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Europa: privilegiare i paesi centrali via via che aumenta la volatilità

L’Europa si contraddistingue dalle altre regioni per il fatto che il dinamismo degli ultimi dati macroeconomici è nettamente migliorato, segnalando che l’Eurozona sta lentamente emergendo dalla recessione

di Redazione Soldionline 27 ago 2013 ore 14:34
Articolo a cura di CREDIT SUISSE

La crisi di Eurolandia non è più un elemento determinante del mercato

L’Europa si contraddistingue dalle altre regioni per il fatto che il dinamismo degli ultimi dati macroeconomici è nettamente migliorato, segnalando che l’Eurozona sta lentamente emergendo dalla recessione.
I movimenti dei mercati hanno rispecchiato questa tendenza, con performance impressionanti di Spagna e Italia (sottolineate dai ricavi delle banche italiane e spagnole, rispettivamente del 17% e 19%, in luglio). Il nostro parere è che gli indici azionari di Eurolandia ora riflettano il miglioramento dei dati sugli utili e sull’economia. Anche le stime sugli utili sono state riviste al rialzo, e potrebbero ora forse essere ottimistiche: l’Irlanda e la Germania sono tra i paesi che registrano la maggiore variazione trimestrale delle revisioni degli utili. Inoltre, le valutazioni sono ora prossime ai
livelli medi. Ad esempio, con un rapporto prezzo/utili di 13, il mercato francese ha nettamente superato i suoi minimi ed è ora vicino al livello di una deviazione standard, segno che le valutazioni non sono più a buon prezzo.

Sovresporre la Germania, sottoesporre l’Italia
Per ora è improbabile un ulteriore rialzo, e manteniamo quindi una posizione neutrale sull’Europa (escl. il Regno Unito) considerata nel suo insieme. Nella regione, preferiamo i paesi centrali a quelli periferici. In termini di paesi, continuiamo a privilegiare la Germania, sovresposta ancora in Europa, con una posizione neutrale sulla Francia. Il passaggio della Spagna da sottoesposta a neutrale, deciso di recente, è stato favorevole alla luce del miglioramento dei dati, mentre ribadiamo la sottoesposizione dell’Italia in considerazione del recente rialzo dei corsi.
Inoltre, tenendo a mente il recente declassamento tattico delle azioni deciso dall’Investment Committee, sottolineiamo il maggior rischio di mercato, ossia il beta, dei paesi periferici. Rispetto alle azioni globali, i mercati europei presentano livelli di beta relativamente superiori, e l’Italia in particolare presenta un beta di 1.4, che la rende più sensibile ad una flessione del mercato. Inoltre, con l’incremento dei rendimenti delle obbligazioni dei paesi centrali, sospettiamo che i margini per una riduzione degli spread del credito tra i paesi periferici e la Germania siano limitati, e potrebbero quindi frenare le azioni periferiche.

Siamo più selettivi sui finanziari europei
Siamo inoltre più selettivi nel settore finanziario, che costituisce una delle nostre principali sovresposizioni a livello globale. I finanziari rappresentano quasi il 20% della capitalizzazione dei mercati azionari europei, in linea con la media globale. Anche in questo caso, preferiamo restare lontani dalle banche italiane, e continuiamo a preferire le grandi banche dei paesi centrali. Segnaliamo BNP Paribas, ING e Deutsche Bank come nostre principali raccomandazioni
BUY. Infine, in una prospettiva bottom-up, sottolineiamo una selezione di società europee con un’esposizione alle vendite globali. Quest’anno, le società dei mercati avanzati esposte ai mercati emergenti (ME) hanno realizzato performance superiori agli investimenti diretti sui mercati emergenti, con un trend che prevediamo si confermi. In Europa, la Gran Bretagna, la Germania e la Francia hanno le maggiori esposizioni alle vendite «estere», con percentuali comprese tra il 60% e il 75% dei ricavi provenienti dall’estero. A questo riguardo, consigliamo titoli associati alla ripresa orientati ai mercati globali, come Adidas, BMW ed EADS.
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