Azioni fortemente sottovalutate
Secondo l'investment update di dicembre di Swisscanto l'irrisolto problema del debito sovrano in diversi paesi caratterizza anche la fine dell’anno e resta una spada di Damocle sui mercati finanziari
di Redazione Soldionline 7 dic 2011 ore 10:48
Secondo l'investment update di dicembre di Swisscanto l'irrisolto problema del debito sovrano in diversi paesi caratterizza anche la fine dell’anno e resta una spada di Damocle sui mercati finanziari. Per questo cautela rimaniamo cauti sui titoli di stato con un atteggiamento leggermente positivo verso le azioni.
L'incertezza fa male ai mercati finanziari: e con la crisi del debito europeo le incognite sono purtroppo molte più di quanto i mercati possano sopportare. Le divergenze di opinione fra la Germania e gli altri paesi in materia di Eurobond contribuiscono al pessimismo tanto quanto l'assenza di credibili misure di contenimento della spesa in Italia o il fallito tentativo del Comitato speciale del Congresso USA di trovare una piattaforma comune per la riduzione del debito.
Ancora bufera sugli investimenti
Poiché all'orizzonte non appaiono ancora soluzioni praticabili, i mercati obbligazionari hanno visto ulteriormente allargarsi lo spread fra il Bund e i titoli dei paesi periferici. I mercati temono che anche la credibilità della Germania possa soffrire di una parziale distribuzione del debito all'interno dell'Unione Monetaria. Per gli investitori con scarsa propensione al rischio la situazione quindi si è fatta ancora più problematica. Il clima di forte pessimismo si sta inoltre trasferendo anche all'economia reale e lo scenario per noi più probabile è quello di una recessione in Europa. Negli USA e nel resto del mondo invece la leggera crescita dovrebbe continuare.
Per quanto riguarda i titoli di stato europei consigliamo ancora prudenza e restiamo quindi nettamente sottopesati. In generale implementiamo una duration neutra su tutte le valute, restando più cauti soltanto sulle lunghissime scadenze di divise come il franco svizzero e la sterlina britannica. I titoli del comparto high-yield hanno una valutazione interessante. Grazie a bilanci complessivamente solidi molte imprese sono in grado di resistere senza grossi contraccolpi a una lieve recessione.
Se nel comparto azionario le valutazioni sono estremamente interessanti, è necessario tenere conto dell'aumento dei rischi di sistema determinati dalla crisi del debito. Nel complesso il nostro atteggiamento nei confronti dei titoli azionari è leggermente positivo e preferiamo le large cap, che saranno meno esposte delle small cap alle più rigide politiche di erogazione del credito da parte delle banche. Riteniamo inoltre che le opportunità di crescita dei titoli growth siano superiori a quelle dei titoli value. Preferiamo puntare sugli immobili svizzeri piuttosto che sulle obbligazioni della Confederazione: vero è che i fondi immobiliari svizzeri scambiano attualmente in borsa a premi elevati, ma non vi sono reali sintomi di sovrapproduzione nel settore, ragion per cui tale segmento rappresenta una valida alternativa ai titoli di stato confederali.
Dollaro USA in leggero sovrappeso
Sul fronte valutario adotteremo un leggero sovrappeso del dollaro USA rispetto al franco svizzero. Questo perché da quando è stata fissata la soglia inferiore di cambio di 1.20 franchi per 1 euro, il dollaro beneficia di ogni fuga verso valute ritenute sicure. Nulla è cambiato rispetto alla nostra opinione positiva sulle corone norvegese e svedese.
L'incertezza fa male ai mercati finanziari: e con la crisi del debito europeo le incognite sono purtroppo molte più di quanto i mercati possano sopportare. Le divergenze di opinione fra la Germania e gli altri paesi in materia di Eurobond contribuiscono al pessimismo tanto quanto l'assenza di credibili misure di contenimento della spesa in Italia o il fallito tentativo del Comitato speciale del Congresso USA di trovare una piattaforma comune per la riduzione del debito.
Ancora bufera sugli investimenti
Poiché all'orizzonte non appaiono ancora soluzioni praticabili, i mercati obbligazionari hanno visto ulteriormente allargarsi lo spread fra il Bund e i titoli dei paesi periferici. I mercati temono che anche la credibilità della Germania possa soffrire di una parziale distribuzione del debito all'interno dell'Unione Monetaria. Per gli investitori con scarsa propensione al rischio la situazione quindi si è fatta ancora più problematica. Il clima di forte pessimismo si sta inoltre trasferendo anche all'economia reale e lo scenario per noi più probabile è quello di una recessione in Europa. Negli USA e nel resto del mondo invece la leggera crescita dovrebbe continuare.
Per quanto riguarda i titoli di stato europei consigliamo ancora prudenza e restiamo quindi nettamente sottopesati. In generale implementiamo una duration neutra su tutte le valute, restando più cauti soltanto sulle lunghissime scadenze di divise come il franco svizzero e la sterlina britannica. I titoli del comparto high-yield hanno una valutazione interessante. Grazie a bilanci complessivamente solidi molte imprese sono in grado di resistere senza grossi contraccolpi a una lieve recessione.
Se nel comparto azionario le valutazioni sono estremamente interessanti, è necessario tenere conto dell'aumento dei rischi di sistema determinati dalla crisi del debito. Nel complesso il nostro atteggiamento nei confronti dei titoli azionari è leggermente positivo e preferiamo le large cap, che saranno meno esposte delle small cap alle più rigide politiche di erogazione del credito da parte delle banche. Riteniamo inoltre che le opportunità di crescita dei titoli growth siano superiori a quelle dei titoli value. Preferiamo puntare sugli immobili svizzeri piuttosto che sulle obbligazioni della Confederazione: vero è che i fondi immobiliari svizzeri scambiano attualmente in borsa a premi elevati, ma non vi sono reali sintomi di sovrapproduzione nel settore, ragion per cui tale segmento rappresenta una valida alternativa ai titoli di stato confederali.
Dollaro USA in leggero sovrappeso
Sul fronte valutario adotteremo un leggero sovrappeso del dollaro USA rispetto al franco svizzero. Questo perché da quando è stata fissata la soglia inferiore di cambio di 1.20 franchi per 1 euro, il dollaro beneficia di ogni fuga verso valute ritenute sicure. Nulla è cambiato rispetto alla nostra opinione positiva sulle corone norvegese e svedese.
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