Bond in Dollari neozelandesi: un aggiornamento?
Più volte in passato abbiamo parlato delle obbligazioni denominate in Dollari neozelandesi, sottolineando l’elevato rendimento ma anche i rischi legati alla valuta.
di La redazione di Soldionline 17 mag 2007 ore 11:12![]() |
A questo riguardo gli aspetti più rilevanti sono legati a due caratteristiche particolari dell'economia neozelandese:
- il deficit commerciale; che negli anni scorsi aveva raggiunto livelli estremamente elevati sia in termini assoluti che in termini relativi rispetto al GDP;
- l'elevatissima percentuale di obbligazioni detenute da investitori esteri (in particolare giapponesi attratti dagli elevati rendimenti).
Come è noto, il Surplus/Deficit Commerciale (la differenza tra esportazioni e importazioni) è uno dei fattori che influenza maggiormente la valuta di un paese. Un paese fortemente in Deficit deve continuare a pagare l'esubero di importazioni; deve quindi comprare valuta estera e vendere valuta locale indebolendola. La debolezza del Dollaro di questi ultimi anni p.es. è in buona parte dovuta proprio all'enorme Deficit Commerciale degli Stati Uniti.
Il fatto poi che una elevata percentuale di titoli obbligazionari denominati in Dollari neozelandesi sia detenuta all'estero aumenta il rischio di una 'fuga' precipitosa degli investitori se si temono forti svalutazioni (come accadde nel febbraio-marzo 2006).

Vediamo quindi come stanno evolvendo i dati fondamentali della Nuova Zelanda, tendendo anche presente che i tassi di interesse mantengono un vantaggio in termini di rendimento, che per le scadenze più brevi si mantiene ben al di sopra dei tre punti percentuali (vedi tabella sottostante).

Bilancia Commerciale
I dati degli ultimi mesi segnalano un miglioramento: gli effetti della forte svalutazione di un anno fa, che rendono le esportazioni neozelandesi più competitive e frenano i consumatori dall'acquistare beni esteri, si stanno facendo sicuramente sentire.
Osservando in particolare la media annuale (linea più scura), si può notare l'inversione di tendenza avutasi dopo febbraio 2006. Se questa tendenza proseguirà anche nei prossimi mesi, le prospettive ed il livello di rischio legato alla valuta neozelandese dovrebbero decisamente migliorare

A conferma che un'inversione di tendenza sembra essere in atto, anche i dati dei Conti Correnti (che includono oltre alla Bilancia Commerciale anche i trasferimenti finanziari), stanno registrando un'inversione di tendenza dopo il forte deterioramento degli ultimi cinque anni.

Sulla negatività di questo dato, pesano certamente i pagamenti di interessi verso l'estero, una diretta conseguenza dell'ultimo fattore che riteniamo assai significativo per determinare le sorti future della valuta neozelandese: la percentuale di obbligazioni detenute da investitori esteri.
Bond detenuti all'estero
Su questo fronte, a differenza dei due precedenti, non si sono registrati miglioramenti apprezzabili; come mostra il grafico successivo questa percentuale continua ad oscillare tra il 65% e il 70%, anche grazie al clima decisamente positivo dei mercati, che spingono sempre più investitori verso titoli e investimenti ad alto rendimento (come i bond neozelandesi appunto), senza troppo preoccuparsi dei potenziali rischi.

In conclusione, data per scontata l'affidabilità del sistema economico nel suo complesso e la serietà e indipendenza della Banca Centrale, che garantiscono una corretta impostazione delle politiche economiche di lungo termine, registriamo segnali abbastanza incoraggianti dai dati macroeconomici.
Restano però a nostro parere i rischi nel breve termine.
Con una grande esposizione degli investitori domestici giapponesi e con lo Yen ritenuto ormai universalmente molto sottovalutato (almeno relativamente ai dati fondamentali), un'inversione di tendenza sulle valute creerebbe le condizioni per un significativo indebolimento del Dollaro Neozelandese, causata principalmente dalla 'fuga' degli investitori esteri (in particolare giapponesi).
Oggi più che in passato quindi, l'investimento in Bond denominati in Dollari neozelandesi mantiene quindi caratteristiche decisamente cicliche; è destinato a fare bene nelle fasi di ottimismo dei mercati e viceversa. Questo a nostro parere è un grosso limite che ci spinge a consigliare prudenza.
Restiamo invece più positivi sulle possibilità di medio - lungo termine per cui, possibili debolezze legate ad un peggioramento delle scenario globale potrebbero rappresentare interessanti opportunità di entrata.
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