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Gli USA sono a un punto morto

Gli asset denominati in dollari saranno meno interessanti, mentre i mercati emergenti si confermano ancora un’alternativa interessante per gli investitori

di Redazione Soldionline 28 lug 2011 ore 15:02
A cura di: Robert Senz, CIO (Global Fixed Income) di Raiffeisen Capital Management

Se all’inizio di agosto i Democratici e i Repubblicani si troveranno ancora a un punto morto, allora sarà difficile immaginare un esito positivo per l’economia americana.

Senza riforme di lungo termine in vista, il paese perderà di sicuro la tripla A nel momento in cui aumenterà il tetto di spesa di 14.3 trilioni. Ma questo sarebbe uno dei problemi minori. Possiamo aspettarci conseguenze gravi – specialmente per l’economia globale – se il governo non sarà in grado di raggiungere un accordo nella controversia sul debito. Allora i pagamenti degli interessi (per le emissioni obbligazionarie) in scadenza il 15 agosto, che ammontano a 30 miliardi di dollari, dovranno essere pagati.
Questo renderebbe impossibile pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, le pensioni e le indennità sociali – uno scenario virtualmente impossibile da immaginare, che potrebbe provocare effetti incalcolabili sull’economia USA. Effetti che durerebbero ben più a lungo di un singolo mese.
Se tuttavia gli USA non dovessero pagare le cedole, il conseguente default metterebbe in serio pericolo i mercati finanziari internazionali. Quindi riteniamo più probabile che il congresso alla fine giungerà a un accordo per innalzare il tetto di spesa.

Dal punto di vista degli investitori questo significa che gli asset denominati in dollari saranno meno interessanti. Se a questo aggiungiamo la perdurante crisi del debito sovrano in Europa, i mercati emergenti si confermano ancora un’alternativa interessante per gli investitori.
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