Siamo arrivati al punto di svolta dei mercati azionari?
La pesante correzione subita dai mercati azionari nelle prime sedute del mese di febbraio ha minato le certezze degli investitori, che temono la fine del trend rialzista
di Edoardo Fagnani 6 feb 2018 ore 14:41La pesante correzione subita dai mercati azionari nelle prime sedute del mese di febbraio, culminata con il tonfo di Wall Street di ieri, ha mandato nel panico gran parte degli investitori. Ma i ribassi di questi giorni rappresentano il temuto punto di svolta dei mercati dopo un trend rialzista in corso da diversi anni?
Gli addetti ai lavori provano a dare una risposta a questa domanda.
Secondo Eoin Murray, responsabile degli investimenti per Hermes Investment Management, questa settimana e la prossima i mercati potrebbero continuare a scendere, in quanto il sentimento di euforia degli investitori è finito. Tuttavia, secondo l'esperto, i mercati sono in calo, ma non fuori gioco, non ancora in ogni caso.
"Il mio orizzonte temporale è proiettato nel 2019, anno in cui credo che una tempesta perfetta dei rialzi dei tassi, le politiche di bilancio delle banche centrali e l'inflazione determineranno una correzione del mercato molto più ampia", ha precisato Eoin Murray.
Stephen Jones, CIO di Kames Capital, è convinto che quella a cui stiamo assistendo è una correzione delle posizioni, unita a un ribilanciamento di fine mese dopo un gennaio e febbraio contraddistinti da fortissimi ritorni per qualsivoglia asset etichettato come rischioso.
"L’abbondanza di liquidità nei mercati ha permesso inoltre agli investitori di cambiare repentinamente le proprie posizioni lunghe in corte, aggravando la pressione ribassista sui prezzi", ha aggiunto l'esperto. Secondo Stephen Jones il 2018 non sarà un altro 2017 ed è un bene che il mercato l’abbia reso chiaro così presto.
Anche Peter Rosenstreich, Head of Market Strategy di Swissquote, consiglia agli investitori di non farsi prendere dal panico. Secondo lo strategist, infatti, il timore di un rialzo dei tassi di interesse prima del previsto è infondato, in quanto serviranno alcuni anni alla FED per sviluppare un vero e proprio tightening e le altre banche centrali non faranno che emulare questo approccio.
“In termini relativi, possiamo dire che la politica monetaria accomodante proseguirà anche nel 2018 e tale contesto non supporterà ulteriore propensione al rischio”, ha precisato Peter Rosenstreich, che ha aggiunto “Senza considerare che con un dollaro in ulteriore indebolimento l’inflazione europea continuerà a rimanere sotto tono e i rendimenti sui titoli a reddito fisso si manterranno in questa fascia”. Sulla base di queste indicazioni lo strategist ritiene che i mercati europei siano ancora attraenti.
Gli esperti dell’Ufficio studi di Marzotto Sim ritengono che le tempistiche e modalità del movimento al ribasso siano state generate da operatori intelligenti ma non pensanti.
Gli analisti evidenziano che per seguire i trend, alcuni utilizzano posizioni corte o lunghe su titoli, derivati ed ETFs; altri usano esclusivamente opzioni su indici o su ETFs; altre ancora operano sulla volatilità. “Ma quando si tratta di intervenire sul mercato perché determinati livelli sono stati toccati, come il lupo, difficilmente si muovono da soli”, hanno precisato da Marzotto Sim.
Secondo gli esperti se oggi gli indici americani manterranno i livelli attuali, non è da escludersi un rimbalzo con l’obiettivo di ritornare ai livelli pre storno per la fine del mese.