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Aumentano i prezzi dei bond statali

La settimana è iniziata con il forte rialzo dei prezzi delle obbligazioni statali in euro a tasso fisso (con una riduzione dei rendimenti decennali di poco meno di 10 centesimi) e si conclude con un rintracciamento parziale delle quotazioni.

di Redazione GirlPower 16 lug 2007 ore 13:03
Titoli di stato e tassi

A rendere nervosi, gli operatori questa settimana, più che i ribassi dei corsi azionari (modesti) son o stati i timori di un generalizzato rialzo dei premi di rendimento delle obbligazioni societarie (sia di alta qualità , sia a basso rating) e le paure legate a possibili dissesti di hedge fund ed operatori speculativi. Anche il deprezzamento del dollaro (giunto alla soglia di 1,38), va visto come naturale conseguenza della fuga dai titoli strutturati americani, che sono quelli considerati più a rischio svalutazione.













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Obbligazioni corporate
L'ondata di vendite che sta colpendo tutte le emissioni societarie e, in generale, tutti i prodotti derivati basati sul credito ha provocato l'allargamento del premio per il rischio che gli emittenti devono pagare in più rispetto ai governi delle principali nazioni. Uno degli indici maggiormente citati in questo campo è l'Itraxx Europe che misura il livello dei derivati di credito con scadenza quinquennale sui principali corporate europei. L'Itraxx esprime, in pratica, il costo medio che gli intermediari devono assumersi per acquistare da una controparte la protezione dal rischio di insolvenza dei corporate. Il premio medio annuo da pagare è passato dallo 0,2% del 15 giugno allo 0,32% del 12 luglio, per un esborso, pertanto, di 3.200 Euro all'anno per ogni milione assicurato, contro i 2000 di giugno. Il livello assoluto resta storicamente contenuto, ma l'ampliamento è stato comunque forte. Metà di questo movimento è avvenuto proprio nella settimana in corso.
In questo scenario, non stupisce che non ci sia esattamente la coda per sottoscrivere le nuove emissioni obbligazionarie e che le richieste dei sottoscrittori siano interamente soddisfatte, senza i fortissimi riparti, tipici di qualche settimana fa, quando non era raro richiedere 10 milioni e vedersene attribuire solo 1.



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High Yield
Lo stesso movimento che ha contraddistinto il comparto obbligazionario ad alto rating ha colpito il comparto a basso rating, ma con conseguenze ancora più ampie.
L'indice Itraxx Crossover, che misura il premio medio necessario per coprirsi dal rischio di insolvenza delle aziende con rating speculativo, è passato dal 1,90% di metà giugno al 2,9% del 12 luglio, con metà del movimento avvenuto negli ultimi giorni. In pratica per assicurare un milione di euro è oggi necessario pagare un premio di 29.000 euro contro i 19.000 di un mese fa. A dare ampiezza al movimento ha contribuito anche l'annuncio, da parte delle agenzie di rating Standard & Poor's e Moody's, che potrebbero presto esserci dei tagli al rating di moltissime emissioni strutturate costruite su portafogli di obbligazioni ad alto rendimento (i cosiddetti 'CDO'). In particolare, saranno i CDO con un alta percentuale di obbligazioni garantite da mutui immobiliari di bassa qualità ad essere i più colpiti. Alcune case di investimento hanno pubblicato stime sulle perdite che potrebbero essere subite dagli investitori in questo tipo di strumenti che vanno da 50 a 90 miliardi di dollari. Secondo uno studio di Bank of America, gli investitori che subiranno le perdite maggiori saranno gli hedge fund e i fondi tradizionali.






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Paesi emergenti
Molto meno forte l'impatto della crisi sul debito dei paesi emergenti. Il premio medio di rendimento delle obbligazioni di questi paesi rispetto ai bond del tesoro americano è salito di soli 7 centesimi di punto percentuale nell'ultima settimana e le divise latino-americane ed asiatiche si sono complessivamente rafforzate contro dollaro: calma piatta rispetto a quello che è successo nel comparto societario a basso rating. Il prezzo delle materie prime in aumento, la crescita economica e i successi nel controllo dell'inflazione stanno facendo da argine all'aumentata volatilità dei mercati obbligazionari. Al contempo anche l'analisi del livello delle riserve monetarie dei paesi emergenti, grandezza che ci informa sulla forza delle esportazioni e sulla capacità di resistere ad eventuali crisi valutarie, ci da un segnale molto positivo sulle prospettive dei paesi. Riportiamo, qui di seguito, le prime 15 banche centrali del mondo per ampiezza delle riserve in divisa estera.












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