Scenario macroeconomico: la visione per il 2014
Le strategie alternative consentono di partecipare alle opportunità di investimento offerte dai mercati obbligazionari e azionari, proteggendo nel contempo il capitale e mantenendo una volatilità contenuta
di Redazione Soldionline 10 dic 2013 ore 12:13Articolo a cura di Hedge Invest
Eurozona
- Prevediamo ancora pressioni al ribasso sulla crescita a breve termine, a causa di un Euro troppo forte e di riforme strutturali implementate solo in alcuni dei Paesi.
- Rischio di deflazione: il dato sull’inflazione di novembre (+0.9%) è inferiore all’obiettivo di medio termine, pari al 2%, della Banca Centrale Europea. Riteniamo quindi che saranno necessari ulteriori interventi di politica monetaria espansiva da parte della BCE per dare sostenibilità ai recenti segnali di stabilizzazione economica, tramite misure dirette a favorire la ripresa del credito soprattutto nei Paesi periferici.
Stati Uniti
- Dopo il rallentamento di ottobre dovuto in gran parte allo «shutdown», ci aspettiamo una riaccelerazione dei dati macroeconomici nel breve e, per il 2014, una crescita in linea con il trend storico grazie a un graduale e continuo miglioramento del mercato immobiliare, al minore impatto negativo della politica fiscale rispetto al 2013, ad una situazione microeconomica buona e, dal punto di vista strutturale, alla potenziale indipendenza energetica.
- Entro la prima metà del 2014 la Fed dovrebbe inoltre dare avvio al tapering del QE, pur in presenza di tassi di riferimento ancora molto bassi per l’intero anno. La politica monetaria a nostro avviso rimarrà quindi ancora espansiva, ma in una misura meno accomodante rispetto al 2013.
- Prevediamo anche una normalizzazione della curva dei tassi, in misura assorbibile dal mercato immobiliare americano poiché l’acquisto della casa rimarrà ancora accessibile e conveniente anche in presenza di tassi a lunga scadenza più elevati rispetto a quelli attuali.
Giappone
- Il momentum positivo registrato nei dati macroeconomici è legato soprattutto all’inflazione (in ripresa da cinque mesi), alle esportazioni (in aumento dal primo trimestre 2013) e, in misura minore, ai consumi interni. Nel 2014 le società potranno beneficiare anche dell’impatto positivo derivante dall’indebolimento dello yen, che le ha riportate ad essere competitive su scala globale.
- La Bank of Japan, che al momento ha un obiettivo di raddoppio della base monetaria entro fine 2014 e un target di inflazione al 2%, dovrebbe proseguire con una politica monetaria ancora fortemente espansiva. E’ comunque possibile un potenziamento dell’attuale quantitative easing, soprattutto nel caso in cui dalla politica fiscale non arrivi il supporto atteso.
- Potenziale rischio di delusione sul fronte delle politiche fiscali, nel caso in cui Abe non riuscisse a portare avanti le riforme strutturali annunciate nell’ambito della Third Arrow della cosiddetta Abenomics. Ad oggi, il consenso di Abe ha raggiunto livelli addirittura più elevati rispetto al momento in cui ha vinto le elezioni: il Partito al Governo (LDP) ha una solida maggioranza in entrambe le Camere del Parlamento. Potenzialmente una situazione politica stabile come quella attuale potrebbe aprire la strada a riforme importanti per la crescita del Giappone nel medio termine, ma i mercati finanziari hanno già scontato buona parte di questa aspettativa positiva.
Cina
- Prevediamo una stabilizzazione della crescita sui livelli attuali. E’ quindi superata la fase di rallentamento economico verificatasi in estate 2013 ed è attesa una crescita compresa fra 7-7.5% nel 2014.
- La Banca Centrale manterrà a nostro avviso una politica monetaria neutrale e, come negli ultimi mesi, agirà per il “fine tuning” della liquidità del sistema bancario. L’inflazione rimane ancora sotto controllo (ultimo dato pari a 3.2% in novembre), ma attenzione alla crescita dei prezzi nel settore immobiliare.
- Sul fronte della politica fiscale, importanti ed epocali le riforme strutturali che il Governo cinese ha annunciato in novembre, con particolare riferimento alla deregolamentazione di alcuni settori, alla parziale liberalizzazione del settore finanziario e al maggiore ruolo dei privati e degli investitori stranieri nell’economia.
- Nel breve, la transizione in atto da una crescita basata su esportazioni/infrastrutture a una crescita basata sui consumi, e lo spostamento dal focus sulla quantità della crescita a quello della qualità della stessa nel medio termine potrebbero causare rallentamenti all’economia. Nel medio termine, invece, riteniamo che le riforme annunciate pongano le basi per una ripresa economica sostenibile.
Mercati azionari
Crediamo che, fra le diverse attività finanziarie, le azioni offriranno il migliore rapporto rendimento/rischio anche nel 2014. Dal punto di vista tecnico, ci attendiamo il supporto da flussi in entrata derivanti dalla rotazione al di fuori dei mercati obbligazionari, appena iniziata. Quanto ai fondamentali, prevediamo uno scenario di forte differenziazione fra i titoli, che renderà indispensabile un approccio di investimento selettivo. La permanenza di bassi livelli di correlazione fra titoli dello stesso settore e fra settori differenti rende premiante l’approccio di investimento long/short.
Fra i diversi mercati azionari, riteniamo che quelli europei offrano le migliori opportunità di investimento: la differenziazione fra i titoli prospetta uno scenario ideale per la generazione di valore sia per la parte lunga che per quella corta, in presenza di una crescita economica ancora debole che comporterà una ripresa degli utili molto selettiva.
Mercati obbligazionari
Ci aspettiamo una normalizzazione delle curve dei rendimenti a seguito della graduale riduzione degli acquisti mensili di obbligazioni da parte della Federal Reserve.
In particolare siamo negativi su:
- obbligazioni governative in US e nei Paesi Core dell’Eurozona;
- obbligazioni societarie investment grade in US e in Eurozona;
- obbligazioni dei Paesi emergenti.
Siamo invece ancora moderatamente positivi su:
- obbligazioni governative dei Paesi dell’Europa periferica, da approcciare con selettività;
- credito strutturato in US: ci attendiamo una normalizzazione dei rendimenti nel 2014, a seguito delle straordinarie performance registrate negli ultimi due anni in anticipazione della ripresa del mercato immobiliare. Riteniamo che l’area del credito strutturato che offre ad oggi il risk/reward interessante sia quella dei CMBS (Commercial Mortgage Backed Securities) da implementare tramite operatori specializzati;
- credito bancario in Eurozona, da implementare con un approccio fortemente selettivo: nel 2014 le banche europee andranno incontro all’Asset Quality Review e agli stress test della Banca Centrale Europea, quindi saranno spinte ad agire proattivamente per migliorare la struttura del proprio bilancio.
Crediamo che il 2014 continuerà ad offrire opportunità molto buone per le strategie alternative.
In particolare, rimaniamo positivi sulle strategie con approccio di investimento di tipo “bottom up”, vale a dire su gestori basano la loro operatività su un’approfondita analisi dei fondamentali e che possono beneficiare del permanere di uno scenario caratterizzato da assenza di rischio sistemico e da bassa correlazione fra i titoli.
In ambito azionario, siamo positivi in particolare sulle strategie long/short equity e sulle strategie event driven.
In ambiente obbligazionario, preferiamo gestori con approccio di investimento opportunistico e flessibile, in grado di trarre vantaggio dalle opportunità rialziste ancora presenti, con selettività, sui mercati dei bond, ma anche di approfittare delle tendenze che si renderanno disponibili per la parte ribassista del portafoglio, in un contesto in cui i rendimenti di gran parte del comparto obbligazionario hanno toccato i minimi storici sulle scadenze medio/lunghe.
Siamo moderatamente positivi sui fondi con approccio di investimento «top down», in particolare sui fondi “macro” che possono cogliere opportunisticamente i trend sulle diverse asset class e aggiungere decorrelazione all’interno dei portafogli.
Rimaniamo invece negativi sui CTA, che in questa fase storica non aggiungono diversificazione ai portafogli, dato il loro posizionamento rialzista sulle attività finanziarie rischiose.
Conclusioni
In un contesto in cui il rapporto rendimento/rischio offerto dal mercato obbligazionario si è fortemente deteriorato, e in presenza di mercati azionari che vengono da un 2013 eccezionalmente positivo, riteniamo interessante un’allocazione alle strategie alternative nel 2014: le strategie alternative consentono infatti di partecipare alle opportunità di investimento offerte dai mercati obbligazionari e azionari, proteggendo nel contempo il capitale e mantenendo una volatilità contenuta.