NAVIGA IL SITO

Azioni: sell in May... di nuovo?

L’estate è generalmente una stagione cupa per il mercato azionario, come confermato anche nel 2010 e nel 2011. Possiamo credere che il 2012 sarà l’eccezione a questa regola?

di Mauro Introzzi 14 mag 2012 ore 16:13

A cura di Ad van Tiggelen, Senior strategist di ING Investment Management

In effetti, ci sono molte ragioni a sostegno di questa tesi. Guardando ai trend sul mercato azionario globale non si può fare a meno di notare gli utili migliori delle attese, la solidità dei bilanci aziendali, l’enorme ricorso al buy-back e le acquisizioni pagate con l’elevata cassa disponibile. E tutto questo, inoltre, avendo alla base una situazione di valutazioni molto ragionevoli, soprattutto se confrontate con i rendimenti delle obbligazioni. Agli scettici che potrebbero argomentare sui fondamentali delle società molto solidi anche nella primavera 2011, posso rispondere che hanno sì ragione, ma che da allora i dati sono addirittura migliorati.

E c’è di più... L’economia globale continua a mostrare un ciclo economico accettabile, guidato da mercati emergenti, Giappone, Germania e Stati Uniti. Il mercato immobiliare si sta stabilizzando, con le sacche di debolezza che ancora persistono compensate da chiari esempi di ripresa. Lo stesso dicasi per l’occupazione, in maniera più evidente in Germania e negli States.

Malgrado ciò, durante il mese di aprile il sentiment di mercato si è gradualmente deteriorato. Sebbene i rischi relativi a una crisi petrolifera o a un hard landing della Cina si siano affievoliti, i timori degli investitori si sono concentrati sulla crisi del debito in Europa. E tutti ricordano molto bene che questa è la situazione che ha causato la debolezza e i problemi delle due estati precedenti. Nei prossimi mesi, la Spagna e/o la Grecia potrebbero benissimo rappresentare un elemento di preoccupazione e ognuno è ben consapevole di cosa significhi il rischio di contagio. In qualche punto lungo la strada, anche Francia e Italia potrebbero avere un’influenza negativa, a causa della scarsa flessibilità di queste economie e della necessità di ulteriori riforme nel mercato del lavoro e in quello previdenziale.

Pubblicato da

Nel breve periodo, gli investitori sui mercati azionari globale dovranno quindi bilanciare il rischio su una parte relativamente circoscritta dell’universo di investimento (parliamo dell’eurozona) rispetto agli sviluppi largamente positivi attesi nel resto del mondo. Nel medio periodo, è invece necessario realizzare che l’attuale fase positiva del mercato Usa potrebbe chiudersi con i tagli al bilancio che saranno implementati sotto la nuova presidenza. Ma questa non è una preoccupazione nell’immediato.

Alla luce del ritorno di interesse per gli asset rischiosi, ci si deve domandare quale potrebbe essere il trend rialzista dei prossimi mesi. Dopo tutto, nel bene o nel male, bisogna sempre mettere in preventivo un evento inatteso. Alle attuali valutazioni, relativamente basse, una sorpresa utile al rialzo potrebbe addirittura essere la semplice assenza di novità negative, soprattutto per l’eurozona. Non dimentichiamo però che la probabilità di notizie non proprio positive, alla luce del quadro politico attuale, rimane sempre elevata.

Se consideriamo che il mercato azionario è più o meno suddiviso tra finanziari (20%), ciclici (50%) e difensivi (30%), ci si potrebbe genericamente aspettare che debbano essere ciclici e finanziari a guidare il rally, come visto all’inizio dell’anno.

E invece proprio qua sta il problema. Attualmente, il più probabile futuro per i finanziari sarà un’altra tornata di aiuti da parte delle banche centrali. Tuttavia, considerato che i bilanci delle banche nei paesi occidentali sono già stati ampiamente sistemati, la nuova iniezione di liquidità sarà probabilmente bene accetta se il momentum economico, l’elemento di traino dei titoli ciclici, dovesse essere deludente. Di conseguenza, difficilmente possiamo aspettarci un rally duraturo.

In conclusione, per il periodo estivo ci aspettiamo un continuo altalenarsi tra discreta crescita economica globale e preoccupazioni sull’eurozona, potenzialmente causa di ampi movimenti laterali. Un simile scenario, purtroppo, sembra essere più incline a un rischio di caduta piuttosto che a movimenti al rialzo.

Tutte le ultime su: previsioni 2012
Questo scritto è redatto a solo scopo informativo, può essere modificato in qualsiasi momento e NON può essere considerato sollecitazione al pubblico risparmio. Il sito web non garantisce la correttezza e non si assume la responsabilità in merito all’uso delle informazioni ivi riportate.