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BCE, TASSI ANCORA INVARIATI

Nessuna sorpresa dalla riunione di politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha deciso di non modificare i tassi di interesse, confermando il saggio di riferimento al 4,5%.

di Redazione Soldionline 7 mar 2024 ore 17:06

bce_19Nessuna sorpresa dalla riunione di politica monetaria della BCE. L’istituto centrale ha deciso di non modificare i tassi di interesse, confermando il saggio di riferimento al 4,5%.

 

Le decisioni della BCE nella riunione del 7 marzo 2024

Il Consiglio direttivo ha deciso di non modificare i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale sono stati confermati rispettivamente al 4,5%, al 4,75% e al 4%.

Il Consiglio direttivo ha evidenziato che dalla sua ultima riunione di gennaio l’inflazione è diminuita ulteriormente. Nelle ultime proiezioni degli esperti della BCE l’inflazione è stata rivista al ribasso, in particolare per il 2024, principalmente per effetto del minore contributo dei prezzi dell’energia. Gli esperti indicano ora che si collocherebbe in media al 2,3% nel 2024, al 2,0% nel 2025 e all’1,9% nel 2026. Anche l’inflazione al netto dell’energia e degli alimentari è stata corretta al ribasso, a una media del 2,6% nel 2024, del 2,1% nel 2025 e del 2,0% nel 2026. Nonostante l’ulteriore allentamento di gran parte delle misure dell’inflazione di fondo, la BCE ha segnalato che le pressioni interne sui prezzi restano elevate anche a causa della forte crescita salariale. "Le condizioni di finanziamento sono restrittive e i precedenti incrementi dei tassi di interesse continuano a incidere sulla domanda, contribuendo al calo dell’inflazione", ha aggiunto il Consiglio direttivo.

Il Consiglio direttivo resta determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine. In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ha ribadito che i tassi di interesse di riferimento della BCE si collochino su livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al conseguimento di tale obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di riferimento siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione, considerati i nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma nella prima parte del 2024. Nella seconda parte dell’anno il consiglio intende ridurre il portafoglio del PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese, in media, e terminare i reinvestimenti nell’ambito di tale programma alla fine del 2024. Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Inoltre, a fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

Infine, il Consiglio direttivo ha confermato di essere pronto ad adeguare tutti gli strumenti a disposizione nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione torni all'obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinata trasmissione della politica monetaria. Lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il mandato di preservare la stabilità dei prezzi.

 

Le reazioni degli analisti alle indicazioni della BCE

Sylvain Broyer - Chief Economist EMEA di S&P Global Ratings - ipotizza il primo taglio dei tassi di interesse nella riunione di giugno:

Da quando la BCE si occupa di definire i tassi d'interesse per l'Eurozona, li ha abbassati 21 volte, e mai quando l'inflazione core era al di sopra del 2,2%. Oggi l'inflazione core è al 3,1% e non scenderà sotto il 2,2% prima dell'estate.

A meno che non si verifichi un imprevisto che influisca sulla crescita o sulla stabilità finanziaria, un taglio dei tassi della BCE a giugno è quindi lo scenario più probabile.

 

Della stessa idea Gero Jung - Chief Economist di Mirabaud Asset Management:

Non ci sono state sorprese oggi, la BCE ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse e ha inviato un messaggio chiaramente dovish.

È probabile che l'inflazione scenda più significativamente di quanto previsto in precedenza - e che addirittura scenda al di sotto del 2% nel 2026 - mentre la crescita economica sarà probabilmente più debole: secondo le proiezioni aggiornate della BCE, quest’anno il PIL europeo dovrebbe crescere di appena lo 0,6%.

Un punto fondamentale riguarda la tempistica dei tagli dei tassi (sulla quale non abbiamo ancora indizi): probabilmente i primi tagli avverranno a giugno. Tuttavia, con questa riunione la BCE ha aperto la porta ai tagli dei tassi.

 

Martina Daga - Macro Economist di AcomeA SGR - si chiede se la BCE è pronta a tagliare i tassi prima della FED:

La BCEcontinua a non dare chiare indicazioni sulle prossime mosse di politica monetaria, ma mantiene un approccio "meeting by meeting" e la forward guidance sulle prossime mosse rimane strettamente dipendente dai dati macroeconomici. Nonostante la revisione al ribasso delle proiezioni di inflazione, la BCE non è ancora pronta a iniziare con il ciclo dei tagli, il comitato ha bisogno di più dati per essere maggiormente sicuro del raggiungimento del target di inflazione.

Christine Lagarde ha indicato che ad aprile il quadro sarà un po' più chiaro, ma avranno solo pochi dati in più rispetto ad ora. A giugno, invece, avranno a disposizione molti più dati e il quadro sarà molto più chiaro.

Considerando l'evidente divergenza nella situazione macroeconomica tra Eurozona e Stati Uniti, ci si chiede se la BCE sia pronta a tagliare prima della Fed. Christine Lagarde ha specificato che una volta che saranno sicuri di aver tenuto i tassi in territorio restrittivo sufficientemente a lungo e saranno sicuri del raggiungimento del target, potranno iniziare con il ciclo dei tagli, indipendentemente dalle azioni delle altre banche centrali.

 

Whitney Watson - Co-Head e Co-CIO of Fixed Income and Liquidity Solutions di Goldman Sachs Asset Management - ipotizza quattro tagli da 25 punti base per quest'anno:

Come previsto, la BCE ha mantenuto i tassi invariati e ha ribadito il proprio approccio dipendente dai dati nel meeting di gennaio, secondo cui prima di poter iniziare a tagliare i tassi, la Banca Centrale deve avere a disposizione maggiori prove sul fatto che l'inflazione stia tornando in modo sostenibile verso il target.

Nonostante la revisione al ribasso della crescita e dell'inflazione, la BCE ha sottolineato che le pressioni sui prezzi a livello nazionale rimangono elevate, in parte a causa della forte crescita dei salari. Di conseguenza, prevediamo che la BCE inizierà a tagliare i tassi a partire da giugno, per un totale di quattro tagli da 25 punti base per quest'anno.

Sebbene i rischi siano diventati più equilibrati, tagli dei tassi più profondi o più rapidi potrebbero concretizzarsi nel caso in cui la disinflazione dovesse prendere piede o l'economia dovesse entrare in una fase di recessione

 

Ulrike Kastens - economista europea di DWS - prevede che la BCE abbasserà i tassi di riferimento solo gradualmente, in tre fasi, per un totale di 75 punti base quest'anno:

Le decisioni della BCE rimangono dipendenti dai dati. Tuttavia, rispetto alle dichiarazioni rilasciate in occasione dell'ultima riunione della BCE, sono stati compiuti molti passi in avanti nella lotta all'inflazione. Questo si riflette nelle nuove proiezioni sull'inflazione, che suggeriscono il raggiungimento dell'obiettivo di inflazione già nel 2025.

Tuttavia, la BCE ha bisogno di maggiori dati, soprattutto sull'andamento dei salari e dei prezzi dei servizi. È vero che ci sono i primi segnali di una moderazione nell'andamento dei salari, tuttavia, secondo la Presidente della BCE Lagarde, non ci sono ancora dati sufficienti per essere sicuri che l'obiettivo di inflazione possa essere raggiunto nel lungo periodo. Ha quindi sottolineato più volte che è più probabile che ciò avvenga nella riunione di giugno che in quella di aprile.

A nostro avviso, il tasso di riferimento dovrebbe scendere di 25 punti base al 3,75%. È inoltre emerso chiaramente che la dipendenza dai dati rimarrà elevata anche durante la normalizzazione della politica monetaria. Prevediamo ancora che la BCE abbasserà i tassi di riferimento solo gradualmente, in tre fasi, per un totale di 75 punti base quest'anno.

 

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