Economie avanzate sulla via della ripresa
L'attività economica dei mercati sviluppati segna un'accelerazione a tutto campo – addirittura l'Europa sta dando segni di vita. Per la prima volta dalla crisi economica del 2008, si osservano segnali di ripresa sincronica nei paesi occidentali e in Giappone
di Redazione Soldionline 4 set 2013 ore 13:23 Articolo a cura di Christophe Bernard, Chief Strategist Vontobel Group
L'attività economica dei mercati sviluppati segna un'accelerazione a tutto campo – addirittura l'Europa sta dando segni di vita. Per la prima volta dalla crisi economica del 2008, si osservano segnali di ripresa sincronica nei paesi occidentali e in Giappone. Le economie dei paesi emergenti, invece, perdono il passo.
I robusti indicatori economici pubblicati nei mesi estivi negli USA, nel Regno Unito, in Giappone e nella zona euro, mostrano inequivocabilmente che la ripresa si sta estendendo a tutte le economie avanzate. Notizie sorprendentemente positive sono giunte anche dalla zona euro, che sembra finalmente riemergere da una lunga recessione: l'indice aggregato degli addetti agli acquisti (PMI) ha superato la soglia magica di 50 e ha raggiunto quota 51,7 nel mese di agosto, preannunciando così un modesto aumento della produzione economica nei prossimi mesi. A questi dati non ha contribuito solo la solita Germania: anche altri paesi, come l'Italia e la Spagna, hanno messo a segno notevoli progressi. Questo netto miglioramento indica che l'economia della zona euro potrebbe finalmente stabilizzarsi e che gran parte degli effetti negativi legati al necessario risanamento dei conti pubblici è ormai superata. Negli USA, il mercato del lavoro continua a recuperare, mentre l'afflusso di nuovi ordini nel settore manifatturiero e nel terziario preannuncia un aumento della crescita economica.
Grafico 1: stabilizzazione economica nella zona euro, crescita del PIL negli USA
Fonte: Datastream, Vontobel
Mercati emergenti in difficoltà
Come mostrano i dati deludenti provenienti dall'India e dall'Indonesia, le economie dei mercati emergenti non hanno ancora superato il peggio. Solo la Cina sembra risalire la china: le ultime cifre PMI indicano infatti una ripresa a breve termine. Anche se prevediamo una netta contrazione dei tassi di crescita a lungo termine, la Cina ha i mezzi e la volontà di mantenere una traiettoria di crescita del 7% sul breve termine, seppure con mezzi obsoleti e tutt'altro che sostenibili.
Dall'inizio di maggio, i mercati del reddito fisso subiscono pesanti ribassi a causa dell'effetto combinato dell'accelerazione della crescita negli USA e dell'intenzione della Federal Reserve (Fed) di diminuire gradualmente i suoi acquisti di obbligazioni non appena il tasso di disoccupazione scenderà al 7,0% (contro l'attuale 7,4%). Le ondate di vendite di maggio e giugno hanno spinto la Fed a reagire tempestivamente, reiterando il suo impegno per una politica accomodante, almeno finché la ripresa non sarà sufficientemente stabile. Sorprendentemente, il presidente della Fed Ben Bernanke ha citato il restringimento delle condizioni finanziarie - in altre parole: un aumento dei tassi di interesse sui mercati finanziari – come una variabile che la Fed prende in considerazione nelle sue decisioni di politica monetaria. Ciò significa che l'autorità monetaria è disposta a combattere un aumento dei tassi a lungo termine, se questi dovessero iniziare a pesare sull'economia.
Nella prima metà di luglio, considerato che a questo punto sono poco probabili delle vendite allo sbaraglio sui mercati dei tassi di interesse, abbiamo reinvestito una notevole parte delle nostre liquidità sui mercati azionari sviluppati, in obbligazioni ad alto rendimento e nel cosiddetto debito esterno dei mercati emergenti, cioè titoli governativi denominati in dollari USA. Così facendo, siamo passati da una ponderazione neutrale a un sovrappeso degli asset rischiosi. Inoltre abbiamo sfruttato la situazione sul mercato dell'oro, per aumentare tatticamente la nostra esposizione. Dopo le massicce ondate di vendite, il rapporto rischio/rendimento è tornato infatti a essere più favorevole per il metallo prezioso.
Opportunità sui mercati creditizi
Dopo aver dimezzato in giugno la nostra esposizione nel debito dei paesi emergenti denominato in valuta locale, stiamo riconsiderando "l'investment case" alla luce delle rinnovate pressioni su emittenti chiave come India e Brasile (vedi grafico 2). Se i tassi di interesse americani a lungo termine si stabilizzeranno sui livelli attuali, vi sono buone opportunità che il peggio della correzione sia ormai passato e che ogni ulteriore flessione offra interessanti opportunità.
Grafico 2: Pressioni al ribasso sulla rupia indiana e il real brasiliano
Fonte: Datastream, Vontobel
L'ampia ripresa economica, le robuste condizioni delle imprese e la politica accomodante delle banche centrali ci confortano nel nostro atteggiamento positivo nei confronti dei mercati azionari e delle attività rischiose, anche se l'argomento della loro valutazione è ormai relativizzato dal rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato.
Detto questo, siamo coscienti della possibilità di nuove tempeste all'orizzonte: basti pensare alla riapertura del dibattito sul tetto dell'indebitamento negli USA, alle prossime elezioni federali in Germania, alle incognite sulla tenuta della coalizione politica in Italia e, non da ultimo, al rischio di un'escalation in Siria. Resteremo in guardia.