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Chi vince e chi perde nell'accordo tra UBS e Credit Suisse

di Redazione Lapenna del Web 20 mar 2023 ore 11:41 Le news sul tuo Smartphone

banca_20Francesco Castelli - responsabile Fixed Income Banor Capital - ha analizzato l'operazione che ha portato l'acquisizione di Credit Suisse da parte di UBS.

L'esperto ritiene che l'intervento svizzero sia di grande aiuto, anche se doloroso per i detentori di azioni Credit Suisse e obbligazioni AT1. A suo avviso, le autorità svizzere hanno seguito la situazione molto da vicino e hanno prontamente deciso che la banca non era più affidabile come entità indipendente. "Il matrimonio con UBS, dipinto come una transazione privata tra due soggetti privati, mostra invece pesanti segnali di intervento pubblico", ha evidenzato Francesco Castelli.

"Il governo ha autorizzato una garanzia di liquidità di 100 miliardi, mostrando il proprio chiaro sostegno", spiega Castelli, "una garanzia molto ampia che dovrebbe proteggere UBS dalla speculazione di mercato".

Castelli specifica come UBS si assuma un grande rischio per l'acquisizione degli asset tossici di Credit Suisse, avendo però ottenuto ottime condizioni acquisendo il loro più grande concorrente gratuitamente, con un "regalo" implicito di 13 miliardi (includendo i 16 miliardi di titoli AT1 ridotti a zero, cui vanno sottratti i 3 miliardi pagati agli azionisti di Credit Suisse). Castelli evidenzia inoltre come UBS abbia già charito che verranno massicciamente ridotte le attività di investment banking per concentrarsi invece sulla gestione patrimoniale.

"Per quando riguarda i possessori di titoli Credit Suisse, usciranno illesi tutti i possessori di debito senior, tutti i titoli emessi da tutte le società del gruppo, inclusa la holding company," afferma Castelli, che individua anche chi pagherà lo scotto, ovvero i titoli AT1 (per istituzionali, 16 miliardi in totale) che l’autorità di mercato FINMA ha deciso di azzerare.

"Premio di consolazione per gli azionisti, che evitano l'azzeramento ma non vengono certamente salvati," ha aggiunto Castelli: "Si porteranno a casa 3 miliardi in titoli UBS, a fronte di un valore di libro di 45 miliardi".

L'esperto segnala che il bail-in dei CoCo AT1 è uno shock per gli investitori e può essere visto come ingiusto, nel momento in cui gli azionisti recuperano 3 miliardi. "D’altra parte, è completamente legale, descritto nel prospetto e discusso da Credit Suisse anche in una recente presentazione", ha spiegato Francesco Castelli.

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