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BCE, le decisioni della riunione del 22 luglio 2021

La banca centrale ha rivisto le indicazioni prospettiche sui tassi di interesse in seguito alla nuova strategia di politica monetaria. Saggio di riferimento confermato allo 0%

di Edoardo Fagnani 22 lug 2021 ore 16:55

bce-buildingNella riunione di giovedì 22 luglio 2021 la BCE ha deciso di riconfermare l’orientamento accomodante della propria politica monetaria, ma ha rivisto le indicazioni prospettiche sui tassi di interesse in seguito alla nuova strategia di politica monetaria, che prevede di mantenere la stabilità dei prezzi perseguendo un obiettivo di inflazione simmetrico del 2% a medio termine.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 22 luglio

Nel dettaglio, la banca centrale ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%.

La banca centrale ha segnatato che i tassi resteranno su livelli pari o inferiori a quelli attuali finché non vedrà l’inflazione raggiungere il 2% ben prima della fine del suo orizzonte di proiezione e in maniera durevole per il resto dell’orizzonte di proiezione, e finché non riterrà che i progressi conseguiti dall’inflazione di fondo siano sufficientemente avanzati da essere coerenti con lo stabilizzarsi dell’inflazione sul 2% nel medio periodo. Questo potrebbe implicare un periodo transitorio in cui l'inflazione si attesti moderatamente oltre il target fissato.

Inoltre, la BCE ha confermato l'ammontare del pandemic emergency purchase programme (PEPP) fissato a 1.850 miliardi di euro. L'orizzonte temporale resta esteso almeno fino alla fine di marzo 2022, mentre i proventi saranno reinvestiti almeno fino alla del 2023, in ogni caso fino a quando giudicherà superata la fase di crisi dovuta all'epidemia da coronavirus. La BCE ha precisato che gli acquisti continueranno a essere condotti in maniera flessibile in base alle condizioni di mercato, allo scopo di evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento incompatibile con il contrasto dell’effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l’inflazione. Se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività che non esauriscano la dotazione nell’orizzonte degli acquisti netti del PEPP, non sarà necessario utilizzare appieno la dotazione. Allo stesso modo, questa può essere ricalibrata, se richiesto, per preservare condizioni di finanziamento favorevoli che contribuiscano a contrastare lo shock negativo della pandemia sul profilo dell’inflazione. Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo si attende che nel trimestre in corso gli acquisti netti nell’ambito del PEPP continuino a essere condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno.

La BCE ha confermato che gli acquisti netti nell'ambito dell'asset purchase programme (APP) continueranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro. Gli acquisti proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della BCE. Il Consiglio direttivo intende inoltre continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro dell'APP per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.

Il Consiglio direttivo continuerà a fornire abbondante liquidità attraverso le operazioni di rifinanziamento. In particolare, la liquidità ottenuta tramite la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT-III) svolge un ruolo cruciale nel sostenere il credito bancario alle imprese e alle famiglie.

Infine, la BCE resta pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione si stabilizzi al target del 2% nel medio termine.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

Commentando le indicazioni di politica moentaria della BCE James Athey - gestore di Aberdeen Standard Investments- ha segnalato che il meglio che la BCE possa fare è andare avanti con gli acquisti di obbligazioni:

Non sorprende che la nuova ampia interpretazione del mandato della BCE assomigli in modo preoccupante a quella vecchia, ma abbellita da un grazioso fiocco.

La dichiarazione è stata rielaborata in modo altamente semantico, ma la realtà è che la BCE continua a prevedere una mancanza di inflazione all'orizzonte della sua politica monetaria, eppure continua a proporre nuovi strumenti nel tentativo di chiudere questo gap. Il meglio che la BCE può fare è continuare a acquistare obbligazioni in quantità sufficiente a reprimere qualsiasi aspirante vigilante, sperando che in qualche modo la realtà strutturale cambi. La speranza non è una grande strategia.

La reazione iniziale del mercato è stata caratterizzata da un senso di confusione su come gestire tutti questi nuovi termini. Le obbligazioni e gli spread hanno beneficiato dalla mancanza di qualsiasi indicazione che gli acquisti di asset possano ridursi.

 

Gli analisti della direzione Studi e Ricerche di IntesaSanpaolo guardano già alla successiva riunione della BCE, in programma il 9 settembre. Ecco cosa pensano gli esperti.

La forward guidance esclude che si possano formare aspettative di interventi sui tassi ufficiali nei prossimi mesi. Riguardo all’APP, possiamo dare per scontato che gli acquisti netti non cambieranno fino a quando il PEPP (più flessibile) resterà operativo.

Alla riunione di settembre la BCE dovrà decidere se confermare le indicazioni attuali (che suggeriscono di attendersi acquisti significativamente più elevati che a inizio anno), o se segnalare una possibile riduzione, come vorrebbero alcuni ‘falchi’ all’interno del consiglio direttivo. In attesa dell’esito della Survey of Monetary Analysts (SMA) di luglio, i risultati aggregati di quella di giugno evidenziavano che il consenso degli analisti propende per l’ipotesi cha la BCE ridurrà gli acquisti netti PEPP marginalmente nel quarto trimestre 2021, e più nettamente nel primo trimestre 2022. Indicazioni analoghe sono venute da altri sondaggi, come quelli di Reuters e di Bloomberg.

Considerando che il PEPP ha l’obiettivo di contrastare gli effetti della pandemia sulle prospettive di inflazione, riteniamo che la ripresa dei contagi sposti l’ago della bilancia verso uno scenario di conferma dei volumi PEPP nel 4° trimestre 2021, per rinviare a dicembre la decisione su un’eventuale riduzione. Nella stessa direzione spingerà anche la necessità di sostenere la revisione della strategia con un quadro non contraddittorio di politica monetaria: una stretta sul PEPP a settembre, se non sostenuto da un netto miglioramento del quadro pandemico, rischia di arrestare la normalizzazione delle aspettative di inflazione. Nel complesso, la diffusione delle vaccinazioni sembra aver ridotto ulteriormente gli impatti delle ondate di contagio, e quindi la necessità di una reazione di politica economica. Tuttavia, la rapida diffusione della variante Delta ha dimostrato che la guerra non è ancora del tutto vinta, e il livello di incertezza a settembre potrebbe anche essere superiore rispetto a oggi.

 

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