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Investimenti High Dividend e Value style

Quelli appena trascorsi sono stati cinque anni terribili per gli investitori value, soprattutto in Europa. Nel corso della crisi finanziaria, le azioni a buon mercato avevano basse valutazioni per una buona ragione e quelle poco apprezzate sono rimaste tali

di Redazione Soldionline 2 apr 2013 ore 15:59
Articolo a cura di Carl Ghielen, Senior Client Portfolio Manager, High Dividend Strategy, di ING Investment Management

Quelli appena trascorsi sono stati cinque anni terribili per gli investitori value, soprattutto in Europa. Nel corso della crisi finanziaria, le azioni a buon mercato avevano basse valutazioni per una buona ragione e quelle poco apprezzate sono rimaste tali. Gli investitori erano corsi ai ripari, preferendo azioni growth di qualità. Tutto questo potrebbe però essere giunto al termine...

La dispersione tra azioni care ed economiche in Europa è nuovamente in una fase vicina ai massimi storici. Questo è in genere un momento in cui lo stile value inizia di nuovo a sovraperformare e il migliorare delle notizie economiche stimolerà ulteriormente questo slancio. Il rally generalizzato del mercato può incoraggiare gli investitori a guardare maggiormente ai titoli sottovalutati perché questi potrebbero dare un "margine di sicurezza" nel momento in cui si dovesse verificare una battuta d’arresto.

Mentre gli investitori negli Stati Uniti stappano bottiglie di champagne con il Dow Jones ai massimi, le cose sono un po' diverse in Europa. Solo la Germania viaggia a livelli prossimi ai picchi. E quindi si mantiene il divario tra l’andamento degli Stati Uniti e della Germania rispetto agli altri mercati azionari dell'area Euro. L’indice francese CAC 40 è ancora a circa il 40% al di sotto dei massimi del 2007 ed ancora più giù rispetto ai massimi storici, raggiunti nel 2000. Italia e Irlanda vanno ancora peggio. Il FTSE MIB e l’irlandese ISEQ sono entrambi intorno al 55-60% al di sotto del 2007. E per un investitore esterno all’Eurozona sarebbe andata ancora peggio, per il fatto che l'euro ha perso quasi il 20% del suo valore rispetto al dollaro dal 2008.

Ovviamente questo può essere ben spiegato con la crisi del debito sovrano nella zona euro. Il rovescio della medaglia, però, è che l'Europa sembra relativamente attraente considerando una serie di parametri di valutazione: Lo Stoxx Europe 600 è scambiato con uno sconto di circa il 10% sull’S&P500, e gli utili aziendali sono destinati a crescere allo stesso livello quest'anno in Europa rispetto agli Stati Uniti.

E questa situazione ben si combina con l’investimento in dividendi. Nell'ambito delle nostre strategie High Dividend, il nostro obiettivo è di selezionare aziende sottovalutate con un dividend yield elevato e sostenibile, con un approccio bottom-up. L’investimento in queste società è strettamente correlato con uno stile di investimento value perché il dividendo è spesso un parametro di valutazione. Il dividend yield può essere alto come risultato di un
basso prezzo dell’azione, possibile indicazione di una società valutata a buon mercato o sottovalutata.

Guardando al nostro portafoglio attualmente, abbiamo un sovrappeso in titoli azionari italiani rispetto al benchmark e consideriamo attraenti questi titoli in quanto offrono rendimenti interessanti a lungo termine. I risultati delle elezioni in Italia hanno dato una battuta d'arresto alle iniziative di riforma, ma dal punto di vista del debito del paese a noi la situazione appare migliore rispetto ad altri periferici.
 
Il debito pubblico e di circa il 127%, ma il deficit è di circa 2,9% - al di sotto del limite del 3%. In realtà il paese ha un avanzo primario (al netto degli interessi sul debito). In questo quadro, guardando a dividendi sostenibili,
preferiamo le società del settore finanziario, delle telecomunicazioni e dell'energia.
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