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Quantitative easing BCE, parola d'ordine 'flessibilità'

Nella giornata di ieri il governatore della BCE Mario Draghi ha alzato il velo sui dettagli del quantitative easing. Ecco le reazioni di analisti ed economisti

di Mauro Introzzi 6 mar 2015 ore 14:46

Nella giornata di ieri il governatore della Banca Centrale Europea Mario Draghi ha alzato il velo sui dettagli del quantitative easing (denominato PSPP, acronimo ci Public Sector Purchase Programme) annunciato lo scorso 22 gennaio. In queste ore le reazioni degli analisti.

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Secondo Vincenzo Longo, market strategist di IG, l’approccio utilizzato sembra essere basato sulla flessibilità che sarà concessa alle singole Banche centrali nella conduzione degli acquisti, anche se è prevista la supervisione del consiglio direttivo:

bce_12Gli acquisti interesseranno il mercato secondario e saranno commisurati agli apporti di capitale delle singole Banche centrali nazionali alla Bce. Ogni Banca centrale potrà acquistare asset di giurisdizione del Paese dove risiedono. Potranno essere acquistati titoli di Stato con scadenza residua compresa tra i 2 e 30 anni, il cui rendimento non sia inferiore al tasso sui depositi (in questo momento a -0,2%). Potranno essere acquistati titoli per un valore nominale non superiore al 25% di ogni singola emissione, mentre la quota complessiva di titoli acquistabili per ogni singolo emittente non potrà superare il 33%.

Sulla flessibilità pone il suo focus anche IntesaSanpaolo. I suoi economisti, nel weekly di queste ore scrivono che:

Anche i documenti pubblicati dalla BCE al termine della conferenza stampa (la decisione legale, il comunicato stampa e un Q&A) mostrano che la Banca centrale non vuole legarsi troppo le mani riguardo agli aspetti implementativi del programma. Ci sembra una scelta giustificabile, visto che in alcune giurisdizioni gli acquisti potrebbero esercitare notevoli pressioni sul mercato dei titoli di stato.

Secondo Longo, però qualche dubbio rimane sull’effettiva disponibilità/reperibilità dei titoli che la Bce si appresta ad acquistare.
Longo infine, pone un accento sulla questione greca:

Draghi ha sottolineato che al momento il Paese rimane fuori dal QE e lo sarà fintanto che non sarà completato la procedura di review da parte della Troika. Insomma, prima di luglio il Paese non potrà accedere al programma. La Bce è intervenuta, però, innalzando di 500 milioni di euro i fondi di emergenza ELA previsti per le banche elleniche.

Anthony Doyle, Investment Director Retail Fixed Interest di M&G Investments, pensa invece che il programma dovrebbe supportare il mercato per tutto il 2015:

La caduta dell’euro e i tassi di interesse negativi dovrebbero infine sostenere una maggiore crescita ed un più alto livello di inflazione nel lungo periodo. Comunque, le sfide strutturali che l’economia europea deve affrontare rimangono significative e ci si aspetta che ci vorrà del tempo prima di vedere i risultati della politica economia di allentamento quantitativo messa in atto dalla BCE sull’ economia reale.

Filippo Lanza, gestore del fondo HI Numen Credit Fund di Hedge Invest SGR, ritiene che la BCE si sia mostrata, nel complesso, molto più aggressiva e bullish rispetto alle attese:

la maggior parte dei nostri interrogativi su come "tecnicamente" si svolgerà il quantitative easing  hanno ricevuto una risposta nel modo più "amichevole" possibile per il mercato.

Lanza entra poi nel merito del programma, evidenziando che:

non c'è un divieto di acquisto di titoli con rendimenti negativi e che quindi la BCE e le singole Banche Centrali potranno, quindi, acquistare obbligazioni a tasso negativo purché il rendimento non sia inferiore al tasso sui depositi (attualmente pari a -20bps). Per questo motivo, diversi titoli oggetto del quantitative easing potrebbero arrivare al rendimento soglia di -0.20%. Il tasso sui depositi, inoltre, potrebbe essere abbassato in qualsiasi momento: se l'inflazione rimane bassa, la soglia potrebbe anche arrivare a -30bps. Dato che molti governativi tedeschi sono già sotto il tasso minimo, la Bundesbank e altre banche dovranno acquistare governativi a più lunga scadenza.

Con evidenti impatti sulla duration media, destinata ad aumentare:

questo rende il piano ancora più aggressivo. Gli acquisti mensili saranno calcolati sul nozionale, non sul valore di mercato. Anche questa regola è molto favorevole per il mercato. Considerando, infatti, che i titoli governativi quotano attualmente con un premio medio del 25% sul nozionale, l'iniezione mensile di liquidità non sarà di 50 miliardi di euro, ma di 62,5 miliardi di euro.
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