2013: un anno in crescita nonostante l’austerità e il rischio di possibili shock
Nel 2013, dato che la crescita degli utili sarà debole, la performance del mercato azionario sarà guidata dalle valutazioni. I dividendi, comunque, non sono a rischio
di Redazione Soldionline 18 dic 2012 ore 10:43Articolo a cura di ING Investment Management
Nel 2013, dato che la crescita degli utili sarà debole, la performance del mercato azionario sarà guidata dalle valutazioni. I dividendi, comunque, non sono a rischio.
• In caso di maggior fiducia da parte delle imprese, si registrerà un incremento degli investimenti.
• Gli emergenti sono in miglioramento e non si prevede un hard landing della Cina.
ING Investment Management (ING IM) prevede che nel 2013 si registrerà una crescita, nonostante un notevole rischio di assistere a shock di mercato. Il potenziale al rialzo, comunque, è chiaramente visibile ma gli investitori potrebbero non beneficiarne a causa del basso livello di fiducia.
Secondo ING IM, nel 2013 la crescita del Pil mondiale in termini reali sarà del 3,3%, rispetto alla stima del 3% per la fine del 2012. Nel dettaglio, per gli Stati Uniti si prevede una lieve riduzione, dal 2,2% di fine 2012 al 2% del 2013. Per l’Eurozona si passerà dal -0,5% di quest’anno al +0,3%, mentre le stime sul Regno Unito vedono una fine 2012 al +0,1% e il 2013 al +1,3%.
Guardando ai mercati emergenti, la crescita complessiva del Pil stimata da ING IM per il 2013 sarà pari al 6%, in crescita rispetto al 5,4% di quest’anno. Per la Cina, nello specifico, l’economia si manterrà su livelli costanti, con una crescita del 7,6% sul 2012 e del 7,8% sul 2013. Per il 2014, però, ING IM si aspetta un rallentamento al 6,5%.
Valentijn van Nieuwenhuijzen, Head of Strategy di ING Investment Management, ha spiegato che “le previsioni per il 2013 sembrano un tiro alla fune tra le dinamiche positive, legate alle misure di politica monetaria accomodante, e le frizioni innescate da politiche fiscali e deleveraging nel settore privato. I mercati sono ancora molto volatili e i disequilibri rendono l’economia molto sensibile agli shock. Ma ricordiamo che le possibilità di shock sono da sempre una caratteristica dei mercati e quindi gli investitori devono sfruttare le fasi cicliche”.
“Inoltre”, continua van Nieuwenhuijzen, “la fiducia degli investitori è bassa e quindi molti di loro potrebbero non approfittare del potenziale al rialzo che crediamo sia molto evidente. Negli Usa, i dati sul mercato residenziale sono in miglioramento, così come il settore dell’edilizia. Registriamo comunque situazione confuse, come quelle sul mercato del lavoro o sul calo negli investimenti delle aziende. Dato che il trend degli acquisti di beni durevoli è molto più difficile da invertire rispetto alla decisione di assumere nuova forza lavoro, l’attuale situazione potrebbe essere letta come un vero e proprio taglio alle spese oppure come un’espansione molto razionale”
PREVISIONI SULLE SINGOLE ASSET CLASS
Reddito fisso
Riteniamo che nell’ambito del reddito fisso il profilo di rischio stia cambiando, come conseguenza di un punto di svolta nel ciclo globale e di un eccesso di denaro sui corporate bond. Una volta che sarà passato il rischio politico di breve termine, potremo aspettarci un modesto aumento nei rendimenti dei governativi con gli investimenti sulle obbligazioni aziendali dirottati verso altre asset class. Manteniamo il nostro sovrappeso sul debito dei paesi emergenti denominato in valuta locale e sui titoli a spread. Abbiamo recentemente riportato a un leggero sottopeso gli high yield, i senior bank loan e il debito emergente in valuta forte. Abbiamo inoltre aumentato le posizioni in quelle asset class dove crediamo che buona parte del premio dovuto alla normalizzazione non si sia ancora evidenziato, con un leggero sovrappeso sui governativi dei periferici e i corporate investment grade, portati a neutral da un leggero sottopeso.
In generale, crediamo comunque vi siano le basi per uno spostamento dal credito al comparto azionario.
Azionario
Secondo ING IM le stime degli analisti bottom-up sulle azioni per il 2013, con una crescita degli utili in doppia cifra, sono eccessive. Questi dati contrastano con le stime top down di ING IM secondo cui la crescita degli utili sarà inferiore al 5% negli Stati Uniti e prossima allo zero nell’Eurozona. “Per il 2013 vediamo un rallentamento degli utili, ma fortunatamente i bilanci delle società sono in buona salute. Questo elemento, combinato al contesto di bassi tassi di interesse, potrebbe portare a un aumento negli investimenti, specie sull’attività di M&A e nelle spese per beni durevoli (capex), posto comunque che si ritorni a un clima di maggiore fiducia. Ci aspettiamo anche un aumento nei buy-back e dividendi più elevati. Nello specifico, per i prossimi due anni, vediamo una crescita dei dividendi intorno al 3,5% in Europa e al 6% negli Usa”, ha dichiarato Patrick Moonen, Senior Equity Strategist di ING Investment Management.
Secondo ING IM il premio per il rischio si manterrà elevato, specialmente in Europa, anche se il differenziale rispetto agli Stati Uniti non riflette le differenti dinamiche del rischio nelle due aree. Di conseguenza, sono preferibili le azioni europee rispetto a quelle di oltreoceano. I mercati emergenti stanno riguadagnando interesse, considerato il trend in continuo sviluppo di dati economici e utili. ING IM si sta posizionando verso un’asset allocation più orientata ai settori ciclici. Le ragioni sono diverse: un miglioramento nei dati sull’economia, negli utili delle società di questi settori, in termini relativi, e anche perché rispetto ai difensivi le valutazioni sono più interessanti. Rimane un sovrappeso sui finanziari perché si è ridotto il rischio sistemico in Europa e l’outlook fondamentale per gli Usa è migliorato, come testimoniato dalla crescita nel credito e da una ripresa nel settore residenziale.
In generale, ING IM si attende per il 2013 una performance dell’azionario vicina alle due cifre.
Mercati emergenti
Un miglioramento generalizzato negli scambi a livello globale dovrebbe aiutare a ridare impulso ai mercati emergenti. In aggiunta, il trend della Cina tiene lontana qualsiasi preoccupazione circa un suo hard landing ed è un evidente segnale in chiave positiva per l’azionario emergente nel complesso. “Vi sono numerose evidenze a sostegno del fatto che nei prossimi cinque anni la crescita della Cina registrerà un rallentamento costante fino a un livello del 5%. Il tasso di crescita, però, potrebbe temporaneamente rimbalzare grazie agli stimoli governativi e alla ripresa del commercio internazionale, con effetti positivi sulle prospettive di sviluppo degli emergenti”, ha spiegato Maarten-Jan Bakkum, emerging markets strategist di ING Investment Management.
Nel contempo, ING IM segnala la debolezza dei flussi di capitali verso i mercati emergenti, con deflussi costanti nei cinque trimestri passati dovuti, tra l’altro, ai timori sul rallentamento della Cina. La principale sfida per gli investitori con interesse verso gli emergenti sarà quella di riuscire a pesare correttamente le preoccupazioni sulla Cina, il peggioramento politico in paesi come il Sud Africa e la scarsità di denaro verso queste economie.
Nell’attuale contesto economico, i paesi che hanno una situazione problematica sono a rischio. Meglio focalizzarsi su realtà come Brasile, Russia e Turchia.
Real Estate
ING IM ha un sovrappeso sull’immobiliare dato che è in aumento la ricerca di investimenti percepiti come fonte di ritorni sicuri. Il mercato residenziale negli Stati Uniti si sta riprendendo e a livello di aree sviluppate il dividendo da questa asset class resta interessante. Nel real estate, il favore di ING IM va agli investimenti più rischiosi con un sovrappeso sull’Eurozona.