Cosa aspettarsi da Fed e BCE dopo le riunioni di inizio maggio 2023?
di Redazione Lapenna del Web 8 mag 2023 ore 09:45 Le news sul tuo SmartphonePaolo Zanghieri - Senior Economist di Generali Investments - ritiene che con forti segnali circa standard di prestito più severi (che accelereranno la recessione) e un'inflazione di base ostinatamente elevata, le due principali banche centrali faticano a convincere i mercati che non sia in vista alcuna inversione di marcia sui tassi.
L'esperto osserva come nel corso della riunione di mercoledì 3 maggio la Fed abbia sostituito la forward guidance con un approccio secondo cui le decisioni verranno assunte riunione per riunione, sottolineando anche che le aspettative del mercato per tagli già in estate si basano su una previsione troppo ottimistica di una rapida disinflazione. E comunque a suo avviso una stabilizzazione dell'inflazione al 3% non sarebbe sufficiente perché la Fed inizi ad allentare i tassi.
Con riferimento alla BCE, Paolo Zanghieri ha evidenziato come il 4 maggio la Presidente Christine Lagarde abbia insistito sul fatto che l'inflazione rimane molto alta e che la pressione dei salari si è rafforzata, scenario che rende necessari ulteriori aumenti dei tassi. Inoltre, l'esperto ha precisato che i rendimenti sono scesi su tutta la curva dopo entrambi gli incontri, poiché i mercati rimangono convinti che a un certo punto i timori di recessione prevarranno sulla necessità di apparire duri contro l'inflazione.
"Questa tensione sarà probabilmente una caratteristica rilevante delle dinamiche di mercato in futuro, contribuendo alla volatilità dei tassi di interesse," prevede Paolo Zanghieri, il quale conclude affermando che: "Non ci aspettiamo ulteriori rialzi da parte della Fed ma due tagli a fine anno, mentre la BCE dovrebbe alzare di altri 25 punti base a giugno e mantenere i tassi invariati fino al 2024, con qualche rischio di ulteriori rialzi".
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