Non c'è una bolla sull'azionario!
Richard Bernstein, dell'omonima società di advisoring, spiega in un report dall'eloquente titolo "Equity Bubble? No." come mai il mercato non è in una bolla speculativa
di Mauro Introzzi 14 gen 2014 ore 12:22
Sono in moltissimi a pensare che l'azionario, in primis quello americano, sia decisamente sopravvalutato. I record di fine 2013, arrivati dopo 5 anni di rialzi praticamente ininterrotti, sono un'argomentazione decisamente valida non solo per chi pensa che i titoli abbiano corso un po' troppo, ma anche per chi crede che le quotazioni Usa siano oggetto di una vera e propria bolla speculativa.
I rialzi del 2013, per i mercati americani, sono stati in effetti guidati da una rilevante espansione dei multipli (lo ha segnalato Morgan Stanley qui: Perchè quello giapponese del 2013 è stato un rialzo sano) ma già altri hanno evidenziato quali sono i motivi per cui non possiamo dire di essere in una bolla speculativa (I 3 segnali di una bolla speculativa sull'azionario).
Ora, la schiera di quelli che non credono che l'azionario Usa sia in una bolla speculativa si arricchisce di un nuovo esperto: Richard Bernstein dell'omonima società di advisoring. L'economista, nel suo report Equity Bubble? No., respinge seccamente l'ipotesi.
Bernstein evidenzia come i titoli ad alto beta (che, in parole povere, sono quelli dotati della caratteristica di amplificare molto i movimenti del mercato) non abbiano assolutamente dei multipli alti.
Il rally di questi ultimi anni è stato invece guidato dalle azioni a basso beta (quelli che hanno una sensibilità più bassa rispetto ai movimenti di mercato), un'evidenza che non depone a favore della formazione di una bolla speculativa.
Ecco il grafico che confronta i P/E delle azioni ad alto beta con quelli delle azioni a basso beta:
Un'altra motivazione portata da Bernstein contro la presenza di una bolla è rappresentata dalla mancanza di tutte (o probabilmente di almeno 4 di esse escludendo la prima) delle 5 caratteristiche che stanno alla base di un'eccessiva esuberanza nelle valutazioni: eccesso di liquidità, incremento dell'uso della leva finanziaria, democratizzazione del mercato, incremento dei volumi e record di nuovi collocamenti. A parte la prima caratteristica, che potrebbe essere stata favorita dalla politica espansiva della Fed, gli altri 4 fattori non sono stati assolutamente rilevanti nel 2013.
LEGGI ANCHE: Perché i tecnologici Usa non sono in bolla
L'economista dimostra poi che non è vero che il multiplo P/E (prezzi su utili) dello Standard & Poor's 500 sia eccessivamente elevato. Se si rapporta il ratio all'inflazione e al livello dei tassi, infatti, si può dire che il mercato sia correttamente valutato.
Bernstein evidenzia poi che esistono 2 tipi di mercati toro: quelli guidati dalla valutazione (i cosiddetti PE-driven) e quelli guidati dagli utili (i cosiddetti earnings-driven). La maggior parte dei mercati toro dopo il 1980 si adattano alla prima descrizione mentre per l'economista la fase attuale ricade nella seconda casistica, visto che è guidata dagli utili aziendali. Si tratterebbe quindi di un rialzo sostenibile e non speculativo.
Infine Bernstein fa notare come ogni bolla speculativa non sia accompagnata da scetticismo. Mentre di scetticismo, in questi giorni, se ne respira molto. E dei picchi di euforia sempre presenti in un mercato irrazionalmente sopravvalutato non c'è traccia.
I rialzi del 2013, per i mercati americani, sono stati in effetti guidati da una rilevante espansione dei multipli (lo ha segnalato Morgan Stanley qui: Perchè quello giapponese del 2013 è stato un rialzo sano) ma già altri hanno evidenziato quali sono i motivi per cui non possiamo dire di essere in una bolla speculativa (I 3 segnali di una bolla speculativa sull'azionario).
Ora, la schiera di quelli che non credono che l'azionario Usa sia in una bolla speculativa si arricchisce di un nuovo esperto: Richard Bernstein dell'omonima società di advisoring. L'economista, nel suo report Equity Bubble? No., respinge seccamente l'ipotesi.
Bernstein evidenzia come i titoli ad alto beta (che, in parole povere, sono quelli dotati della caratteristica di amplificare molto i movimenti del mercato) non abbiano assolutamente dei multipli alti.
Il rally di questi ultimi anni è stato invece guidato dalle azioni a basso beta (quelli che hanno una sensibilità più bassa rispetto ai movimenti di mercato), un'evidenza che non depone a favore della formazione di una bolla speculativa.
Ecco il grafico che confronta i P/E delle azioni ad alto beta con quelli delle azioni a basso beta:
Un'altra motivazione portata da Bernstein contro la presenza di una bolla è rappresentata dalla mancanza di tutte (o probabilmente di almeno 4 di esse escludendo la prima) delle 5 caratteristiche che stanno alla base di un'eccessiva esuberanza nelle valutazioni: eccesso di liquidità, incremento dell'uso della leva finanziaria, democratizzazione del mercato, incremento dei volumi e record di nuovi collocamenti. A parte la prima caratteristica, che potrebbe essere stata favorita dalla politica espansiva della Fed, gli altri 4 fattori non sono stati assolutamente rilevanti nel 2013.
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L'economista dimostra poi che non è vero che il multiplo P/E (prezzi su utili) dello Standard & Poor's 500 sia eccessivamente elevato. Se si rapporta il ratio all'inflazione e al livello dei tassi, infatti, si può dire che il mercato sia correttamente valutato.
Bernstein evidenzia poi che esistono 2 tipi di mercati toro: quelli guidati dalla valutazione (i cosiddetti PE-driven) e quelli guidati dagli utili (i cosiddetti earnings-driven). La maggior parte dei mercati toro dopo il 1980 si adattano alla prima descrizione mentre per l'economista la fase attuale ricade nella seconda casistica, visto che è guidata dagli utili aziendali. Si tratterebbe quindi di un rialzo sostenibile e non speculativo.
Infine Bernstein fa notare come ogni bolla speculativa non sia accompagnata da scetticismo. Mentre di scetticismo, in questi giorni, se ne respira molto. E dei picchi di euforia sempre presenti in un mercato irrazionalmente sopravvalutato non c'è traccia.
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