Gli emergenti sono in fase di consolidamento ma non vi è alcun rischio di una nuova crisi
Lo sostiene Paul McNamara, gestore di Swiss & Global. L'esperto ritiene che oggi i mercati emergenti sono molto più solidi rispetto a qualche anno fa. Per molti motivi
di Redazione Soldionline 5 feb 2014 ore 12:28
A cura di Paul McNamara, gestore del JB Local Emerging Bond Fund di Swiss & Global
Molte valute dei mercati emergenti hanno recentemente subito forti svalutazioni. Tuttavia una crisi dei paesi asiatici come quella a cui abbiamo assistito nel 1997 è improbabile. È questa l'opinione di Paul McNamara, gestore di GAM e responsabile del fondo JB Local Emerging Bond di Swiss & Global. «L'attuale performance non può essere confrontata con quella del 1997», spiega l'esperto. Oggi i mercati emergenti sono molto più solidi rispetto ad allora: alcune delle banche locali sono posizionate meglio di quelle dei paesi industrializzati. «Quello a cui stiamo assistendo è la fine del modello di crescita che i mercati emergenti hanno seguito dopo la crisi finanziaria». Gli investitori nei mercati obbligazionari devono ora analizzare il grado di successo riscosso da vari paesi nell'affrontare il necessario processo di adeguamento.
LEGGI ANCHE: La crisi finanziaria ha colpito anche i Paesi emergenti
Con l'aiuto di politiche monetarie accomodanti e grazie ai capitali esteri, i mercati emergenti sono riusciti ad incrementare gli investimenti interni e a mantenere elevati i propri livelli di crescita anche dopo la crisi finanziaria. La rinascita delle economie sviluppate richiede ora un adeguamento. «Il tapering è stato solo la molla che ha dato origine agli sviluppi attuali, e non la loro causa principale». Così McNamara valuta l'attuale cambio di rotta nella politica monetaria USA.
OBBLIGAZIONI IN VALUTA LOCALE: RIMANGONO INTERESSANTI
Anche se la quota di obbligazioni in valuta locale sul totale del capitale estero investito è aumentata fino al 25%1 negli anni recenti, Paul McNamara non vede segnali di bolle al momento. «Il volume del mercato obbligazionario in valuta locale riflette anzi il ruolo più forte dei mercati emergenti», afferma il gestore. L'aumento di importanza delle obbligazioni in valuta locale ha una base strutturale. La classe di investimento continua ad essere interessante in quanto i mercati emergenti tendono ad avere debiti più bassi. Misurati in dollari USA, essi rappresentano attualmente circa un terzo della produzione economica globale. Salvo stravolgimenti da questo punto di vista, è improbabile che la classe di investimento perda la propria attrattiva.
TASSI DI CAMBIO: LA LORO FLUTTUAZIONE NON E' UNA MINACCIA
Paul McNamara ritiene improbabile che l'attuale diminuzione dei tassi di cambio possa costituire un ostacolo per la crescita di lungo periodo dei mercati emergenti. Nel 1997 diversi paesi asiatici avevano deficit della bilancia commerciale compresi in taluni casi fra il 6% e l'8%2 ed erano fortemente esposti alle fluttuazioni dei tassi di cambio. Oggi la situazione è diversa. «Nel breve termine dovremo accettare mercati dominati dalla volatilità». Tuttavia, ciò non costituisce una minaccia per i mercati emergenti ma un'opportunità, poiché le fluttuazioni dei tassi di cambio aiutano ad assorbire gli shock sul breve termine e aumentano la competitività.
OPPORTUNITA' PER GLI EMERGENTI DALLA FASE DI CONSOLIDAMENTO
Di norma, spiega McNamara, le diminuzioni dei tassi di cambio sono state correlate ai problemi economici sottostanti. Già le vendite massicce verificatesi l'anno scorso sui mercati obbligazionari erano ampiamente riconducibili alle cosiddette «5 tigri fragili – fragile five», cioè India, Indonesia, Sud Africa, Brasile e Turchia, nonché la Russia. «Ma anche in alcuni di questi paesi, ad esempio in India, il processo di adeguamento ha fatto grandi progressi rispetto a quanto generalmente ritenuto», sottolinea il gestore. L'India, ad esempio, ha recentemente ridotto considerevolmente il proprio saldo della bilancia commerciale. «Tuttavia, paesi come la Turchia con deficit della bilancia commerciale costantemente elevati continueranno per qualche tempo ad avere dei problemi». La Turchia costituisce comunque un'eccezione, e il suo caso non può essere generalizzato.
«In generale, le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale offrono nuovamente, dopo un anno duro con cadute dei prezzi, opportunità d'investimento straordinarie», ritiene McNamara. «Le obbligazioni dei mercati emergenti sono oggi una classe di investimento più matura che nel 1997, e offrono agli investitori rendimenti allettanti nonché il potenziale per una rivalutazione del capitale». I paesi come la Polonia, il Messico, la Romania, la Corea del Sud e l'Ungheria, che sono strettamente integrati nella catena di creazione del valore delle nazioni sviluppate, sono quelli con il maggiore potenziale e stanno già beneficiando della crescita in ripresa di tali economie.
NUOVI EMERGENTI: Cosa sono i MINT?
Molte valute dei mercati emergenti hanno recentemente subito forti svalutazioni. Tuttavia una crisi dei paesi asiatici come quella a cui abbiamo assistito nel 1997 è improbabile. È questa l'opinione di Paul McNamara, gestore di GAM e responsabile del fondo JB Local Emerging Bond di Swiss & Global. «L'attuale performance non può essere confrontata con quella del 1997», spiega l'esperto. Oggi i mercati emergenti sono molto più solidi rispetto ad allora: alcune delle banche locali sono posizionate meglio di quelle dei paesi industrializzati. «Quello a cui stiamo assistendo è la fine del modello di crescita che i mercati emergenti hanno seguito dopo la crisi finanziaria». Gli investitori nei mercati obbligazionari devono ora analizzare il grado di successo riscosso da vari paesi nell'affrontare il necessario processo di adeguamento.
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Con l'aiuto di politiche monetarie accomodanti e grazie ai capitali esteri, i mercati emergenti sono riusciti ad incrementare gli investimenti interni e a mantenere elevati i propri livelli di crescita anche dopo la crisi finanziaria. La rinascita delle economie sviluppate richiede ora un adeguamento. «Il tapering è stato solo la molla che ha dato origine agli sviluppi attuali, e non la loro causa principale». Così McNamara valuta l'attuale cambio di rotta nella politica monetaria USA.
OBBLIGAZIONI IN VALUTA LOCALE: RIMANGONO INTERESSANTI
Anche se la quota di obbligazioni in valuta locale sul totale del capitale estero investito è aumentata fino al 25%1 negli anni recenti, Paul McNamara non vede segnali di bolle al momento. «Il volume del mercato obbligazionario in valuta locale riflette anzi il ruolo più forte dei mercati emergenti», afferma il gestore. L'aumento di importanza delle obbligazioni in valuta locale ha una base strutturale. La classe di investimento continua ad essere interessante in quanto i mercati emergenti tendono ad avere debiti più bassi. Misurati in dollari USA, essi rappresentano attualmente circa un terzo della produzione economica globale. Salvo stravolgimenti da questo punto di vista, è improbabile che la classe di investimento perda la propria attrattiva.
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Paul McNamara ritiene improbabile che l'attuale diminuzione dei tassi di cambio possa costituire un ostacolo per la crescita di lungo periodo dei mercati emergenti. Nel 1997 diversi paesi asiatici avevano deficit della bilancia commerciale compresi in taluni casi fra il 6% e l'8%2 ed erano fortemente esposti alle fluttuazioni dei tassi di cambio. Oggi la situazione è diversa. «Nel breve termine dovremo accettare mercati dominati dalla volatilità». Tuttavia, ciò non costituisce una minaccia per i mercati emergenti ma un'opportunità, poiché le fluttuazioni dei tassi di cambio aiutano ad assorbire gli shock sul breve termine e aumentano la competitività.
OPPORTUNITA' PER GLI EMERGENTI DALLA FASE DI CONSOLIDAMENTO
Di norma, spiega McNamara, le diminuzioni dei tassi di cambio sono state correlate ai problemi economici sottostanti. Già le vendite massicce verificatesi l'anno scorso sui mercati obbligazionari erano ampiamente riconducibili alle cosiddette «5 tigri fragili – fragile five», cioè India, Indonesia, Sud Africa, Brasile e Turchia, nonché la Russia. «Ma anche in alcuni di questi paesi, ad esempio in India, il processo di adeguamento ha fatto grandi progressi rispetto a quanto generalmente ritenuto», sottolinea il gestore. L'India, ad esempio, ha recentemente ridotto considerevolmente il proprio saldo della bilancia commerciale. «Tuttavia, paesi come la Turchia con deficit della bilancia commerciale costantemente elevati continueranno per qualche tempo ad avere dei problemi». La Turchia costituisce comunque un'eccezione, e il suo caso non può essere generalizzato.
«In generale, le obbligazioni dei mercati emergenti in valuta locale offrono nuovamente, dopo un anno duro con cadute dei prezzi, opportunità d'investimento straordinarie», ritiene McNamara. «Le obbligazioni dei mercati emergenti sono oggi una classe di investimento più matura che nel 1997, e offrono agli investitori rendimenti allettanti nonché il potenziale per una rivalutazione del capitale». I paesi come la Polonia, il Messico, la Romania, la Corea del Sud e l'Ungheria, che sono strettamente integrati nella catena di creazione del valore delle nazioni sviluppate, sono quelli con il maggiore potenziale e stanno già beneficiando della crescita in ripresa di tali economie.
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