BCE, tassi invariati nella riunione del 10 giugno 2021
La banca centrale ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%
di Edoardo Fagnani 10 giu 2021 ore 16:51Gli argomenti
Nella riunione di giovedì 10 giugno 2021 la BCE ha deciso di riconfermare l’orientamento accomodante della propria politica monetaria, in linea con le attese degli operatori.
Le decisioni della BCE nella riunione del 10 giugno
Nel dettaglio, la banca centrale ha confermato i tassi di interesse: il saggio di riferimento resta fermo allo zero mentre quello sui depositi è negativo e pari al -0,5%. La banca centrale ha ribadito che i tassi resteranno a questi livelli almeno fino a quando l'inflazione convergerà saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà in maniera coerente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo.
Inoltre, la BCE ha confermato l'ammontare del pandemic emergency purchase programme (PEPP) fissato a 1.850 miliardi di euro. L'orizzonte temporale resta esteso almeno fino alla fine di marzo 2022, mentre i proventi saranno reinvestiti almeno fino alla del 2023, in ogni caso fino a quando giudicherà superata la fase di crisi dovuta all'epidemia da coronavirus. La BCE ha precisato che gli acquisti continueranno a essere condotti in maniera flessibile in base alle condizioni di mercato, allo scopo di evitare un inasprimento delle condizioni di finanziamento incompatibile con il contrasto dell’effetto al ribasso della pandemia sul profilo previsto per l’inflazione. Se le condizioni di finanziamento favorevoli possono essere mantenute mediante flussi di acquisti di attività che non esauriscano la dotazione nell’orizzonte degli acquisti netti del PEPP, non sarà necessario utilizzare appieno la dotazione. Allo stesso modo, questa può essere ricalibrata, se richiesto, per preservare condizioni di finanziamento favorevoli che contribuiscano a contrastare lo shock negativo della pandemia sul profilo dell’inflazione. Sulla base di una valutazione congiunta delle condizioni di finanziamento e delle prospettive di inflazione, il Consiglio direttivo si attende che nel prossimo trimestre gli acquisti netti nell’ambito del PEPP continuino a essere condotti a un ritmo significativamente più elevato rispetto ai primi mesi dell’anno.
La BCE ha confermato che gli acquisti netti nell'ambito dell'asset purchase programme (APP) continueranno a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro. Gli acquisti proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della BCE. Il Consiglio direttivo intende inoltre continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro dell'APP per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento e, in ogni caso, finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario.
Il Consiglio direttivo continuerà a fornire abbondante liquidità attraverso le operazioni di rifinanziamento. In particolare, la liquidità ottenuta tramite la terza serie di operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine (OMRLT-III) svolge un ruolo cruciale nel sostenere il credito bancario alle imprese e alle famiglie.
Infine, la BCE resta pronta ad adeguare tutti i suoi strumenti, ove opportuno, per assicurare che l’inflazione continui ad avvicinarsi stabilmente al livello perseguito, in linea con l'impegno alla simmetria.
Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE
Nicolas Forest - Global Head of Fixed Income and Member of the Executive Committee di CANDRIAM - ha segnalato che quella del 10 giugno 2021 è stata una conferenza stampa di grande equilibrio su come rimanere super-accomodante pur rivedendo al rialzo le aspettative su inflazione e crescita. Ecco cosa ha dichiarato l'esperto.
Si è trattato di un esercizio difficile per la BCE, che a marzo aveva accelerato il ritmo degli acquisti di asset nell'ambito del Programma di emergenza pandemica (EPP). Con l'inflazione salita bruscamente al 2%, alcuni Paesi del Nord Europa sostenevano la necessità di un rallentamento del programma e di conseguenza una leggera riduzione del sostegno monetario. Le colombe, guidate da Christine Lagarde, hanno però vinto questo round e la BCE non ha cambiato i tassi di riferimento, continuando a utilizzare l'intera dotazione del PEPP a un ritmo sostenuto.
Così il ritmo degli acquisti dovrebbe rimanere intorno agli 80 miliardi al mese, anche se durante l’estate questa velocità potrebbe essere ritoccata.
Allo stesso tempo, la BCE ha rivisto al rialzo le sue aspettative di crescita dal 4% al 4,6% per il 2021 e dal 4,1% al 4,7% per il 2022. Anche le proiezioni sull'inflazione sono state riviste al rialzo per il 2021, dall'1,5% all'1,9%, sebbene Christine Lagarde abbia sottolineato il carattere transitorio di tale aumento, prevedendo un calo all'1,5% nel 2022.
Per giudicare la credibilità della politica monetaria europea, infatti, bisognerà seguire da vicino le aspettative sull’inflazione a lungo termine. La prossima riunione importante della BCE sarà quella di settembre, quando ci aspettiamo le conclusioni della revisione strategica autunnale. Per allora l’Eurotower dovrà preparare il mercato alla fine del PEPP, esprimersi sul suo altro programma di acquisto di asset APP e fare chiarezza sulla sua futura politica di liquidità, in particolare attraverso i TLTRO.
La parte più difficile, quindi, deve ancora venire.
Gli analisti della direzione Studi e Ricerche di IntesaSanpaolo ritengono che la prossima riunione, quella del 22 luglio, sarà transitoria, mentre non escludono cambiamenti in quella successiva, in programma il 9 settembre. Ecco cosa pensano gli esperti.
La riunione di politica monetaria del 22 luglio dovrebbe rivelarsi transitoria. Invece, quella del 9 settembre potrebbe condurre a qualche cambiamento concreto, se i dati dei prossimi mesi confermeranno il “robusto” rimbalzo dell’attività economica ora previsto dalla BCE. A fronte di dati incerti, o di tensioni di mercato non giustificate dall’andamento dell’economia reale, potrebbero risalire a 18 miliardi settimanali fino a novembre, per poi calare decisamente in dicembre. Ma se lo scenario macroeconomico confermasse la prospettiva di una rapida uscita dalla crisi pandemica, il Consiglio direttivo potrebbe decidere di ridurre ulteriormente i flussi a circa 10 miliardi settimanali fin da metà settembre. Il PEPP chiuderebbe l’anno con un plafond residuo di 400 miliardi. Nel 2022, riteniamo che la BCE compenserà la riduzione del PEPP con l’annuncio di un plafond aggiuntivo di massimo 200 miliardi per l’APP, utilizzato con intensità decrescente da aprile in avanti. L’APP potrebbe restare attivo fino a metà 2023, mentre un rialzo dei tassi ci sembra ipotizzabile soltanto dal 2024 in poi.
Secondo Antonio Cesarano - Chief Global Strategist di Intermonte - in termini operativi, c'è stata la conferma che la BCE sarà ben presente anche nel corso dell’estate, mentre, in prospettiva, le decisioni che saranno prese nella riunione di settembre dipenderanno anche dall’impatto che l’inflazione avrà sui consumi reali.
"Se l’impatto sarà rilevante, sarà presumibile immaginare che il supporto della BCE continuerà anche dopo settembre, semmai in forma ricalibrata e più focalizzata sulla TLTRO", ha ipotizzato lo strategist.