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Borsa di Londra: prospettive per il futuro (Aviva Investors)

di Redazione Soldionline 3 mag 2010 ore 14:42 Le news sul tuo Smartphone
Aviva Investors: mercato azionario UK trainato da M&A, ma la crescita sarà più moderata

Nel primo trimestre 2010, i titoli azionari UK hanno toccato i massimi degli ultimi 20 mesi, mentre l’indice FTSE All-Share ha guadagnato il 6,4 per cento nonostante le preoccupazioni per il debito pubblico, la limitazione dei prestiti in Cina e le pressioni di Obama sulle banche USA. Mervyn Douglas, gestore UK Equity di Aviva Investors descrive le prospettive del mercato azionario UK per i prossimi mesi.

“Dopo quattro trimestri consecutivi in crescita, continuiamo ad aspettarci rendimenti ragionevoli per l’azionario UK, soprattutto, rispetto ad asset privi di rischio, come i mercati monetari e i gilt, che rimangono sopravalutati. Tassi di interesse vicini allo zero e rendimenti dei titoli di stato relativamente bassi dovrebbero infatti offrire un contesto favorevole alle azioni, mettendo nelle mani degli investitori istituzionali liquidità in abbondanza. Nei prossimi mesi l’inflazione rimarrà probabilmente stabile, mentre riprenderanno gli investimenti (capital expenditure), contribuendo ad alimentare un maggiore appetito di rischio. Più in là nell’anno, crediamo che le azioni UK potranno trarre inoltre beneficio da utili societari in ripresa e da una rinnovata attività di M&A”.

“Tuttavia, data la forte crescita registrata dai mercati azionari durante il 2009 e nel primo trimestre 2010, per i prossimi mesi ci aspettiamo uno sviluppo più moderato. Gli analisti hanno già alzato le stime sugli utili in risposta ai solidi risultati societari e anche se le aziende hanno usato la generazione di cassa per ridurre il debito, crediamo che le previsioni rischino di essere troppo ottimistiche”.

Performance trainate dall’attività di M&A e dai titoli “quality growth”
Secondo il team UK Equity di Aviva Investors, la crescita 2010 interesserà un maggior numero di settori – in particolare quelli esclusi dal rally dell’ultimo anno. Uno dei principali catalizzatori della crescita nei primi mesi del 2010 è stata l’attività di M&A per il fatto che, in un contesto di bassa crescita, le aziende tendono a guardare al taglio dei costi come mezzo per far crescere gli utili. Il ritorno ad una vivace stagione di M&A è stato aiutato inoltre dalla sterlina debole. Più in là nell’anno ci aspettiamo un’accelerazione delle operazioni di M&A, da cui potranno trarre beneficio i mercati azionari.

Società “quality growth” sono un’altra area del mercato da cui ci aspettavamo performance positive. Man mano che diventa evidente che queste aziende sono riuscite ad aumentare la propria quota di mercato durante la crisi e che i loro solidi bilanci continuano ad offrire un vantaggio competitivo rispetto a società con alti livelli di debito, cresce la domanda di titoli “quality growth”. Al contrario, società con livelli di debito elevati, come le utility, hanno avuto una performance modesta, in parte per via delle preoccupazioni per il costo del rifinanziamento del debito.

Crescita UK al di sotto della media
Anche se ci aspettiamo che la crescita continui, crediamo che il ritmo della ripresa sarà modesto per via dei problemi strutturali che devono essere ancora affrontati, in particolare riguardanti il fisco. Inoltre, i politici rischiano di compromettere la ripresa rimuovendo le misure monetarie accomodanti prima che la ripresa si consolidi. L’economia USA sembra in migliori condizioni nonostante debba affrontare problemi simili a quelli del Regno Unito. L’America è infatti aiutata da un maggior dinamismo e dal contributo concreto del settore produttivo ai risultati economici. Tra gli effetti della ripresa USA riscontriamo una tendenza al rialzo dei tassi di interesse e del tasso di cambio del dollaro.

Non crediamo ancora in uno scenario di economia ‘goldilocks’
Troviamo difficile sottoscrivere il consensus ‘goldilocks’ secondo il quale la ripresa economica sta guadagnando forza e i tassi di interesse dovrebbero rimanere bassi ancora per molto tempo. Continuiamo a credere che questo scenario sia semplicemente troppo conveniente. Riteniamo che i tassi di interesse dei mercati emergenti potrebbero alzarsi molto prima di quanto ci si aspetti. Il conseguente innalzamento dei rendimenti obbligazionari, renderà più cara per le imprese la raccolta di capitale nel mercato del credito. Inoltre, mentre è vero che molta liquidità rimane investita in asset class con bassi rendimenti, crediamo troppo semplicistico presupporre che questi fondi verranno investiti in asset rischiosi nella stessa quantità dei cicli economici precedenti. I requisiti normativi e due mercati ribassisti entro i prossimi sei anni porteranno probabilmente ad allocazioni strutturalmente più elevate in asset privi di rischio, nonostante prospettive di rendimenti poco attraenti.
 
Previsioni per settori chiave

Minerario (underweight)
I titoli delle società del settore minerario stanno scontano margini e rendimenti che nel breve termine non sono sostenibili. Crediamo, inoltre, che il prezzo di molte materie prime sottostanti contenga un ampio grado di premio speculativo e non riflettano l’offerta e la domanda sottostanti. La nostra società preferita del settore rimane Anglo American dal momento che vediamo per il nuovo management ampio spazio per aumentare i rendimenti attraverso il miglioramento della performance operativa.

Oil & Gas (underweight)
Continuiamo a credere che le major petrolifere si trovino ad affrontare il problema strutturale di impianti produttivi in declino e alti costi per accedere a nuove risorse. Anche se i dividend yield appaiono attraenti, sono semplicemente coperti dal cash flow e prevediamo che i tassi di crescita del dividendo saranno modesti. Nonostante ciò deteniamo delle posizioni di rilievo in alcune società di esplorazione e produzione come British Gas e Premier Oil, dove le opportunità di crescita sono significativamente migliori.

Banche (underweight)
Anche se il processo di ricapitalizzazione delle banche è stato ampliamente completato, crediamo che le banche continueranno a ridurre le dimensioni dei loro bilanci ancora per i prossimi anni, con conseguenze sui profitti. In particolare, requisiti patrimoniali più severi abbasseranno i rendimenti in maniera permanente. A livello di titoli singoli, ci piacciono HSBC, perché offre prospettive di crescita a livello globale ed è emersa dalla crisi competitivamente più forte, e Lloyds Banking Group, dove vediamo un significativo potenziale competitivo man mano che si attivano le sinergie derivanti dalla fusione con Hbos.

Farmaceutico (overweight)
Abbiamo una posizione overweight sul settore farmaceutico, prevalentemente per motivi legati ai singoli titoli. Riteniamo, per esempio, che il mercato debba ancora riconoscere pienamente la migliore qualità del cash flow di GlaxoSmithKline, dal momento che gli utili sono trainati da una più ampia gamma di opportunità rispettivamente nei mercati emergenti, nel consumer healthcare e nei vaccini. Per AstraZeneca, il prezzo del titolo sottostima l’abilità del management di usare il cash flow per ridurre l’impatto della scadenza di alcuni brevetti.

Industriali (overweight)
Preferiamo esporci alla ripresa globale attraverso titoli industriali che vediamo come opposti ai minerari. La produzione che rimane basata nel Regno Unito è di migliore qualità rispetto alle crisi precedenti. Le nostre principali posizioni FTSE 100 sono Rolls Royce, marchio posizionato per crescere a livello globale, e Smiths Group, dove l’arrivo di un nuovo CEO sta migliorando i rendimenti di un portafoglio di asset già di qualità. Abbiamo inoltre investito in società solide e ben gestite del FTSE 250 tra cui BBA, IMI, Melrose e Spirent.

Media (overweight)
Riteniamo che le valutazioni del settore siano in generale attraenti dal momento che molte società media hanno cash flow più solidi di quanto venga percepito dal mercato.  Pearson, Reed e United Business Media offrono solide posizioni di mercato e sono scambiati a multipli modesti rispetto alle previsioni sugli utili 2010. Al momento siamo esposti alla ripresa della raccolta pubblicitaria attraverso ITV ed editori di giornali, i cui profitti hanno una leva operativa positiva sottostimata. Inoltre, abbiamo acquistato Aegis, i cui profitti sono stati protetti durante la crisi attraverso il taglio dei costi. Il titolo rimane una garanzia di crescita nel lungo termine ed è un candidato al consolidamento.
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