Bilancia Commerciale: Italia e Spagna a confronto
Confrontiamo l’andamento della bilancia commerciale italiana e spagnola negli ultimi cinque anni e dall’acuirsi della crisi europea della scorsa estate
di Redazione Soldionline 18 mag 2012 ore 10:58Articolo a cura di JCAssociati.it
Nel corso delle ultime settimane lo scenario europeo sembra gradualmente aggravarsi. I dati macroeconomici non rilevano traccia di particolari miglioramenti in grado di far sperare nella possibilità di una ripresa economica, almeno nel breve termine. Contestualmente i risultati delle elezioni in Francia, in Grecia e in Germania, alimentano un quadro politico di incertezza da cui traspare la bocciatura popolare del piano di austerità implementato dalle autorità europee.
In uno scenario che sembra in peggioramento concentriamo la nostra attenzione su Italia e Spagna, ovvero sulle economie di maggiori dimensioni coinvolte dalla crisi. Nello specifico intendiamo confrontare l’andamento di una variabile macroeconomica estremamente importante, che contribuisce alla determinazione della crescita/riduzione del PIL e quindi in ultima analisi alla sostenibilità dei percorsi di risanamento economico: la Bilancia Commerciale.
Il seguente grafico mette a confronto l’andamento della bilancia commerciale spagnola e di quella italiana a partire dal maggio 2006. Gli ultimi dati disponibili sono relativi al mese di febbraio.
Grafico 1 – Bilancia Commerciale italiana e spagnola a cinque anni. Fonte: Bloomberg
È evidente come in termini assoluti la situazione italiana risulti migliore rispetto a quella spagnola. Entrambe le economie sono caratterizzate da un saldo negativo: a febbraio per l’Italia pari a -1113 milioni di Euro mentre per la Spagna pari a -3.759 milioni di Euro. Anche i dati medi delle ultime rilevazioni segnalano un passivo più contenuto per l’Italia rispetto alla Spagna.
A questo punto ci sembra interessante osservare quali dinamiche abbiano determinato sino ad ora questi risultati. A tale scopo riportiamo l’andamento delle singole variabili che determinano il saldo della bilancia commerciale, ovvero le esportazioni e le importazioni
Grafico 2 – Andamento di esportazioni ed importazioni di Italia e Spagna a cinque anni. Fonte: Bloomberg.
Dalla osservazione dei grafici si osserva come, in termini assoluti, le variabili di entrambi i paesi, negli ultimi tre anni, stiano descrivendo una tendenza al rialzo. Per quanto riguarda le esportazioni italiane dai minimi dell’agosto 2009 si è passati da 16.268 milioni di Euro ai 31.758 attuali, e dai 10.072 milioni di Euro agli attuali 17.977 per la Spagna. Per quanto riguarda le importazioni quelle italiane sono passate dai 17.850 milioni di Euro di minimo agli attuali 32.871, mentre quelle spagnole da 14.595 a 21.736 milioni di Euro.
In termini assoluti la posizione italiana risulta essere migliore rispetto a quella spagnola ma non permette di quantificare le differenze in termini relativi. A questo scopo mettiamo a confronto le esportazioni e le importazioni italiane e spagnole, normalizzando le serie storiche su base 100.
Da maggio 2006 le esportazioni italiane e spagnole hanno seguito pressoché la medesima tendenza positiva, sebbene dalla metà del 2010 la Spagna abbia conseguito risultati migliori. Nell’arco di sei anni infatti le esportazioni spagnole sono cresciute di 16 punti percentuali, mentre quelle italiane di soli 6 punti.
Grafico 3 – Esportazioni Italia e Spagna a cinque anni, base 100. Fonte: Bloomberg
Graficamente sembra emergere una leggera “divergenza” a favore della Spagna.
Anche sulle importazioni il trend della Spagna sembra migliore di quello dell’Italia (con importazioni in minore crescita), anche se su questo dato pesa la contrazione di consumi che deve invece essere considerata come un aspetto negativo, poiché segnala una crisi più marcata dell’economia domestica spagnola rispetto a quella italilana.
Grafico 4 – Importazioni Italia e Spagna a cinque anni, base 100. Fonte: Bloomberg
In defiitiva, a differenza dei risultati assoluti precedentemente esposti, considerando le variabili della bilancia commerciale su base 100 è evidente come la Spagna abbia intrapreso negli ultimi sei anni un percorso di miglioramento della propria bilancia commerciale più incisivo rispetto a quella italiana, dove il rapporto tra esportazioni ed importazioni si è invece deteriorato.
Dopo aver descritto il quadro dal 2006 ad oggi, risulta interessante andare a vedere come si è mossa la bilancia commerciale di queste due economie da luglio 2011, ovvero dal momento in cui sono diventate protagoniste attive della crisi europea.
Grafico 5 – Importazioni ed Esportazioni Italia e Spagna da luglio 2011, base 100. Fonte: Bloomberg
I precedenti grafici mettono in evidenza come dalla scorsa estate la crisi che ha investito l’Europa abbia gravemente condizionato i risultati di bilancia commerciale di entrambe le economie.
In entrambi i casi le dinamiche degli ultimi mesi descrivono un deterioramento. Per quanto riguarda l’Italia maggiormente influenzato da una forte contrazione delle esportazioni mentre per la Spagna da un mix tra diminuzione delle esportazioni e aumento delle importazioni. Negli ultimi sei mesi quindi l’implementazione delle misure di austerità ha avuto l’effetto di ridurre la domanda di beni esteri più in Italia che in Spagna. Al di là dei dati puntuali, la tendenza ad un allargamento della “forbice”, sembra indicare dinamiche relativamente migliori per la Spagna rispetto all’Italia.
Infine un’ultima considerazione indispensabile per valutare i valori di bilancia commerciale è quella di raffrontare i dati sulla dimensione del PIL.
Da questo punto di vista l’Italia resta nettamente meglio posizionata, con un deficit medio degli ultimi 12 mesi attorno al 2% del PIL, mentre quello della Spagna rimane più che doppio.
Alla luce di tutte queste considerazioni, lo scenario di una ripresa trainata dalle esportazioni rimane decisamente remoto; in Italia per un evidente trend in deterioramento, in Spagna per una situazione strutturalmente negativa che sta solo parzialmente rientrando.
Tutto ciò conferma a nostro parere che senza una significativa svalutazione dell’Euro le possibilità di soluzione della crisi europea, che passano necessariamente per un ritorno alla crescita di questi due paesi, restano assai remote.
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