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2013 favorevole per i mercati dei capitali

Dopo un inizio sommesso, il 2012 si è rivelato un anno molto positivo per i mercati finanziari, con ottime prestazioni per tutte le asset class, Raiffeisen Capital Management è ottimista circa il 2013

di Redazione Soldionline 14 gen 2013 ore 14:05

Articolo a cura di Gerhard Aigner, Managing Director per la gestione dei fondi di Raiffeisen Capital Management

Dopo un inizio sommesso, il 2012 si è rivelato un anno molto positivo per i mercati finanziari, con ottime prestazioni per tutte le asset class, Raiffeisen Capital Management è ottimista circa il 2013. In particolare, le azioni europee stanno mostrando valutazioni interessanti.
Se si parla di crescita economica globale, gli indicatori suggeriscono che il 2013 sarà un anno relativamente moderato. Il commercio mondiale e l'attività di investimento mostrano una performance debole, e mentre un certo numero di mercati emergenti stanno ancora vivendo una lieve ripresa economica, la zona euro deve affrontare un altro calo dell’output economico. Anche l’economia giapponese, alla luce dei gravi problemi strutturali che la caratterizzano, sarà poco dinamica, mentre il destino dell'economia statunitense è ancora incerto. La Cina sta diventando sempre più un faro di speranza economica globale ancora per molti investitori, ma la probabilità che il governo stimoli l'economia mondiale con massicci programmi di investimento è relativamente bassa. Alla luce di questo, è probabile che tassi di inflazione (e tassi di interesse) calino o ristagnino quasi ovunque.

Titoli di Stato USA: i rendimenti continuano a muoversi lateralmente a livelli bassi
"Considerando che anche il 2013 sarà probabilmente un anno caratterizzato da crescita economica debole ma positiva e che la Fed ha annunciato il più massiccio allentamento monetario di tutti i tempi, ci aspettiamo che i rendimenti dei titoli di Stato USA rimarranno bassi", spiega Gerhard Aigner , Managing Director per la gestione dei fondi di Raiffeisen Capital Management1. I tassi di inflazione potrebbero calare, e questo trend si intensificherà con il boom dell’estrazione di gas naturale e greggio. "Essendo piuttosto limitato lo spazio per ulteriori flessioni nei rendimenti dei titoli di Stato, il risultato più probabile è un persistente movimento laterale a bassi livelli – in un range compreso tra l'1% e il 2,5%. Tuttavia, in termini fondamentali e nel lunghissimo termine, i buoni del Tesoro USA (così come i titoli di Stato tedeschi e giapponesi) sono costosi. Per la maggior parte degli investitori, però, questo è attualmente irrilevante”. In generale, i titoli di stato USA (così come le obbligazioni dei paesi europei core) continueranno a reagire soprattutto ai mutamenti della propensione al rischio degli investitori.


Obbligazioni governative europee: gli scettici restano fedeli ai titoli di Stato tedeschi
I titoli di Stato dei paesi periferici hanno visto una forte ripresa dopo la fine dell'estate – grazie all'annuncio che la BCE sarebbe stata disponibile ad acquistare volumi illimitati di titoli se necessario – una ripresa che ha coinvolto anche le obbligazioni bancarie. In termini assoluti, tuttavia, i tassi di interesse che la Spagna e l'Italia si trovano a dover offrire per le nuove emissioni sono ancora superiori ai livelli che sarebbero in grado di gestire a lungo termine. Per questo sarebbe necessaria una crescita economica annuale nominale media compresa almeno tra il 3% e il 5%: un incremento che non sembra essere realistico per il prossimo futuro. I rendimenti dei Bund decennali continuano a fluttuare intorno all’1,5%, e non sembra che queste 2 cifre siano destinate a cambiare per il momento. "Il fatto che i titoli di Stato tedeschi siano ancora molto richiesti, nonostante i rendimenti minimi (molto al di sotto del tasso d'inflazione) può certamente essere interpretato come un segno che la maggior parte degli operatori di mercato resta scettica sul futuro e le prospettive economiche per la zona euro", commenta Aigner.

Corporate bond Euro: miglior profilo rischio-rendimento rispetto ai governativi
Anche nel 2012 le obbligazioni corporate hanno generato performance positive. In particolare, le obbligazioni del settore finanziario e i titoli high yield sono stati i best performer del 2012. Nel complesso, le obbligazioni societarie (non finanziarie) con rating buoni o molto buoni (investment grade) oggi offrono ancora un profilo di rischio-rendimento migliore rispetto ai titoli di Stato in euro, ma va sottolineato che i corporate bond dei paesi non-periferici sono preferibili in termini di rischio. Secondo Aigner, "Dopo i guadagni robusti degli ultimi 12 mesi, le obbligazioni del settore finanziario sono diventate meno attraenti. Tuttavia continuano ad offrire un profilo di rischiorendimento migliore rispetto ai titoli di Stato, anche se è importante selezionare i titoli con attenzione, e la preferenza deve essere accordata alle emissioni di società basate nei paesi core”.

Obbligazioni Mercati Emergenti: soffrono dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari
Diverse valute dei mercati emergenti – come ad esempio, il real brasiliano e la rupia indiana – sono state sotto pressione nel 2012, nonostante i forti afflussi di capitali registrati verso le obbligazioni dei mercati emergenti in tutto il mondo. A beneficiare di questi flussi sono stati soprattutto i titoli in valuta forte, ma quando si osservano le ottime performance dei bond dei mercati emergenti, vanno altresì considerati in modo critico i consistenti incrementi di prezzo diei generi alimentari. In ogni caso, nel lungo termine, gli attuali livelli di rendimento sono in molti casi ancora interessanti.


Azioni USA: temporaneamente esposti a delusioni e perdite di prezzo
Anche nel 2012 il mercato azionario USA ha generato performance migliori rispetto ai corsi azionari in altri mercati sviluppati. "Tuttavia, le performance superiori alla media delle azioni USA degli ultimi anni potrebbero non continuare per il prossimo futuro. Benché non siano eccessivamente costosi, alla luce dei livelli record dei margini di profitto e di previsioni molto ottimistiche sugli utili, i titoli USA sono sempre più soggetti a delusioni e perdite di prezzo", dice Aigner. Non va poi sottovalutato il fatto che il massiccio livello di debito (pubblico e privato) e il crescente divario sociale stanno ostacolando sempre più l'economia statunitense. Ci sono anche degli aspetti positivi: come gli effetti favorevoli dei prezzi sempre più bassi dell'energia – come si è detto – un fatto che contrasta con il resto del mondo. Alla luce di questo, le prospettive a lungo termine per il mercato azionario statunitense sono buone.

Azioni europee: un significativo potenziale di crescita con valutazioni interessanti Come risultato degli annunci della BCE e l’haircut ordinato del debito greco, i mercati azionari europei si sono stabilizzati e in alcuni casi hanno fortemente recuperato. Secondo Aigner, "Da una prospettiva di medio-lungo termine, riteniamo che i livelli attuali di valutazione siano ancora attraenti. Hanno un significativo potenziale di rialzo se comparati al resto del mondo, soprattutto se gli utili societari ritorneranno a crescere nella zona euro”. Tuttavia, a seguito dei recenti aumenti di prezzo le azioni europee potrebbero affrontare nuove perdite. Nei prossimi anni, comunque, il mercato azionario europeo potrà fare meglio della maggior parte degli altri mercati azionari. Il più grande rischio per le aspettative sugli utili rimane la possibilità di un calo significativo della crescita nei mercati emergenti.

Azioni dei mercati emergenti: la Cina potrebbe tornare a salire
Ci sono indicazioni crescenti secondo cui - come è avvenuto nel corso dell'ultimo trimestre del 2012 - nei prossimi mesi i mercati emergenti continueranno a fare meglio dei mercati azionari sviluppati. Secondo Aigner, "Non si tratta solo di termini relativi. Anche in termini assoluti, ci sono segnali che il 2013 sarà un anno positivo per la maggior parte dei mercati azionari emergenti. Sarà interessante vedere se le azioni cinesi riusciranno finalmente a realizzare un’inversione tornando a salire, considerato che la Cina è stata a lungo uno dei mercati emergenti più deboli”. In termini di valutazione, la maggior parte dei mercati emergenti sono relativamente favorevoli per gli standard globali. Se si guardano poi le borse dei paesi emergenti europei in alcuni casi sono quotate a notevole sconto.

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