Fonte: Bloomberg. Rendistato italiano dal 2010 ad oggi.

All’aumento dei valori corrispondono le fasi di maggiore stress a cui è stato sottoposto il debito governativo nazionale. Nello specifico nel primo trimestre del 2011 era possibile rifinanziarsi ad un tasso medio pari al 4%. È evidente come nello stesso periodo di quest’anno, a seguito delle duplici operazioni di rifinanziamento di lungo termine di dicembre 2011 e febbraio 2012, il costo medio di rifinanziamento si sia ridotto consistentemente, passando dal 6% ad un rendimento medio pari al 4%. Dalla fine di marzo ad oggi l’indice però è nuovamente risalito tornando in questi giorni in area 5.2%.

Per questo motivo è ragionevole ritenere che l’incidenza della spesa per interessi passivi sul livello di indebitamento netto nel secondo trimestre del 2012 continuerà ad essere purtroppo significativa.

Per quanto riguarda le entrate esse hanno subito una contrazione legata alla riduzione dello 0.5% delle imposte dirette, dello 0.9% delle imposte indirette, dello 0.4% dei contributi sociali ma ben più incisiva è la riduzione dell’87.6% delle entrate derivanti dalle imposte in conto capitale, a causa del venir meno degli introiti “una tantum” che si erano registrati nel 2011, relativi all’imposta sostitutiva delle imposte ipotecarie e catastali.

La stagionalità del secondo trimestre dovrebbe evidenziare un miglioramento tendenziale delle entrate ma affinché le misure implementate dal Governo risultino efficaci è decisamente necessario che il nostro paese torni a finanziarsi sul mercato a costi molto più contenuti rispetto a quelli attuali. Inoltre, affinché si registri un aumento delle entrate derivanti dall’aumento sulle imposte indirette è necessario che i consumi siano sostenuti dalle misure volte al potenziamento della crescita.

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