Dopo shutdown e debt ceiling si tornerà a parlare di tapering?
Archiviata, almeno fino all'inizio del 2014, la questione legata al debito Usa e alla chiusura degli uffici pubblici americani presumibilmente il tormentone tornerà ad essere quello del tapering della Fed?
di Redazione Soldionline 18 ott 2013 ore 10:46
Articolo a cura di Filippo A. Diodovich, Market Strategist IG Italia
Dopo lunghe trattative, democratici e repubblicani sono riusciti a trovare un accordo sia sul budget federale che sull’innalzamento del tetto al debito. Termina così lo shutdown delle attività del governo federale e diminuiscono le tensioni sul possibile default tecnico degli Stati Uniti.
L’intesa raggiunta dai senatori Reid (democratico) e McConnell (repubblicano) ha superato brillantemente il voto sia al Senato (81 voti a favore 18 contrari) e alla Camera dei Rappresentanti (285 voti a favore 144 voti contrari).
Secondo l’accordo il Governo federale avrà fondi disponibili fino al 15 gennaio mentre il Dipartimento del Tesoro potrà finanziarsi liberamente senza preoccuparsi del tetto al debito fino al 7 febbraio.
Come avevamo ampiamente previsto una soluzione ai problemi fiscali statunitensi è stata trovata. Riteniamo che l’accordo non sia stato particolarmente efficiente perché la questione sui fondi federali e sul tetto al debito si ripresenterà tra circa tre mesi. Per questa ragione l’agenzia di rating cinese Dagong ha deciso di tagliare la valutazione sul debito statunitense da “A” a “A-“ confermando l’outlook negativo e l’agenzia Fitch ha posto il giudizio in creditwatch negativo.
Il dollaro ha mostrato una forte debolezza anche legata a deboli dati macroeconomici. Sono state molto deludenti le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione salite a 358 mila unità, ben superiori alle attese. Il “tapering” della Federal Reserve potrebbe cominciare anche nel gennaio 2014. Il dollar index è sceso ben al di sotto degli 80 punti, toccando nuovi minimi degli ultimi 8 mesi.
EUR/USD
L'eurusd ha superato l’importante resistenza situata a 1,3646, picco del 3 ottobre e livello strategico in ottica di breve periodo. Sopra tale riferimento si sono creati i presupposti per un allungo in direzione dell'obiettivo a 1,3711, ultimo ostacolo che potrebbe impedire il raggiungimento di target ben più ambiziosi posizionati a 1,3835 (ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci della discesa dai top di maggio 2011 e proiezione dell'ampiezza della fascia orizzontale registrata nelle ultime 4 settimane) e 1,3970. Discorso ben diverso, invece, in caso di cedimento del supporto a 1,3460, preludio a un probabile calo fino sui sostegni rappresentati dalla trendline rialzista partita dai bottom di luglio (ora in transito a 1,3340) e dalla media mobile a 100 giorni (al momento a 1,3290).
STRATEGIA OPERATIVA
LONG sopra 1,3712 per obiettivi a 1,3835 e 1,3970 con stop loss a 13646.
SHORT sotto 1,3460 per target a 1,3340 e 1,33 con stop loss a 1,35.
AUD/USD
Superbalzo del cambio tra dollaro australiano e dollaro statunitense. L’aud/usd è arrivato a mettere pressione alla resistenza dinamica rappresentata dalla media mobile a 200 giorni (SMA200), il cui superamento darebbe la forza al cross per allungare in direzione degli obiettivi posizionati a 0,9715, 50% del ritracciamento di Fibonacci della discesa dai picchi di aprile, e 0,98, massimo del 3 giugno. Sopra tali riferimenti via libera verso l’ambizioso target a 0,9920, ultimo dei ritracciamenti della flessione menzionata in precedenza. Timidi segnali di debolezza giungeranno invece sotto 0,9525, preludio a un possibile calo a 0,9390 e 0,9280, importanti supporti strategici non solo in ottica di breve periodo.
STRATEGIA OPERATIVA
LONG sopra 1,3712 per obiettivi a 1,3835 e 1,3970 con stop loss a 13646.
SHORT sotto 1,3460 per target a 1,3340 e 1,33 con stop loss a 1,35.
Dopo lunghe trattative, democratici e repubblicani sono riusciti a trovare un accordo sia sul budget federale che sull’innalzamento del tetto al debito. Termina così lo shutdown delle attività del governo federale e diminuiscono le tensioni sul possibile default tecnico degli Stati Uniti.
L’intesa raggiunta dai senatori Reid (democratico) e McConnell (repubblicano) ha superato brillantemente il voto sia al Senato (81 voti a favore 18 contrari) e alla Camera dei Rappresentanti (285 voti a favore 144 voti contrari).
Secondo l’accordo il Governo federale avrà fondi disponibili fino al 15 gennaio mentre il Dipartimento del Tesoro potrà finanziarsi liberamente senza preoccuparsi del tetto al debito fino al 7 febbraio.
Come avevamo ampiamente previsto una soluzione ai problemi fiscali statunitensi è stata trovata. Riteniamo che l’accordo non sia stato particolarmente efficiente perché la questione sui fondi federali e sul tetto al debito si ripresenterà tra circa tre mesi. Per questa ragione l’agenzia di rating cinese Dagong ha deciso di tagliare la valutazione sul debito statunitense da “A” a “A-“ confermando l’outlook negativo e l’agenzia Fitch ha posto il giudizio in creditwatch negativo.
Il dollaro ha mostrato una forte debolezza anche legata a deboli dati macroeconomici. Sono state molto deludenti le richieste settimanali di sussidi di disoccupazione salite a 358 mila unità, ben superiori alle attese. Il “tapering” della Federal Reserve potrebbe cominciare anche nel gennaio 2014. Il dollar index è sceso ben al di sotto degli 80 punti, toccando nuovi minimi degli ultimi 8 mesi.
EUR/USD
L'eurusd ha superato l’importante resistenza situata a 1,3646, picco del 3 ottobre e livello strategico in ottica di breve periodo. Sopra tale riferimento si sono creati i presupposti per un allungo in direzione dell'obiettivo a 1,3711, ultimo ostacolo che potrebbe impedire il raggiungimento di target ben più ambiziosi posizionati a 1,3835 (ultimo dei ritracciamenti di Fibonacci della discesa dai top di maggio 2011 e proiezione dell'ampiezza della fascia orizzontale registrata nelle ultime 4 settimane) e 1,3970. Discorso ben diverso, invece, in caso di cedimento del supporto a 1,3460, preludio a un probabile calo fino sui sostegni rappresentati dalla trendline rialzista partita dai bottom di luglio (ora in transito a 1,3340) e dalla media mobile a 100 giorni (al momento a 1,3290).
STRATEGIA OPERATIVA
LONG sopra 1,3712 per obiettivi a 1,3835 e 1,3970 con stop loss a 13646.
SHORT sotto 1,3460 per target a 1,3340 e 1,33 con stop loss a 1,35.
AUD/USD
Superbalzo del cambio tra dollaro australiano e dollaro statunitense. L’aud/usd è arrivato a mettere pressione alla resistenza dinamica rappresentata dalla media mobile a 200 giorni (SMA200), il cui superamento darebbe la forza al cross per allungare in direzione degli obiettivi posizionati a 0,9715, 50% del ritracciamento di Fibonacci della discesa dai picchi di aprile, e 0,98, massimo del 3 giugno. Sopra tali riferimenti via libera verso l’ambizioso target a 0,9920, ultimo dei ritracciamenti della flessione menzionata in precedenza. Timidi segnali di debolezza giungeranno invece sotto 0,9525, preludio a un possibile calo a 0,9390 e 0,9280, importanti supporti strategici non solo in ottica di breve periodo.
STRATEGIA OPERATIVA
LONG sopra 1,3712 per obiettivi a 1,3835 e 1,3970 con stop loss a 13646.
SHORT sotto 1,3460 per target a 1,3340 e 1,33 con stop loss a 1,35.
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