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La BCE potrebbe alzare i tassi a settembre, la FED invece no

di Redazione Lapenna del Web 11 set 2023 ore 09:52 Le news sul tuo Smartphone

banche-centrali-moneta-prezziVolker Schmidt - senior portfolio manager di Ethenea Independent Investors - ritiene che, dopo il rialzo dei tassi d'interesse nell'ultima riunione della FED, vi sia ancora la possibilità di ulteriori rialzi qualora l'economia statunitense dovesse guadagnare slancio. Infatti, l'economia statutinitense ha sorpreso molti al rialzo, anche la Fed di Atlanta, la quale ha rivisto al rialzo la previsione per la crescita annuale del Pil portandola al 5,9%, nonchè circa tre volte il tasso di crescita neutrale stimato.

"Dato il focus della Fed sulla lotta all'inflazione e sul raggiungimento della piena occupazione, c’era molta attesa per gli ultimi dati sul mercato del lavoro statunitense e ci sono segnali che il tanto atteso rallentamento potrebbe essere arrivato" ha segnalato Volker Schmidt. Inoltre, l'esperto ha aggiutno che l'inflazione è già scesa a circa il 3%, circostanza di cui la FED ha bisogno per mettere in pausa i suoi rialzi dei tassi, dal momento che il tasso della banca centrale è già ben al di sopra del tasso d'inflazione.

"Non ci aspettiamo quindi un altro rialzo dei tassi a settembre. Tuttavia ciò non pone fine al dibattito su un ulteriore rialzo a novembre o dicembre" ha ipotizzato Volker Schmidt. L'esperto ha aggiunto che la spesa dei consumatori (il principale motore dell'economia statunitens) è aumentata notevolmente durante l'estate. "Insieme all'aumento dei prezzi delle materie prime (in particolare del petrolio), questo potrebbe avere un effetto inflazionistico e alimentare il dibattito su ulteriori rialzi dei tassi d'interesse negli ultimi mesi di quest'anno", ha sottolineato Volker Schmidt.

 

In merito alla BCE, l'esperto ritiene che i principali membri del Comitato esecutivo nell’ultimo periodo abbiano evitato di dare una chiara indicazione sulla decisione di settembre sui tassi. "Con un valore del 5,3%, sia l'inflazione di fondo che quella complessiva rimangono ben al di sopra dell'obiettivo del 2% fissato dalla banca centrale. Ciò depone chiaramente a favore di un altro rialzo dei tassi", ha puntializzato Volker Schmidt.

D'altra parte, l'esperto ritiene che il tasso d'inflazione scenderà significativamente a circa il 3,5% nei prossimi mesi a causa degli effetti base, in quanto i prezzi dell'elettricità e del gas in Europa sono esplosi un anno fa e ora sono ben al di sotto dei livelli dello scorso anno.

Volker Schmidt ha ricordato che in occasione della prossima riunione della BCE sarà presentata la nuova previsione di inflazione della banca centrale. "A giugno la BCE ha previsto un'inflazione media del 3% nel 2024 e del 2,2% nel 2025. Qualsiasi aumento rispetto a questa previsione rende più probabili ulteriori rialzi dei tassi di interesse. Dato che l'inflazione è ritenuta ostinatamente alta, possiamo immaginare un leggero aumento nei valori previsti e quindi un altro rialzo dei tassi", ha concluso l'esperto.

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