La storia della riduzione dell'indebitamento
Si dice che «non ci sono storie nuove», solo nuovi racconti di storie precedenti. È assolutamente vero, nel senso che c’è solo un numero limitato di tipologie di storie che si ripete nel corso dei secoli
di Redazione Soldionline 16 ott 2013 ore 12:11Articolo a cura di Alexander Friedman, Global Chief Investment Officer di UBS Wealth Management
Si dice che «non ci sono storie nuove», solo nuovi racconti di storie precedenti. È assolutamente vero, nel senso che c’è solo un numero limitato di tipologie di storie che si ripete nel corso dei secoli. Due storie simili, però, possono comunque apparire molto diverse a seconda di dove e quando sono raccontate e dalla reazione che suscitano. O, in altre parole, quando sentiamo una storia che ci è familiare, può comunque sembrarci nuova.
Esattamente cinque anni fa Lehman Brothers è fallita, il mercato del credito si è pressoché bloccato e i listini azionari mondiali hanno subito pesanti perdite. Si potrebbe dire che, da allora, il mondo politico, economico e finanziario è stato definito dagli eventi di quell’autunno. Nell’Eurozona più della metà dei governi sono stati cambiati da elettorati stanchi dell’austerità, negli Stati Uniti si è registrata la ripresa più lenta dal dopoguerra e le banche centrali di tutte le regioni economiche hanno messo in campo misure completamente nuove per tentare di stimolare la crescita mondiale.
Leggendo l’interminabile serie di articoli sull’anniversario dei cinque anni dal fallimento di Lehman Brothers e su come ciò abbia ridefinito il nostro mondo da allora, si potrebbe facilmente concludere che stiamo leggendo una storia finanziaria del tutto nuova – una «nuova normalità», come ha detto qualcuno.
In realtà, questa storia è stata raccontata molte volte prima. Sembra diversa solo per via della sua portata mondiale, e perché ci siamo dentro.
Gli eventi intercorsi dal fallimento di Lehman Brothers costituiscono l’ultima di una lunga successione di storie di riduzione dell’indebitamento. Ci sono state molte versioni locali, dalla Russia e l’Argentina dopo i rispettivi default del 1998 e del 2001, agli anni successivi alla crisi finanziaria asiatica del 1997, al decennio seguito alla crisi del debito latinoamericana agli inizi degli anni ’80. Sebbene il racconto di quanto avvenuto dal fallimento di Lehman Brothers sembri diverso a causa della sua portata mondiale, persino la storia di Lehman Brothers suona in qualche modo simile a quella della Grande Depressione degli anni ’30.
Il motivo per cui esistono così tante storie di riduzione dell’indebitamento è forse semplice come la natura umana. Investire in progetti redditizi ha una sua ovvia attrattiva e spesso il solo modo per raccogliere capitali è quello di prenderli in prestito. Tali investimenti accrescono l’indebitamento, ma in genere ciò non crea problemi. Quando le opportunità d’investimento redditizie finiscono, tuttavia, il desiderio umano di realizzare guadagni speculativi, a prescindere che si tratti di immobili, azioni, obbligazioni, ferrovie, miniere o tulipani, si è costantemente rivelato troppo forte per resistervi. Per finire si arriva a un punto in cui i prestatori non sono più disposti a finan ziare gli investimenti speculativi, noto comunemente come «momento Minsky», dall’economista Hyman Minsky che ha costruito una teoria dei cicli congiunturali sulla base di questa nozione.
Ciò che rende le storie di riduzione dell’indebitamento così affascinanti è che anche se si sa già di cosa si tratta, è difficile prevedere quello che accadrà dopo, sia ai mercati finanziari che all’economia. I fattori esterni possono variare, differenti settori possono dover ridimensionare la leva finanziaria in misura diversa e gli interventi governativi, tra cui l’allentamento quantitativo, possono alterare il risultato. In definitiva, però, la riduzione dell’indebitamento significa che il reddito viene utilizzato per abbattere il debito, anziché per consumare o investire.
Una storia di riduzione dell’indebitamento è, molto semplicemente, una storia di crescita persa. Quando il ridimensionamento della leva finanziaria si conclude, livelli di crescita più elevati possono far ritorno. Penso quindi che sarebbe utile valutare lo stato del mercato tramite una lente comprovata: a che punto siamo arrivati nella storia della riduzione dell’indebitamento nelle principali economie? E che cosa implicano le nostre conclusioni per noi, in quanto investitori? In sintesi, gli Stati Uniti sono i più avanti nella loro storia: la riduzione dell’indebitamento del settore privato è quasi completa e rimaniamo quindi ottimisti in merito alle prospettive delle azioni statunitensi e delle obbligazioni societarie high yield statunitensi. Tuttavia, a causa della crescente incertezza sul fronte della politica fiscale e monetaria, stiamo riducendo a neutrale la nostra posizione nel dollaro statunitense contro l’euro. L’Europa ha fatto progressi nel suo ridimensionamento della leva finanziaria, ma la storia è ben lungi dall’essere terminata.
Ci asteniamo quindi dall’anticipare quella che potrebbe diventare una ripresa sostenibile, dato che vi sono chiare evidenze che ce n’è già una in atto negli Stati Uniti, e rimaniamo neutrali nei confronti delle azioni europee. Nel contempo, restiamo prudenti verso l’Australia, che dovrà avviare il suo processo di riduzione dell’indebitamento quando la crescita economica tendenziale della Cina rallenterà negli anni a venire.