Titoli di stato e tassi
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Dopo la Francia, anche il Regno Unito sta collocando un bond con scadenza a 50 anni. Si tratta di un'obbligazione con cedola del 4,25%, denominata in sterline e che verrà collocata la settimana prossima con un'asta. L'emissione si rivolge essenzialmente ad investitori istituzionali, quali assicurazioni e fondi pensione, che hanno l'obbligo e l'interesse a coprire le loro passività a lungo termine, investendo le loro riserve a cedola fissa. Si tratta degli stessi investitori che da anni fanno incetta delle emissioni trentennali del Tesoro del Regno Unito e che ora hanno la prima opportunità da decenni di assicurarsi rendimenti definiti sulla scadenza dei cinquant'anni. |

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Obbligazioni corporate

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Nonostante la situazione sui nomi caldi del momento (Ford e General Motors) si stia calmando, non sono moltissime le società europee che vogliano collocare bond. Fa eccezione la tedesca Basf, gigante della chimica, che ha facilmente venduto sul mercato 1,4 miliardi di bond in euro. Si tratta di obbligazioni a cedola fissa (3,375%), che scadranno a fine maggio 2012. Facendo leva sull'ottimo rating e sulla notorietà dell'azienda, i bond pagano un premio di rendimento sui titoli di stato italiani di soli 18 centesimi di punto, a parità di scadenza. La valutazione creditizia dell'azienda è tra le più alte in Europa, almeno tra le aziende industriali non statali e pari a Aa3/AA. | 
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High Yield

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Secondo una nota diffusa in questi giorni dall'agenzia di rating Standard & Poor's, gli investitori in obbligazioni a basso rating dovranno affrontare nel prossimo futuro un aumento nel numero di insolvenze, a causa di un generale peggioramento della qualità media degli emittenti. Questa diminuzione nella qualità dei bilanci sarebbe da imputarsi principalmente ad un poderoso aumento delle emissioni riferite a acquisizioni con ampio uso dell'indebitamento (quello che in inglese si chiama 'Leveraged Buy-Out' o 'LBO') e ad un aumento del grado di rischiosità implicito in questo tipo di strutture finanziarie, divenute negli ultimi tempi sempre più aggressive. |

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Paesi emergenti

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Dopo l'annuncio della decisione favorevole al governo argentino nel caso dei titoli sequestrati da alcuni investitori americani, la situazione non può dirsi completamente sbloccata, in quanto sembrerebbe che la decisione di dissequestro dei beni non sia stata ancora comunicata in forma scritta, elemento legale essenziale per perfezionare lo sblocco, ma solo in forma orale; c'è, pertanto, ancora incertezza sulle reali possibilità da parte della Bank of New York, responsabile dello scambio tra vecchi e nuovi titoli argentini, di poter avere piena disponibilità dei titoli sequestrati.
I bond argentini hanno comunque ben reagito alla notizia, anche se non si potrà assistere ad un vero e proprio rimbalzo finchè non verranno rimossi tutti gli ostacoli alla ristrutturazione del debito ed i nuovi titoli saranno consegnati agli investitori aderenti all'offerta di scambio. |

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