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Non esistono attività prive di rischio

Nei mercati del reddito fisso, continuiamo a temere il trend ribassista della crescita in Europa e nelle economie emergenti

di Redazione Soldionline 27 gen 2012 ore 14:56
Articolo a cura di Pictet Asset Management Strategy Unit

Nei mercati del reddito fisso, continuiamo a temere il trend ribassista della crescita in Europa e nelle economie emergenti. Siamo meno preoccupati per la crescita nelle altre regioni globali, anche se prevediamo che sarà inferiore rispetto a quella potenziale.

L’azione della BCE sta cambiando le regole del gioco
L’impatto dell’operazione di rifinanziamento a lungo termine della BCE sta cambiando le regole del gioco e a nostro avviso il mercato non ne ha ancora compreso appieno la significatività. La liquidità complessiva è aumentata notevolmente in Europa:
873 miliardi di Euro lordi, (659 miliardi di Euro netti) e 361 miliardi di Euro di riserve, e gli effetti saranno ancora maggiori con le nuove regole, meno rigorose, sull’ammissibilità del collaterale. Includendo i finanziamenti con garanzia reale a favore delle società di piccola e media dimensione, le obbligazioni societarie e gli strumenti analoghi, le banche più piccole e potenzialmente più vulnerabili avranno la possibilità di accedere alla liquidità a termine, e ciò potrebbe contribuire ad evitare una fuga dei risparmiatori dalle banche o uno shock di tipo Lehman. Questa disponibilità
illimitata di liquidità può essere vista come una forma succedanea di quantitative easing e prevediamo che le banche la
utilizzeranno per acquistare titoli di Stato. Manca comunque ancora un allentamento dei requisiti dell’European Bank Authority per quanto riguarda la contabilizzazione mark to market delle posizioni in portafoglio.
Temiamo che ciò frenerà le banche dall’acquistare obbligazioni nel breve periodo, trasformando il problema dei debiti
sovrani dell’eurozona da acuto a cronico. Nel breve periodo prevediamo pertanto  un indebolimento dell’euro, anche se restiamo largamente positivi a medio/lungo termine.

La nostra preferenza va alle banche di grandi dimensioni
I recenti eventi dei mercati finanziari ci hanno insegnato che non esistono attività prive di rischio. Alcune banche
abbandoneranno le attività più rischiose e si sposteranno su un modello di business più simile a quello delle utilities. Per
questo motivo preferiamo le banche di maggiori dimensioni.
Mentre gli spread potranno raggiungere nuovi massimi, crediamo che il downside dei prezzi delle azioni sia limitato. Anche se le obbligazioni europee sono su livelli molto interessanti, le prospettive negative per l’Europa limiteranno il rialzo delle obbligazioni di qualità più bassa. Stiamo pertanto sovrappesando le emissioni corporate investment grade.
Per quanto riguarda il debito dei mercati emergenti, siamo molti prudenti per la possibilità di oscillazioni dei tassi di
cambio. I mercati emergenti non sono immuni dalle turbolenze nei mercati sviluppati e le monete sono storicamente
il terreno di battaglia che rispecchia tali pressioni. Alcune monete sono percepite ora come “sicure”, ma naturalmente
quando i flussi si invertiranno si potranno creare situazioni di volatilità. Ma ci sono anche aspetti positivi: siamo fermamente convinti che l’inflazione stia rallentando nei mercati emergenti e che la crescita più lenta porterà a risposte di politica monetaria accomodanti da parte delle banche centrali.

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