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Ciclo economico USA e tassi di interesse: analisi storica e prospettive

Il dato sul PIL Usa di due settimane fa, indicava una crescita in forte rallentamento nel primo trimestre 2007 a +1,3% su base annuale. Per il momento i mercati sembrano aver dato poca importanza a questo dato per tre motivi...

di La redazione di Soldionline 10 mag 2007 ore 12:31


- quasi tutti gli indicatori economici USA sembrano 'tenere' (livello di consumi, occupazione, indici di fiducia, ecc. ecc.);
- le economie del resto del mondo (in particolare l'Europa e i paesi emergenti) stanno crescendo a ritmi sempre più elevati;
- gli utili aziendali non sembrano essere stati influenzati negativamente.

Nonostante il diffuso ottimismo, il rallentamento del PIL USA di quasi quattro punti percentuali da un anno a questa parte non è un elemento da ignorare, soprattutto se verrà confermata la rilevazione del primo trimestre anche nei mesi a venire.
Ci sembra quindi interessante verificare la relazione tra l'andamento del PIL USA e i tassi di interesse americani durante le fasi di significativo e prolungato rallentamento.

Nel grafico sottostante abbiamo considerato l'andamento dei tassi con scadenza biennale e decennale, abbinandoli con la crescita del PIL USA. I periodi evidenziati in grigio rappresentano fasi di forte rallentamento della crescita USA di durata di almeno 3 trimestri o più.

Come si può notare, in tre periodi su quattro i tassi a due anni sono scesi in maniera significativa in concomitanza con il rallentamento economico. Questo comportamento è perfettamente logico e rispecchia le decisioni della FED relativamente ai FED Funds (i tassi di riferimento USA), che sono stati ridotti in occasione delle fasi di rallentamento o recessione.
L'unica fase di rallentamento prolungato che non ha avuto effetti apprezzabili sui tassi di interesse biennali è stata quella dei primi anni novanta, quando però il rallentamento della crescita si fermo al +2% annuo (da +4%), per poi rimbalzare decisamente e innescare una decisa salita dei tassi di interesse.





Passando ai rendimenti della scadenza decennale, le conclusioni non sono molto dissimili. Dei quattro periodi evidenziati, praticamente tutti mostrano una tendenza decrescente dei tassi (compreso il periodo '92-'93).




Cosa possiamo concludere quindi da questa breve analisi dell'andamento abbinato tra PIL e tassi di interesse USA?

E' evidente che il mercato non si attende un brusco peggioramento della congiuntura come a inizio anni '90 o nei primi anni 2000, ci si attende invece una 'tenuta' su livelli di crescita leggermente più elevati di quelli attuali.

Negli ultimi 20 anni, solo nel triennio '97-2000 si è sperimentato una stabilità della crescita del PIL americano simile a quella che sembra essere prevista dalla maggioranza di analisti e operatori; il mercato sta quindi scommettendo su uno scenario statisticamente poco frequente.

In effetti gli scenari possibili per i prossimi 9-12 mesi sono tre:
- forte ripresa (crescita stabilmente sopra il 3%): in questo caso i tassi di interesse USA tornerebbero a salire in modo estremamente deciso;
- moderata ripresa (crescita che si stabilizza tra il 2% e il 3%): in questo caso i tassi rimarrebbero sostanzialmente stabili
- rallentamento (crescita sotto il 2%): in questo caso i tassi scenderebbero in misura più o meno accentuata a seconda dell'ampiezza del rallentamento.

A nostro parere, il primo scenario è assai poco probabile anche in conseguenza dei problemi legati al settore immobiliare USA, che nonostante la poca copertura dei media delle ultime settimane, continuano ad aumentare.
Di conseguenza le prospettive per il mercato obbligazionario USA sono a nostro giudizio da neutrali a positive. Questo ovviamente potrebbe avere conseguenze anche in Europa; di questo però parliamo nella nostra prossima analisi

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