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Meglio non chiudere le posizioni nell’obbligazionario degli emergenti

Nel complesso diventa sempre più difficile prevedere una chiara direzione per l’obbligazionario emergente. Ma nonostante lo scenario gli emergenti potrebbbero non deludere

di Redazione Soldionline 17 feb 2014 ore 15:12
A cura di Damien Buchet, gestore del comparto AXA WF Emerging Markets Short Duration Bonds

mercati-emergentiAlla luce del progressivo ritiro delle liquidità dall’economia globale e dell’aumento dei rischi specifici per Paese e settore, è diventato difficile prevedere una chiara direzione per i mercati del reddito fisso nel loro complesso. Nonostante il difficile scenario, l’attuale contesto si presta a strategie d’investimento focalizzate sugli strumenti obbligazionari del mercato emergente a duration corta.

Ce lo spiega Damien Buchet, gestore del fondo AXA WF Emerging Markets Short Duration Bonds:
Tra maggio e settembre l’anno scorso il debito dei mercati emergenti ha attraversato il periodo di peggiore volatilità dalla crisi del 2008. Riteniamo che il graduale passaggio dalle condizioni monetarie di emergenza a condizioni monetarie normali provocherà periodi di sottoperformance nella maggior parte dell’universo obbligazionario. Tuttavia, non avverrà tutto nello stesso momento e, a nostro avviso, ci saranno periodi in cui le valorizzazioni diventeranno nuovamente molto interessanti – come sta probabilmente accadendo nel debito dei mercati emergenti già in questo momento.
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Il gestore evidenzia che:
Mentre la Fed, con il tapering, esce dall’allentamento quantitativo, appare all’orizzonte il rischio di rialzo dei tassi d’interesse, che introduce potenzialmente un aumento della volatilità sul mercato. Riteniamo che gli investitori desiderosi di beneficiare delle prospettive di crescita di lungo termine e di rendimenti interessanti del debito emergente ma che temono la volatilità potrebbero ritenere valido un approccio di breve termine. Supportato da un solido processo di ricerca per individuare rischi Paese e settoriali specifici, può offrire diversi vantaggi. Tra questi: minore sensibilità ai movimenti dei tassi d’interesse, reddito solido, diversificazione e minore volatilità.
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Buchet termina indicando che:
Riteniamo che l’obbligazionario emergente offra un potenziale d’incremento del capitale e di reddito di lungo termine meglio catturato tramite un approccio total return. Adottando un approccio attivo e conviction based possiamo individuare interessanti opportunità di rendimento e inferiore volatilità soprattutto nel segmento del credito emergente. Le valorizzazioni dell’obbligazionario emergente restano interessanti, a nostro avviso e, di media, i fondamentali aziendali sono migliorati. Sarà essenziale quest’anno focalizzarsi sulle opportunità di alpha in termini di differenziazione tra paesi e settori. Privilegiamo le esportazioni petrolifere, le telecomunicazioni e il settore immobiliare. Riteniamo che il carry resterà probabilmente il principale driver di rendimenti nel primo trimestre. Siamo inoltre principalmente focalizzati sulle valute forti, che tendono a essere meno volatili rispetto all’obbligazionario in valuta locale (che comporta rischi aggiuntivi legati ad esempio alle fluttuazioni valutarie, tassi d’interesse nazionali e controlli di capitale potenzialmente maggiori).
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