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L’Eurozona rischia la peggior deflazione di sempre

Indici dei prezzi al consumo in calo un po’ dappertutto, anche in Germania. E l’indice per l’intera Eurozona che cala dello 0,6% come negli anni peggiori della crisi finanziaria.

di Marco Delugan 3 feb 2015 ore 14:23

Sempre più deflazione nell’eurozona. In gennaio l’indice dei prezzi al consumo è sceso dello 0,6% su base annua. E’ la flessione maggiore da quando esiste l’euro, pari solo a quella del 2009 quando i prezzi sono crollati dello 0,6% a seguito della crisi finanziaria.

Gran parte della flessione è dovuta alla diminuzione del prezzo dei prodotti energetici.

L’indice “core” – che esclude dal conto i prezzi dei prodotti alimentari e di quelli energetici - è calato dello 0,5% dopo essere diminuito dello 0,7% in dicembre. 

Sempre in gennaio, in Italia l’indice dei prezzi al consumo è diminuito dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,6% nei confronti di gennaio 2014; la Germania ha registrato un calo dei prezzi al consumo su base annua dello 0,3%, la prima variazione negativa dall’ottobre del 2009, contro stime di crescita dello 0,1%; e in spagna la prima lettura preliminare dell’indice dei prezzi al consumo è stata di -1,4%.

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deflazione_1Una delle conseguenze negative della deflazione è che prezzi in calo incidono negativamente sul Pil nominale e quindi sul gettito fiscale, e il tutto può voler dire minori entrare e maggiori difficoltà per gli stati a mantenere il proprio livello di attività e pagare i propri debiti.

La deflazione presenta inoltre il rischio di autoalimentarsi, con effetti negativi non solo sui prezzi ma anche sul Pil reale. Ad esempio: con prezzi in calo le imprese possono decidere di non investire e non aumentare gli stipendi, e tutto questo diventerà, con ogni probabilità, minor spesa e ulteriore stimolo a diminuire la produzione - il Pil reale in calo, appunto - con ulteriore calo dei prezzi e, ancora, del gettito fiscale.

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