OPS Argentina, un aggiornamento
La fase di pessimismo sui mercati finanziari sembra aver influenzato anche l’esito dell’offerta di scambio, lanciata dall’Argentina il mese scorso ai possessori di “vecchie” obbligazioni (quelle cioè antecedenti il default del 2001), che non avevano accettato la prima offerta del 2005.
di Redazione Soldionline 8 giu 2010 ore 13:53
Articolo a cura di JCAssociati.it
La fase di pessimismo sui mercati finanziari sembra aver influenzato anche l’esito dell’offerta di scambio, lanciata dall’Argentina il mese scorso ai possessori di “vecchie” obbligazioni (quelle cioè antecedenti il default del 2001), che non avevano accettato la prima offerta del 2005.
Relativamente alla convenienza di accettare questa offerta e al confronto rispetto a quella del 2005 abbiamo già scritto in una nostra precedente nota del 3 maggio.
Rispetto ad un mese fa, a causa della crisi generalizzata dei mercati finanziari, le quotazioni di tutte le obbligazioni argentine sono notevolmente scese. I “Par Bonds” e i “PIL Bonds” già in circolazione, che rappresentano una parte significativa del valore offerto in scambio, sono scesi di circa 5 punti e 1 punto rispettivamente dai valori di fine aprile (quando l’offerta di scambio era stata lanciata). Questo ovviamente ha ridotto il valore di recupero per i vecchi obbligazionisti, forse disincentivando molti di essi.
Il tasso di adesione dei circa 18 miliardi di USD di titoli “defaulted” ancora in circolazione (di cui più di 4 ancora in possesso agli investitori privati italiani), è attualmente inferiore al 50%. Ciò è meno del tasso di adesione preventivato di almeno il 60%, che avrebbe permesso (o quantomeno fortemente facilitato) all’Argentina di ripresentarsi sui mercati finanziari internazionali con nuove emissioni obbligazionarie.
Una delle ragioni di un’adesione così bassa, sarebbe anche dovuta al fatto che gli intermediari italiani starebbero ricevendo moltissime richieste, in gran parte di piccole dimensioni, da parte dei risparmiatori privati, con notevoli difficoltà amministrative e ritardi nel comunicarle agli organismi argentini preposti.
Anche per questo motivo quindi il Governo argentino ha richiesto un’estensione del termine entro il quale le adesioni devono pervenire, estendendolo dal 7 al 22 giugno (ma forse anche oltre). Questo permetterebbe la ricezione di tutte le adesioni dei piccoli risparmiatori italiani e, almeno così spera il Governo argentino, l’adesione di alcuni degli investitori internazionali rimasti “alla finestra”.
La notizia dell’adesione inferiore alle attese e del prolungamento del termine non è stata presa bene dai mercati, che hanno punito i vecchi titoli “defaulted”, che dai massimi di marzo-aprile hanno perso più del 20% (da 45-50 a 33-38). Il ribasso dei vecchi titoli “defaulted” è stato molto più consistente rispetto ai più trattati “titoli Par” (si veda grafico sottostante).

Per gli originali possessori o per chi voglia raccogliere i vecchi titoli sul mercato (ammesso di riuscire ad acquistarli vista l’ormai bassissima liquidità), al prezzo di 35 l’adesione allo scambio dovrebbe consentire, anche ai valori attuali dei “titoli Par” e “PIL”, un recupero di almeno 3-5 punti (10% - 15% in termini percentuali). Questo recupero potrebbe aumentare considerevolmente se le dinamiche del PIL argentino continueranno sull’andamento degli ultimi anni e se finirà la fase di pessimismo dei mercati; viceversa ovviamente, in caso di peggioramento della congiuntura il valore potrà diminuire (ma in quest’ultimo caso scenderebbero comunque le quotazioni dei vecchi titoli “defaulted”).
In conclusione, anche dopo i recenti ribassi, per gli investitori che ancora detengono le obbligazioni argentine “ante 2001”, la scelta più logica continua ad essere quella di aderire alla proposta di scambio.
· fornire analisi e commenti indipendenti sui mercati finanziari, attraverso Report periodici e interpretazioni in tempo reale dei principali avvenimenti economici;
· segnalare corrette strategie di investimento attraverso "Portafogli Consigliati" aggiornati in tempo reale. Per corrette strategie di investimento si intende un insieme di scelte che consentano un'adeguata distribuzione dei rischi e diano la possibilità di ottenere rendimenti superiori alla media del mercato;
· contribuire ad una maggiore consapevolezza degli investitori sulle opportunità, i rischi, gli errori e i casi di disinformazione più frequenti del mondo del risparmio;
· aggiornare gli abbonati sui principali temi normativi, legali e fiscali legati al mondo del risparmio.
Il servizio JC Investimenti non promette rendimenti favolosi ma mette in condizione gli iscritti di effettuare le scelte di investimento con maggiore cognizione di causa, evitando situazioni che potrebbero mettere a rischio la consistenza del proprio patrimonio.
La fase di pessimismo sui mercati finanziari sembra aver influenzato anche l’esito dell’offerta di scambio, lanciata dall’Argentina il mese scorso ai possessori di “vecchie” obbligazioni (quelle cioè antecedenti il default del 2001), che non avevano accettato la prima offerta del 2005.
Relativamente alla convenienza di accettare questa offerta e al confronto rispetto a quella del 2005 abbiamo già scritto in una nostra precedente nota del 3 maggio.
Rispetto ad un mese fa, a causa della crisi generalizzata dei mercati finanziari, le quotazioni di tutte le obbligazioni argentine sono notevolmente scese. I “Par Bonds” e i “PIL Bonds” già in circolazione, che rappresentano una parte significativa del valore offerto in scambio, sono scesi di circa 5 punti e 1 punto rispettivamente dai valori di fine aprile (quando l’offerta di scambio era stata lanciata). Questo ovviamente ha ridotto il valore di recupero per i vecchi obbligazionisti, forse disincentivando molti di essi.
Il tasso di adesione dei circa 18 miliardi di USD di titoli “defaulted” ancora in circolazione (di cui più di 4 ancora in possesso agli investitori privati italiani), è attualmente inferiore al 50%. Ciò è meno del tasso di adesione preventivato di almeno il 60%, che avrebbe permesso (o quantomeno fortemente facilitato) all’Argentina di ripresentarsi sui mercati finanziari internazionali con nuove emissioni obbligazionarie.
Una delle ragioni di un’adesione così bassa, sarebbe anche dovuta al fatto che gli intermediari italiani starebbero ricevendo moltissime richieste, in gran parte di piccole dimensioni, da parte dei risparmiatori privati, con notevoli difficoltà amministrative e ritardi nel comunicarle agli organismi argentini preposti.
Anche per questo motivo quindi il Governo argentino ha richiesto un’estensione del termine entro il quale le adesioni devono pervenire, estendendolo dal 7 al 22 giugno (ma forse anche oltre). Questo permetterebbe la ricezione di tutte le adesioni dei piccoli risparmiatori italiani e, almeno così spera il Governo argentino, l’adesione di alcuni degli investitori internazionali rimasti “alla finestra”.
La notizia dell’adesione inferiore alle attese e del prolungamento del termine non è stata presa bene dai mercati, che hanno punito i vecchi titoli “defaulted”, che dai massimi di marzo-aprile hanno perso più del 20% (da 45-50 a 33-38). Il ribasso dei vecchi titoli “defaulted” è stato molto più consistente rispetto ai più trattati “titoli Par” (si veda grafico sottostante).

Per gli originali possessori o per chi voglia raccogliere i vecchi titoli sul mercato (ammesso di riuscire ad acquistarli vista l’ormai bassissima liquidità), al prezzo di 35 l’adesione allo scambio dovrebbe consentire, anche ai valori attuali dei “titoli Par” e “PIL”, un recupero di almeno 3-5 punti (10% - 15% in termini percentuali). Questo recupero potrebbe aumentare considerevolmente se le dinamiche del PIL argentino continueranno sull’andamento degli ultimi anni e se finirà la fase di pessimismo dei mercati; viceversa ovviamente, in caso di peggioramento della congiuntura il valore potrà diminuire (ma in quest’ultimo caso scenderebbero comunque le quotazioni dei vecchi titoli “defaulted”).
In conclusione, anche dopo i recenti ribassi, per gli investitori che ancora detengono le obbligazioni argentine “ante 2001”, la scelta più logica continua ad essere quella di aderire alla proposta di scambio.
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