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Come migliorare le performance

La nuova frontiera dell’Asset Management è un sempre maggiore affinamento della metodologia su cui si basa la gestione attiva.Per gestione attiva si intende uno scostamento anche significativo dal proprio benchmark, basato su una filosofia e un processo di investimento che dovrebbero contraddistinguere ogni singola società di gestione.

di La redazione di Soldionline 9 mag 2008 ore 14:59

Fino a qui niente di nuovo, infatti la gestione attiva è estremamente diffusa nei mercati anglosassoni, dove abbiamo da un lato una gestione completamente passiva a basso costo (ETF) che replica fedelmente il proprio indice di riferimento, dall'altro gestori attivi che cercano di sovraperformare (nella maggiore parte dei casi con risultati alterni) significativamente il proprio benchmark.

Tutto quello che sta nel mezzo è per definizione inefficiente.

Sparito nei mercati anglosassoni, resiste ancora in pochi paesi industrializzati tra cui l'Italia, dove comunque la crisi in cui è piombato il risparmio gestito (a causa di una violenta disaffezione dei risparmiatori) impone un ripensamento metodologico.

Avere una metodologia ben definita e cercare di affinarla continuamente non è infatti un semplice esercizio formale, ma implica a nostro avviso la sostanza che permette di imparare dagli errori che inevitabilmente si fanno a fronte di fasi di mercato anomale rispetto ai classici "pattern".

L'investitore privato avendo una totale libertà di scelta per certi versi potrebbe essere favorito rispetto ad un investitore istituzionale, la cui attività di investimento è in molti casi limitata da parametri quali-quantitativi da rispettare.

Al contrario all'investitore privato mancano sovente pianificazione, metodologia e disciplina che a parità di condizioni potrebbero migliorarne significativamente la performance.

Il presente report si propone di introdurre e sviluppare alcuni concetti che aiutino l'investitore a preparare e pianificare in modo più disciplinato il processo di investimento, allo scopo di affrontare con maggiore consapevolezza rischi e opportunità anche nelle fasi più difficili di mercato.

Fase preparatoria

Il primo passo da affrontare è scomporre il classico rapporto rischio/rendimento, definendo prima quale parametro è più importante.

Noi consigliamo sempre di affrontare prima il rischio, ovvero la propria propensione a sostenere perdite anche significative.

Per chi investe con un orizzonte temporale lungo, eventuali momentanee performance negative (quasi impossibili da evitare in fasi di mercato come quella attuale contraddistinte da volatilità elevata su tutte le asset class) fanno parte del gioco.

Chi non è in grado di sopportarle da un punto di vista psicologico deve necessariamente puntare su rendimenti a cavallo del risk free rate (ovvero il cosiddetto tasso privo di rischio) che convenzionalmente potremmo equiparare ad un titolo a reddito fisso governativo a 10 anni.

Viceversa puntando a rendimenti più elevati, la componente di azionario deve necessariamente aumentare.

Anche senza fare complessi calcoli probabilistici, sapendo spannometricamente che l'equity nel lungo periodo incluso il dividendo rende circa il 10% medio annuo, contro un 5% medio della componente obbligazionaria governativa, è quindi possibile estrapolare il rendimento che si vuole mediamente ottenere, definendo di conseguenza l'asset allocation coerente.

Definizione della filosofia di investimento

Per filosofia di investimento si intendono principi e strategie che guidano l'investitore.

Ogni investitore dovrebbe avere una propria filosofia ben distinta, derivante dalle caratteristiche caratteriali, dalla propria esperienza professionale, dal tempo a disposizione per continuare approfondire tematiche di investimento.

Innanzitutto va scelto un approccio: TOP DOWN o BOTTOM UP.

Con il tempo -ed è a nostro avviso l'approccio più efficace- potranno integrarsi, ma nella fase iniziale fare una scelta netta facilita.

Nel primo caso si punta sul generale: asset class, paesi, settori.

Nel secondo caso si punta sul particolare, ovvero sulle singole società da un punto di vista quantitativo, qualitativo, o di entrambi.

Molti studi soprattutto universitari, sostengono che scomponendo le performance dei fondi attivi, l'approccio Top Down produca nel tempo maggiori benefici.

Vero, ma è anche vero che investitori molto capaci nel selezionare correttamente singole aziende potrebbero produrre picchi di performance più elevati in termini assoluti.

Nel primo caso si può lavorare soprattutto con ETF e fondi, nel secondo caso soprattutto con singole azioni.

La differenza tra i due approcci è notevole, perché nel primo caso bisogna avere una percezione delle principali asset class a 360°, una conoscenza dei principali dati macroeconomici, seguire attentamente l'andamento delle singole valute.

Fare delle distinzioni tra dimensioni aziendali (piccole, medie, grandi) e stili di investimento (value, growth, garp, contrarian, turnaround, dividend...) aumenta le probabilità di migliorare i propri risultati e soprattutto di sapere sempre cosa sta succedendo e perché sul mercato.

Nel secondo caso meglio si conoscono le singole società, maggiore la probabilità di avere ritorni interessanti.

Il nostro consiglio per il bottom up è di crearsi dei fogli elettronici con suddivisioni per settore e per industria, evidenziando i multipli prospettici.

In quel modo si può dare un rating alle società, classificandole di volta in volta a seconda della variabile scelta.

Questo tipo di approccio è possibile anche senza avere a disposizione database particolarmente potenti.

Su internet diversi siti (Yahoo Finanza, Reuters, Google Finance) hanno una buona scelta di dati di bilancio passati e prospettici.

Altri siti come Advfn, forniscono invece dati in tempo reale sulla maggior parte dei mercati

Il processo di investimento e la sua implementazione

Il processo di investimento è forse rispetto alla filosofia e alle strategie di investimento la parte più "burocratica".

Esso riguarda tutti i passi necessari, le sequenze, per costruire e implementare un portafoglio e soprattutto per tradurre in pratica strategie e filosofia di investimento.

Indipendentemente dall'approccio di base scelto, consigliamo di avere un approccio disciplinato e di seguirlo.

Il modo migliore è scrivere con date e riferimenti perché si sono fatte determinate scelte.

Si lasci lo spazio per annotare il risultato delle singole scelte e per un eventuale commento. Evidenziando eventuali errori o punti di merito delle singole scelte.

E' vero che ci sono fasi di mercato anomale e/o sempre nuove, ma è vero anche che in molti casi la storia tende a ripetersi (come sosteneva Giambattista Vico circa trecento anni fa).

Soprattutto si rivedono strategie e processo di investimento e, imparando dai propri errori, si aumenta in modo esponenziale la probabilità di successo sulle singole parti e sul portafoglio nel complesso.

Un processo di investimento si può implementare nel seguente modo:

•1)     Si definisce il "campione di investimento". si definiscono le singole asset class e si scompongono. Utilizzare fogli Excel è il modo migliore per definire il proprio "universo investibile". Migliore è la selezione delle asset class e la loro classificazione, più facile risulterà il processo di investimento.

•2)     I singoli asset sono effettivamente acquistati e inseriti all'interno del portafoglio. Attenzione agli intermediari, alle commissioni, alla liquidità degli asset, allo spread denaro-lettera.

•3)     La parte finale del processo ovvero la valutazione del portafoglio e delle performance. Maggiore è la scomposizione della performance (il rendimento di ogni singolo asset) e maggiore è la probabilità di migliorare il processo di investimento successivamente.

Il terzo step del processo è ovviamente molto importante. Ogni anno si faranno diverse operazioni. Esaminando la performance di ognuna, si possono ottenere preziose informazioni sulle proprie attitudini, inclinazioni e preferenze come investitore.

Modificando successivamente filosofia e strategie di investimento.

Il presente report ha l'obiettivo di cercare di evidenziare come aumentare la disciplina nell'investimento.

La disciplina è infatti a nostro avviso una funzione diretta e proporzionale dei risultati e della performance finale.

Filosofia e strategie di investimento possono infatti differire da investitore e investitore.

Non esistono quelle strutturalmente migliori; ognuna funzionerà meglio o peggio a seconda della fase di mercato e ogni investitore sceglierà quelle a lui più congeniali in base alle proprie caratteristiche.

Il processo di investimento al contrario è un processo definito, preciso e per certi aspetti anche prevedibile, che paradossalmente potrebbe essere implementato in modo analogo anche da investitori completamente diversi.

Molti investitori dedicano un grande studio alla strategia di investimento, mentre al contrario sottovalutano il processo di investimento. Soprattutto la parte dedicata alla revisione delle performance.

Dedicare tempo e attenzione al processo di investimento, è al contrario a nostro avviso il modo migliore per rendere in tempi brevi più efficienti le proprie performance.

 

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