Caccia al metano per non fallire. Aziende in fila alla Borsa del gas (La Repubblica)
di Redazione Lapenna del Web 23 set 2022 ore 07:43 Le news sul tuo SmartphoneSette sono i giorni che mancano all'inizio dell'anno termico e ventritre sono i miliardi di metri cubi di gas necessari all'Italia per l'inverno. Secondo quanto riporta Andrea Greco per La Repubblica, decine di rivenditori stanno cercando di poter colmare il gap italiano iscrivendosi al punto di scambio virtuale ma con risultati vani, in quanto i pochi grossisti che riforniscono il mercato nazionale non nutrono fiducia in loro e nelle loro capcità di onorare i contratti per l'anno a venire.
Il prezzo del gas traina al rialzo i costi delle garanzia fra controparti e dei rischi di credito, alzando anche i livelli di attenzione di chi opera sul mercato. "Gli squilibri tra domanda e offerta mettono in pericolo la sopravvivenza di un centinaio di rivenditori, e la sicurezza delle forniture di molte imprese e famiglie" sottolinea Greco.
A fine 2021 il numero di iscritti al punto di scambio virtuale per negoziare il gas erano 199, di cui 84 grossisti e 115 rivenditori. Ad oggi, il numero è salito a 271, per lo più reseller o società industriali, in scia alle liberalizzazioni attuate negli ultimi anni. Le motivazioni sono essenzialmente tre secondo Greco: la prima è da ricercare nella forte tensione da inizio anno causta dalla guerra, la seconda riguarda l'ipotesi che certe partite si regolino con volumi "spot" che consentirebbero di limitare i rischi di credito e i margini di garanzia e, infine, la terza motivazione riguarda gli operatori accreditati, che potrebbero avere un mese di tempo in più prima di dichiararsi inadempienti dei rifornimenti.
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